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Citazioni di la voce delle fiore, pagina 2

Khalil Gibran

La bellezza

E un poeta disse: Parlaci della Bellezza.
E lui rispose:
Dove cercherete e come scoprirete la bellezza, se essa stessa non vi è di sentiero e di guida?

E come potrete parlarne, se non è la tessitrice del vostro discorso?
L'afflitto e l'offeso dicono: "La bellezza è nobile e indulgente.
Cammina tra noi come una giovane madre confusa dalla sua stesa gloria".
E l'appassionato dice: "No, la bellezza è temibile e possente.
Come la tempesta, scuote la terra sotto di noi e il cielo che ci sovrasta".

Lo stanco e l'annoiato dicono: "La bellezza è un lieve bisbiglio. Parla del nostro spirito.
La sua voce cede ai nostri silenzi come una debole luce che trema spaurita dall'ombra".
Ma l'inquieto dice: "Abbiamo udito il suo grido tra le montagne,
E con questo grido ci sono giunti strepito di zoccoli, battiti d'ali e ruggiti di leoni".

Di notte le guardie della città dicono: "La bellezza sorgerà con l'alba da oriente".
E al meriggio colui che lavora e il viandante dicono:
"L'abbiamo vista affacciarsi sulla terra dalle finestre del tramonto".
D'inverno, chi è isolato dalla neve dice: "Verrà con la primavera balzando di colle in colle".
E nella calura estiva il mietitore dice: "L'abbiamo vista danzare con le foglie dell'autunno e con la folata di neve nei capelli".

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poesia di Khalil Gibran da Il ProfetaSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Met? del corpo

Dalla pianta dei piedi fino alla testa
mi avvolge la voce di mia madre .
Non sarebbe lei una scintilla se non fossi stata io
il cielo cullato dalle acque.
Quando mi mancava,
potevo ascoltarmi da sotto il suo cuore
nel mezzo della fiaba.
Met? del mio corpo è mamma,
Con l'altra met? mi sono specchiata
in una foglia di mela
vedendomi il suo fiore.

Gli altri fiori mi sono venuti al cuore;
moriranno senza di me
se non li fascio con le ali d'angelo
per salire nello specchio dei cieli,
per nevicare nella felicit? di coloro
che non sono stati avvolti
dalla pianta dei piedi fino alla testa
con la voce della mamma.

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poesia di Camelia Oprița da Poeții noștri .roSegnala un problemaCitazioni simili
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Il mio Angelo

Sei la voce
che mi acompagnerà
il volo, lento,
sull'effimero.

Sei la luce,
accesa nell'anima,
che brillerà
tra le stelle tramontate.
Sei bisbiglio dell'amore,
dalla mia voce silenziosa,
che mi porterà
i sogni del tramonto.

Sei il mio Angelo
che suonerà il violino,
sul verde delle pianure,
annunciando:
il mio inabissamento nella notte!

poesia di Aneta Timplaru Horghidan da In azzurro (novembre 2014)Segnala un problemaCitazioni simili
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Elegia I

Quando, uomini e Dei vincendo, Amore,
Con la sua fiamma, mi bruciava il cuore,
A me, con la sua cruda furia ardendo
Il sangue e le ossa, e lo spirito e i sensi,
Ancora io non avevo tal sapienza
Per esprimer la mia sofferenza;
Né ancora Febo, che ama i Lauri verdi,
Mi aveva dato di comporre versi.
Ma adesso, che il furore suo divino
Empie d’ardore il mio spirito ardito,
Cantar mi fa, non le tonanti frecce
Del Padre Giove, e non le crude guerre,
Con cui Marte tormenta l’Universo;
La lira mi ha donato che ai bei versi
Dell’Amore già in Lesbo dava canto:
Così adesso al mio Amore darà pianto.
Dolce archetto, la mia voce addolcisci,
Che pur potrebbe spezzarsi e inasprirsi,
Narrando tante dolorose cure,
Ansie, disdette, avversità, sventure.

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poesia di Louise Labe da rivista: L’opera di Louise Labé Lionese, traduzione di Budini PaoloSegnala un problemaCitazioni simili
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Giacomo Leopardi

Canti II - Il primo amore

Tornami a mente il dì che la battaglia
D'amor sentii la prima volta, e dissi:
Oimè, se quest'è amor, com'ei travaglia!

Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi,
Io mirava colei ch'a questo core
Primiera il varco ed innocente aprissi.

Ahi come mal mi governasti, amore!
Perché seco dovea sì dolce affetto
Recar tanto desio, tanto dolore?

E non sereno, e non intero e schietto,
Anzi pien di travaglio e di lamento
Al cor mi discendea tanto diletto?

Dimmi, tenero core, or che spavento,
Che angoscia era la tua fra quel pensiero
Presso al qual t'era noia ogni contento?

