Se mi fermo mi arrugginisco.
Placido Domingo in sito ufficiale dell'artista
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Citazioni simili
Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno.
citazione di Hermann Hesse
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Sì, la coscienza è uno specchio. Almeno stesse fermo. Più lo fissi, invece, e più trema.
aforisma di Ugo Ojetti da Sessanta (1937)
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Con chi sta fermo il tempo? Con gli uomini di legge quando sono in ferie, perché essi dormono fra una sessione e l'altra, e non s'accorgono che il tempo si muove.
citazione di William Shakespeare
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Giusti e moderati devono essere gli atti di una rivoluzione, ma nella giustizia e moderazione vuolsi mantenere animo fermo, ché moderazione non è debolezza né stupida condiscendenza.
Santorre di Santarosa in Storia della rivoluzione piemontese del 1821 del conte di Santarosa (1850)
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È molto probabile che una tappa decisiva nel misterioso processo dell'evoluzione dell'uomo sia rappresentata dal giorno in cui un essere, che stava esplorando con curiosità il suo ambiente, fermò la sua attenzione su se stesso.
Konrad Lorenz in Gli otto peccati capitali della nostra civiltà
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Nel paese di Cesare Beccaria dovrebbe rimanere fermo il principio che ogni cittadino viene punito con un'equa commisurazione tra delitto e pena. Se un funzionario ha esorbitato, se un politico ha commesso errori di comportamento, infine, se un cittadino ha commesso reati, ci dovrebbe essere una sostanziale eguaglianza della valutazione dell'amministrazione giudiziaria rispetto a ciascuno.
citazione di Fiorentino Sullo
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Nel paese di Cesare Beccaria dovrebbe rimanere fermo il principio che ogni cittadino viene punito con un'equa commisurazione tra delitto e pena. Se un funzionario ha esorbitato, se un politico ha commesso errori di comportamento, infine, se un cittadino ha commesso reati, ci dovrebbe essere una sostanziale eguaglianza della valutazione dell'amministrazione giudiziaria rispetto a ciascuno.
Fiorentino Sullo in La repubblica probabile: Il tempo storico della costituente (1972)
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XII
Si tramutò quindi
la mia fragilità innovata
da punto fermo d’ansiosa debolezza
in strale che va verso un Ancòra;
smise d’essere motivo di sconcerto
non fu più segno di apatica vecchiezza
ma impertinente, ammiccante,
incalzante invito al gioco.
E quieto gioco è
da allora:
io, l’antico claudicante,
sbrecciato, cadente, sereno muro vivo
a rimirare laggiù
molto lontano
chi ancora tanto investe
sul moto o sull’inerzia.
poesia di Anna Antolisei da Il muro (2004)
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Giovanni Drogo adesso dorme nell'interno della terza ridotta. Egli sogna e sorride. Per le ultime volte vengono a lui nella notte le dolci immagini di un mondo completamente felice. Guai se potesse vedere se stesso, come sarà un giorno, là dove la strada finisce, fermo sulla riva del mare di piombo, sotto un cielo grigio e uniforme e intorno né una casa né un uomo né un albero, neanche un filo d’erba, tutto così da immemorabile tempo.
Dino Buzzati in Il deserto dei Tartari (1940)
Aggiunto di Simona Enache
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Eccomi preso daccapo a quest'immensa rete dorata, in cui ogni tanto bisogna cascare, volere o non volere. La prima volta ci restai quattro mesi, dibattendomi disperatamente, e benedissi il giorno che ne uscii. Ma vedo che la colpa era tutta mia, ora che ci ritorno... composto a nobile quiete, perché guai a chi viene a Parigi troppo giovane, senza uno scopo fermo, colla testa in tumulto e colle tasche vuote!
Edmondo De Amicis in Ricordi di Parigi
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* * *
Tapina me che amava uno sparviero,
amaval tanto, ch'io me ne moria:
a lo richiamo ben m'era maniero,
ed unque troppo pascer nol dovia.
Or è montato e salito sì altero,
assai più altero che far non solìa;
ed è assiso dentro a un verziero,
e un'altra donna l'averà in balia.
