È meglio un male sperimentato che un bene ignoto.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Il gattopardo (1957)
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L'amore... fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Il gattopardo (1957)
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La facoltà di ingannare se stesso, questo requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Il gattopardo (1957)
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Ero un ragazzo cui piaceva la solitudine, cui piaceva di più stare con le cose che con le persone.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in I racconti
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Nelle persone del carattere e della classe di don Fabrizio la facoltà di essere divertiti costituisce i quattro quinti dell'affetto.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Il gattopardo (1957)
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Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Il gattopardo (1957)
Aggiunto di Simona Enache
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Io sono una persona che sta molto sola; delle mie sedici ore di veglia quotidiane dieci almeno sono passate in solitudine. E non potendo, dopo tutto, leggere sempre, mi diverto a costruire teorie le quali, del resto, non reggono al minimo esame critico.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Letteratura inglese
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Essi offrivano lo spettacolo più patetico di ogni altro, quello di due giovanissimi innamorati che ballano insieme, ciechi ai difetti reciproci, sordi agli ammonimenti del destino, illusi che tutto il cammino della vita sarà liscio come il pavimento del salone, attori ignari cui un regista fa recitare la parte di Giulietta e quella di Romeo nascondendo la cripta e il veleno, di già previsti nel copione. Né l'uno né l'altro erano buoni, ciascuno pieno di calcoli, gonfio di mire segrete, ma entrambi erano cari e commoventi metre le loro non limpide ma ingenue ambizioni erano obliterate dalle parole di giocosa tenerezza che lui le mormorava all'orecchio e dal profumo dei capelli di lei, dalla reciproca stretta di quei loro corpi destinati a morire.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Il gattopardo (1957)
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Ci rimane adesso di parlare di Emily, l'ardente, la geniale, l'indimenticabile, l'immortale Emily. Essa non scrisse che pochi versi, brevi liriche aspre, ferite, alla cui malia non si sfugge. E un romanzo. Wuthering Heights, un romanzo come non ne sono mai stati scritti prima, come non saranno mai più scritti dopo. Lo si è voluto paragonare a King Lear. Ma veramente, non a Shakespeare fa pensare Emily, ma a Freud; un Freud che alla propria spregiudicatezza e al proprio tragico disinganno unisse le più alte, le più pure doti artistiche. Si tratta di una fosca vicenda di odi, di sadismo e di represse passioni, narrate con un stile teso e corrusco spirante, fra i tragici fatti, una selvaggia purezza. Il romanzo romantico, se mi si consente il bisticcio, ha qui raggiunto il proprio zenith.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Letteratura inglese
Aggiunto di Simona Enache
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