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Citazioni di c est la guerre

Totò: Signora, lei vuol vedere il bollito, così davanti a tutti? E va bene, de gustibus non est sputazzendam.

replica da Totò, Vittorio e la dottoressa, scenario di Vittorio Metz (1957)Segnala un problemaCitazioni simili
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Charlie Chaplin

Henri Verdoux: Guerre, conflitti, tutti affari. Un omicidio è delinquenza, un milione è eroismo. Il numero legalizza.

replica da Monsieur Verdoux, scenario di Charlie Chaplin (1947)Segnala un problemaCitazioni simili
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La biografia è una regione molto ben definita, infatti a nord confina con la storia, a sud con la narrativa, ad est con il necrologio e ad ovest con il tedio.

citazione di Philip GuedallaSegnala un problemaCitazioni simili
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George S. Patton

Le guerre possono essere combattute con le armi, ma alla fine sono vinte dagli uomini. Sono lo spirito dell'uomo che obbedisce e lo spirito di quello che comanda che conducono alla vittoria.

citazione di George S. PattonSegnala un problemaCitazioni simili
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Elias Canetti

Per gli storici le guerre sono come sante: esse, simili a temporali utili o inevitabili, irrompono dalla sfera del sovrannaturale nell'ovvio e comprensibile corso del mondo. Io odio il rispetto degli storici dinanzi a una cosa solo per il fatto che è avvenuta, i loro criteri falsi, a posteriori, la loro impotenza che striscia dinanzi a ogni forma di potere.

citazione di Elias CanettiSegnala un problemaCitazioni simili
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Jean-Jacques Rousseau

Il primo uomo che, avendo recinto un terreno, ebbe l'idea di proclamare questo è mio, e trovò altri così ingenui da credergli, costui è stato il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie, quanti orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i pali o colmando il fosso, avesse gridato ai suoi simili: "Guardatevi dall'ascoltare questo impostore; se dimenticherete che i frutti sono di tutti e che la terra non è di nessuno, sarete perduti!"

Jean-Jacques Rousseau in Discorso sulle origini della disuguaglianza fra gli uomini (1754)Segnala un problemaCitazioni simili
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Mircea Cărtărescu

Oggi anche da noi sono penetrati dei meccanismi di mercato: il mondo degli scrittori è diventato un mondo di concorrenza. Credo in un compromesso tra il nuovo ordine letterario e i propri impulsi interiori. Se queste tendenze contrarie arrivano ad equilibrarsi, avremo la condizione felice per cui gli scrittori dell’Est possono penetrare tra i grandi scrittori conosciuti e riconosciuti come tali. Altrimenti i rischi sono o di restare un genio sconosciuto in una cultura oscura oppure che si arrivi ad essere uno scrittore di best seller che ha conquistato il mondo ma ha perso la sua anima.

Mircea Cărtărescu in intervista su StradaNove (novembre 2007)Segnala un problemaCitazioni simili
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Sigmund Freud

Lo Stato in guerra si permette tutte le ingiustizie, tutte le violenze, la più piccola delle quali basterebbe a disonorare l'individuo. Esso ha fatto ricorso, nei confronti del nemico, non solo a quel tanto di astuzia permessa, ma anche alla menzogna cosciente e voluta, e questo in una misura che va al di là di tutto ciò che si era visto nelle guerre precedenti. Lo Stato impone ai cittadini il massimo di obbedienza e di sacrificio, ma li tratta da sottomessi, nascondendo loro la verità e sottomettendo tutte le comunicazioni e tutti i modi di espressione delle opinioni ad una censura che rende la gente, già intellettualmente depressa, incapace di resistere ad una situazione sfavorevole o ad una cattiva notizia. Si distacca da tutti i trattati e da tutte le convenzioni che lo legano agli altri Stati, ammette senza timore la propria capacità e la propria sete di potenza, che l'individuo è costretto ad approvare ed a sanzionare per patriottismo.

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Friedrich Nietzsche

Per la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet e ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza. Mi sorprende di poter così vincere la mia impazienza. Ma guardare come un'opera siffatta integri la natura di un uomo. Essa è malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è quella di un individuo, bensì di una razza. Si sono mai uditi sulla scena accenti più tragici, più dolorosi? E come sono ottenuti? Senza smorfie, senza contraffazioni di alcun genere, in piena libertà dalle bugie del "grande stile". Io mi sento diventar migliore quando questo Bizet mi parla. Il mio udito si sprofonda in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti che Bizet stesso ignora. Sopra quest'opera la fatalità sta sospesa; la felicità di essa è corta, fulminea, e non conosce dilazioni. Io invidio a Bizet il coraggio di questa sua sensibilità eccezionale, che prima di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica colta d'Europa; il coraggio di questa sensibilità meridionale, brunita, arsa dal sole... Ah finalmente l'amore, l'amore ricondotto indietro verso la natura!... L'amore come destino, come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore esatto nella sua forma natura. Io non conosco altro esempio dove la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia stata espressa con tale severità, con formula così terribile come nell'ultimo grido di José: "Oui, c'est moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée....".

Friedrich Nietzsche in Il caso Wagner, l problema di un musicista (1888)Segnala un problemaCitazioni simili
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Elegia I

Quando, uomini e Dei vincendo, Amore,
Con la sua fiamma, mi bruciava il cuore,
A me, con la sua cruda furia ardendo
Il sangue e le ossa, e lo spirito e i sensi,
Ancora io non avevo tal sapienza
Per esprimer la mia sofferenza;
Né ancora Febo, che ama i Lauri verdi,
Mi aveva dato di comporre versi.
Ma adesso, che il furore suo divino
Empie d’ardore il mio spirito ardito,
Cantar mi fa, non le tonanti frecce
Del Padre Giove, e non le crude guerre,
Con cui Marte tormenta l’Universo;
La lira mi ha donato che ai bei versi
Dell’Amore già in Lesbo dava canto:
Così adesso al mio Amore darà pianto.
Dolce archetto, la mia voce addolcisci,
Che pur potrebbe spezzarsi e inasprirsi,
Narrando tante dolorose cure,
Ansie, disdette, avversità, sventure.

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poesia di Louise Labe da rivista: L’opera di Louise Labé Lionese, traduzione di Budini PaoloSegnala un problemaCitazioni simili
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