Isparvier mio, ch'io t'avea nodrito;
sonaglio d'oro ti facea portare,
perchè nell'uccellar fossi più ardito;
or sei salito siccome lo mare,
ed hai rotto li geti e sei fuggito,
quando eri fermo nel tuo uccellare.
poesia di Nina Siciliana
Aggiunto di Simona Enache
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La prima qualità di un onest'uomo è il disprezzo della religione, che ci vuole timorosi della cosa più naturale del mondo, che è la morte, odiatori dell'unica cosa bella che il destino ci ha dato, che è la vita, e aspiranti a un cielo dove di eterna beatitudine vivono solo i pianeti, che non godono né di premi né di condanne, ma del loro moto eterno, nelle braccia del vuoto. Siate forte come i saggi dell'antica Grecia e guardate alla morte con occhio fermo e senza paura.
citazione di Umberto Eco
Aggiunto di Simona Enache
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Esso non esiste. È perfino urtante; se mi alzassi e strappassi questo disco dal piatto che lo regge e lo spezzassi in due, non lo raggiungerei nemmeno. Esso è al di là — sempre al di là di qualche cosa, d'una voce, d'una nota di violino. Attraverso spessori e spessori d'esistenza, si svela, sottile e fermo, e quando lo si vuole afferrare non s'incontra che degli esistenti, si cozza contro esistenti privi di senso. È dietro di essi: non lo odo nemmeno, odo dei suoni, delle vibrazioni che lo rivelano. Ma esso non esiste, poiché non ha niente di troppo: è tutto il resto che è di troppo in rapporto ad esso. Esso è.
Jean-Paul Sartre in La nausea (2003)
Aggiunto di Simona Enache
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Sfoga pur contro me, Cielo adirato
Sfoga pur contro me, Cielo adirato
quanto più fai tuo crudo aspro furore
ch'indarno tenti di fierezza armato
spegner favilla al mio cocente ardore.
Puoi ben tormi, ch'io possa in su l'Amato
volto nutrir quest'affannato cuore
ma sveller non puoi già del manco lato
il dolce stral con cui ferimmi Amore.
Siami pur forte rea ogn'or più infesta
viva pur l'alma in pianto ed in cordoglio
che il mio fermo desir ciò non s'arresta.
Io son di vera fede immobil scoglio
cui di continuo il vento, e 'l mar tempesta
ma non si frange al lor feroce orgoglio.
poesia di Aurora Sanseverino
Aggiunto di Simona Enache
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Peachum (al pubblico): Bisogna che succeda qualcosa di nuovo. Il lavoro che faccio è troppo difficile, perché il mio lavoro consiste nell'eccitare la compassione umana. Vi sono alcune cose – poche! – capaci di commuovere l'uomo, alcune poche, ma il male è che, se le usate di frequente, perdono il loro effetto. Perché gli uomini hanno la tremenda facoltà di rendersi insensibili per così dire a proprio piacimento. Così per esempio avviene che un uomo, che veda un altro uomo fermo all'angolo di una strada con un moncherino al braccio, la prima volta resti così turbato da dargli senz’altro dieci penny; ma la seconda gli dà soltanto cinque penny, e se lo vede una terza volta, lo consegna tranquillamente alla polizia, Lo stesso accade con le risorse di ordine morale.
replica da L'opera da tre soldi, Atto I, Scena 1, scenario di Bertolt Brecht (1928)
Aggiunto di Dan Costinaş
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L'ora nostra
Sai un'ora del giorno che più bella
sia della sera? tanto
più bella e meno amata? È quella
che di poco i suoi sacri ozi precede;
l'ora che intensa è l'opera, e si vede
la gente mareggiare nelle strade;
sulle mole quadrate delle case
una luna sfumata, una che appena
discerni nell'aria serena.
È l'ora che lasciavi la campagna
per goderti la tua cara città,
dal golfo luminoso alla montagna
varia d'aspetti in sua bella unità;
l'ora che la mia vita in piena va
come un fiume al suo mare;
e il mio pensiero, il lesto camminare
della folla, gli artieri in cima all'alta
scala, il fanciullo che correndo salta
sul carro fragoroso, tutto appare
fermo nell'atto, tutto questo andare
ha una parvenza d'immobilità.