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poesia di Giacomo LeopardiSegnala un problemaCitazioni simili
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Meta' del corpo

Dalla pianta dei piedi fino alla testa
mi avvolge la voce di mia madre .
Non sarebbe lei una scintilla se non fossi stata io
il cielo cullato dalle acque.
Quando mi mancava,
potevo ascoltarmi da sotto il suo cuore
nel mezzo della fiaba.
Meta' del mio corpo è mamma,
Con l'altra meta' mi sono specchiata
in una foglia di mela
vedendomi il suo fiore.

Gli altri fiori mi sono venuti al cuore;
moriranno senza di me
se non li fascio con le ali d'angelo
per salire nello specchio dei cieli,
per nevicare nella felicita' di coloro
che non sono stati avvolti
dalla pianta dei piedi fino alla testa
con la voce della mamma.

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poesia di Camelia Oprița da Poeții noștri .ro (2019), traduzione di Camelia OprițaSegnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

L'arrivo della nave

Almustafa, l'eletto e l'amato, come un'alba verso il suo giorno, aveva atteso dodici anni nella città di Orfalese il ritorno della nave che doveva riportarlo all'isola nativa.
E nel dodicesimo anno, il giorno settimo di Iellol mese della mietitura, salì sopra la collina fuori le mura della città e guardò verso il mare, e nella foschia vide la sua nave venire.
Allora le porte del suo cuore si spalancarono e la sua gioia volò lontano, al di sopra del mare. E Almustafa chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.

Ma discendendo dalla collina, una grande tristezza calò su di lui, e così ragionò nel suo cuore:
Come andarsene in pace e senza dolore? No, non senza ferita nell'anima lascerò questa città.
lunghi sono stati i giorni di sofferenza consumati tra le sue mura, lunghe le noti di solitudine; e chi può senza rimpianto lasciare il suo dolore e la sua solitudine?
Troppi frammenti dello spirito ho disseminato in queste strade, troppi figli del mio desiderio vanno nudi tra queste colline, e io non posso allontanarmi da loro senza peso e dolore.
Non è una veste che oggi io respingo, ma una pelle che strappo con le mie stesse mani.
Non è un pensiero che io lascio dietro a me, ma un cuore reso dolce da fame e sete.

Tuttavia più a lungo non posso indugiare.
Il mare che pretende ogni cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi.
Poiché se resto, nonostante brucino le ore della notte, io sarò ghiaccio e fossile, costretto in una forma.
Vorrei portare con me ogni cosa che è qui. Ma come potrò?
Una voce non può portare con sé la lingua e le labbra che le hanno dato le ali. Sola dovrà approdare al cielo.
E sola e senza nido l'aquila volerà attraverso il sole.

Giunto ai piedi della collina, nuovamente guardò verso il mare e vide la sua nave avvicinarsi al porto e sulla prua i marinai, gli uomini della sua terra.

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poesia di Khalil GibranSegnala un problemaCitazioni simili
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Melos

Le vibrazioni del cuore dando voce
al miracolo della vita
-purificatore;
tra epos e melos –
questa sia la vera è -c -o
della musica delle sfere?

Sperimentando il brivido
dell’attimo di circostanza,
il mio cuore non sa contare
l’ignoto dell’essere soppesato
dall’oceano sonoro delle parole –
come un’èco piena di speranza,
sublimando immaginari mondi
di canto e nostalgia
in un registro ludico
senza fine.

Siano
queste la misteriosa èco

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poesia di Dumitru Găleşanu da Le luci dell\'uomo [lirica filosofica] (5 aprile 2021), traduzione di Mihaela CîrțogSegnala un problemaCitazioni simili
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Gerusalemme

Ti mostri al mondo,
schiuso dai Tuoi occhi.
D'oro ai tramonti,
all'alba spunti in fiore.
E' come miele abbandonarsi a Te,
Jerusalem
Jerusalem.

E fuochi accesi ad ardere i Tuoi fianchi,
tracce nel tempo, segni per il cuore.
Ma come è pietra risalire a Te,
Jerusalem
Jerusalem.

Sei Tu la Via
sei Tu l'Idea
l'universo della Vita, sei Tu
Sei Tu la Via,
L'universo della Vita, sei Tu.

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canzone interpretata di Amedeo MinghiSegnala un problemaCitazioni simili
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Ugo Foscolo

Sepolcri

All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
Confortate di pianto è forse il sonno
Della morte men duro? Ove più il Sole
Per me alla terra non fecondi questa
Bella d'erbe famiglia e d'animali,
E quando vaghe di lusinghe innanzi
A me non danzeran l'ore future,
Né da te, dolce amico, udrò più Il verso
E la mesta armonia che lo governa,
Né più nel cor mi parlerà lo spirto
Delle vergini Muse e dell'amore,
Unico spirto a mia vita raminga,
Qual fia ristoro a' dì perduti un sasso
Che distingua le mie dalle Infinite
Ossa che in terra e In mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,
Ultima Dea, fugge i sepolcri; e involve
Tutte cose l'obblio nella sua notte;
E una forza operosa le affatica
Di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe

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poesia di Ugo FoscoloSegnala un problemaCitazioni simili
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