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Puttanoroscopo

Cos'è questo?
Un uovo?
Per i fratelli Boot! puzza di fresco.
Daglielo a Gillot.

Galileo come va
e le sue terze parallele!
Quel vecchio infame archipenzolatore figlio di un cantiniere!
Ci muoviamo disse eccoci lanciati - Porca Madonna!
come un nostromo, o un Pretendente sacco-di-patate alla carica.
Quello non è muoversi, è muoversi.

Cos'è questo?
Una frittatina verde o una fungosa?
Due ovari frustati al prostisciutto?
Quanto l'inuterò, la pennuta?
Tre giorni e quattro notti?
Daglielo a Gillot.

Faulhaber, Beeckman e Pietro il Rosso,
venite adesso nella nebulosa valanga o nuvola cristallina rosso-sole di Gassendi
e vi cristallerò tutte le vostre da gallina-e-mezzo
o una lente sotto il píutnino a mezzo-giorno.

Pensare che era mio fratello, Pietro Pugni-di-ferro,
e non ci avreste tirato fuori un sillogismo
come se il Babbo ci fosse ancora dentro.
Ehi! dammi quelle monete
dolce sudore zigrinato del mio fegato ardente!
Ai giorni che sedevo nella stufa scagliando gesuiti dal lucernario.

Chi è quello? Hals?
Che aspetti.

La mia bircietta stinta!
Mi nascondevo e cercavi.
E Francine frutto mio prezioso di un feto da casa-e-salotto!
Che esfogliazione!
La sua piccola epidermide grigia scorticata e le tonsille scarlatte!
Figlia mia unica
fiagellata dalla febbre fino al sangue, scuro, stagnante... sangue!
O Harvey amato
come faranno il rosso e il bianco, i molti nei pochi,
(caro Harvey batti-sangue)
a turbinare attraverso quel frullatore fesso?
E il quarto Enrico venne alla cripta della freccia.

Cos'è questo?
Quanto tempo?
Covalo.

Un vento maligno scagliava il mio sconforto senza speranza
contro le aguzze torri dell'unica signora:
non una né due volte bensí...
(Bordello di Cristo covalo!)
in un solo annegamento di sole
(Gesuitastri prego copiare).
Dunque avanti con la calza di seta sulla maglia, e il morbido cuoio
- ma che dico! il gentile canovaccio -
e via a Ancona sul brillante Adriatico
e addio per un po' alla chiave giall dei Rosacrociani.
Non sanno ciò che il maestro di color che fanno fece,
che il naso è toccato dal bacio di ogni aria immonda e pura,
e i timpani, e il trono della cala fecale,
e gli occhi dai suoi zigzag.
Cosí Lo beviamo e Lo mangiamo
e l'annacquato Beaune e i cubi raffermi di Hovis
perché Egli può tarantellare
tanto vicino tanto lontano dalla Sua Tarantellante Essenza
e tanto mesto tanto vivace quanto il calice o il vassoio richiedano.
Che ne dici, Antonio?

In nome di Verulamio vuoi pollarmi quell'uovo!
Dovrò ingoiare fantasmi di grotta?

Anna Mari!
Legge Mosè e dice che il suo amore è crocifisso.
Leider! Leider! Fiorí e s'appassi,
pallido pappagallo abusivo su una finestra del corso.
No, ci credo dalla prima all'ultima parola ti giuro.
Fallor, ergo sum!
Vecchio pudico sfioratore!
Un gran "tolle" e "lege"
poi si abbottonava il panciotto da redentorista
Non fa niente, lascia perdere.
Sono uno sfacciato lo so
dunque non sono figlio mio
(anche se fossi portinaio)
né di Joachim mio padre
ma scheggia di un ceppo perfetto che non è vecchio né nuovo,
petalo isolato di un'alta grossa rosa splendente.

Sei finalmente maturo,
esile pallido tordo mio dal doppio-petto?
Come odora bene
questo aborto di pulcino!
Lo mangerò col coltello da pesce.
Bianco e tuorlo e piume.
Poi mi alzerò e mi avvierò
verso Raab delle nevi,
l'amazzone assassina mattiniera confessata dal Papa,
Cristina la sventrattice".
O Weulles risparmia il sangue di un franco
che ha salito le amare scale
(René du Perron ... !)
e concedimi la mia seconda
ora inscrutabile senza stelle.

poesia di Samuel Beckett (1930)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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