È l'ora grande, l'ora che accompagna
meglio la nostra vendemmiante età.
poesia di Umberto Saba
Aggiunto di Simona Enache
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Homo sum
Io pago tutto.
Non c'è peccato
ch'io non abbia finora
debitamente scontato.
Ho un organismo vitale
che vuole, contrariamente
al Diavolo di Goethe,
vuole il Bene e fa il Male.
Pensate quale puntualità
e che liste di conti da saldare.
Ai messi del Signore
l'uscio della mia casa è sempre aperto.
E spesso delle loro intimazioni,
prevenendole,
io stesso senz'attenderli
mi faccio esecutore.
Sì che quand'essi giungono
ritto sull'uscio lo fermo
e li rimando dicendo:
Amici, sono anch'io
cursore e complice di Dio.
Che dunque venite a fare
se il debito è già pagato?
Forse è perciò che una donna cattiva
suole dire celiando
ch'io sono un santo e innanzi di morire
farò miracoli.
Talvolta infatti io mi vedo come uno
di quei poveri santi
che sulle tele delle sacrestie
stanno in adorazione della Vergine,
inutilmente aspettando
un suo sguardo.
Ma vi dico, in verità,
che volentieri darei, se pur l'avessi,
una tanto gloriosa vocazione
per un poco d'allegra umanità.
poesia di Vincenzo Cardarelli
Aggiunto di Simona Enache
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Il Borgo
Fu nelle vie di questo
Borgo che nuova cosa
m'avvenne.
Fu come un vano
sospiro
il desiderio improvviso d'uscire
di me stesso, di vivere la vita
di tutti,
d'essere come tutti
gli uomini di tutti
i giorni.
Non ebbi io mai sì grande
gioia, né averla dalla vita spero.
Vent'anni avevo quella volta, ed ero
malato. Per le nuove
strade del Borgo il desiderio vano
come un sospiro
mi fece suo.
Dove nel dolce tempo
d'infanzia
poche vedevo sperse
arrampicate casette sul nudo
della collina,
sorgeva un Borgo fervente d'umano
lavoro. In lui la prima
volta soffersi il desiderio dolce
e vano
d'immettere la mia dentro la calda
vita di tutti,
d'essere come tutti
gli uomini di tutti
i giorni.
La fede avere
di tutti, dire
parole, fare
cose che poi ciascuno intende, e sono,
come il vino ed il pane,
come i bimbi e le donne,
valori
di tutti. Ma un cantuccio,
ahimé, lasciavo al desiderio, azzurro
spiraglio,
per contemplarmi da quello, godere
l'alta gioia ottenuta
di non esser più io,
d'essere questo soltanto: fra gli uomini
un uomo.
Nato d'oscure
vicende,
poco fu il desiderio, appena un breve
sospiro. Lo ritrovo
- eco perduta
di giovinezza - per le vie del Borgo
mutate
più che mutato non sia io. Sui muri
dell'alte case,
sugli uomini e i lavori, su ogni cosa,
è sceso il velo che avvolge le cose
finite.
La chiesa è ancora
gialla, se il prato
che la circonda è meno verde. Il mare,
che scorgo al basso, ha un solo bastimento,
enorme,
che, fermo, piega da un parte. Forme,
colori,
vita onde nacque il mio sospiro dolce
e vile, un mondo
finito. Forme,
colori,
altri ho creati, rimanendo io stesso,
solo con il mio duro
patire. E morte
m'aspetta.
Ritorneranno,
o a questo
Borgo, o sia a un altro come questo, i giorni
del fiore. Un altro
rivivrà la mia vita,
che in un travaglio estremo
di giovinezza, avrà per egli chiesto,
sperato,
d'immettere la sua dentro la vita
di tutti,
d'essere come tutti
gli appariranno gli uomini di un giorno
d'allora.
poesia di Umberto Saba
Aggiunto di Simona Enache
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