Sonetto XXIII
Deh, s'io potessi vivere fin d'oggi,
Domani e sempre, tra le sole braccia
Dell'uomo amato, e s'egli mi dicesse
Stringendomi al suo petto: "O amica cara,
Amiamoci fra noi, ben soddisfatti
L'uno dell'altra, senza che più nulla
Possa in vita dividerci"; se, al colmo
Del possesso fra noi, mentre lo tengo
Stretto al pari dell'edera e del fusto,
La morte invidiosa ci strappasse,
L'uno all'altra, per sempre, allora, al colmo
Dei nostri amplessi, esalerei lo spirito
Mio sulle labbra sue, fino a morirne
D'una felicità che non ha nome.
poesia di Louise Labe
Aggiunto di Simona Enache
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