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William Shakespeare

Sonetto 2

Quando quaranta inverni assedieranno la tua fronte
e profonde trincee solcheranno il campo della tua bellezza,
l'orgoglioso manto della gioventù, ora ammirato,
sarà a brandelli, tenuto in nessun conto.
Allora, se richiesto dove la tua bellezza giace,
dove il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
rispondere ch'essi s'adagiano infossati nei tuoi occhi
per te vergogna bruciante sarebbe e ridicolo vanto.
Quanta più lode meriterebbe la tua bellezza,
se tu potessi replicare: "Questo mio bel bambino
pareggia il conto e fa perdonare il passare degli anni",
dando prova che la sua bellezza da te fu data.
Sarebbe questo un sentirsi giovane quando sei vecchio,
mirare il tuo sangue caldo quand'esso nelle tue vene è freddo.

poesia di William ShakespeareSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Pablo Neruda

Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli

Ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe.

poesia di Pablo Neruda da Venti poesie d'amore e una canzone disperata (1924)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Puşkin

Ricordo il meraviglioso istante

Ricordo il meraviglioso istante: davanti a me apparisti tu,
come una visione fugace, come il genio della pura bellezza.

Nei tormenti di una tristezza disperata, nelle agitazioni di una rumorosa vanità,
suonò per me a lungo la tenera voce, e mi apparvero in sogno i cari tratti.

Passarono gli anni. Il ribelle impeto delle tempeste disperse i sogni di una volta,
e io dimenticai la tua tenera voce, i tuoi tratti celestiali.

Nella mia remota e oscura reclusione trascorrevano quietamente i miei giorni
senza divinità, senza ispirazione, senza lacrime, senza vita, senza amore.

Ma venne dell'anima il risveglio: ed ecco di nuovo sei apparsa tu,
come una visione fugace, come il genio della tua pura bellezza.

E il cuore batte nell'inebriamento, e sono per esso risuscitati di nuovo
e la divinità e l'ispirazione, e la vita, e le lacrime e l'amore.

poesia di PuşkinSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Vecchio oceano, dalle onde di cristallo, tu somigli proporzionalmente a quei segni azzurrognoli che si vedono sul dorso martoriato dei mozzi; tu sei un livido immenso, applicato sul corpo della terra: mi piace questo paragone. Così, al tuo primo apparire, un soffio lungo di tristezza che si potrebbe credere il mormorio della tua brezza soave, passa, lasciando tracce incancellabili sull'anima profondamente sconvolta, e tu richiami alla memoria dei tuoi amanti, senza che se ne rendano sempre conto, i rudi inizi dell'uomo, quando fa la conoscenza del dolore che non lo lascerà più.

Conte di Lautréamont in I Canti di Maldoror (1995)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Cosa penso della bellezza umana? Quale bellezza salverà il mondo?
C'è solo un esempio di bellezza sulla terra ed è Gesù Cristo. La manifestazione di questa figura è di incommensurabile bellezza e certamente un miracolo.
Per san Giovanni la bellezza va in questa direzione: l'unica bellezza consiste nell'incarnazione. Questa è la manifestazione della Bellezza. La bellezza, intesa come bellezza spirituale, salverà il mondo nel senso di privilegiare la vita.

Camelia Oprița in Ecce homo (dicembre 2007)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Alberto Casiraghy
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Volevo amarti un po’

Volevo amrti un po'
per non soffrire più
tu eri quello giusto per giocare
per divertirsi ancora
per ridere di noi
per non pensare troppo
per dormire...

Poi ho sentito
la tua energia
la tua testa dura
la tua follia
la tua dolcezza
che mi ha viziata
ed il girasole
della tua risata
e con te potrei
gettare via
il mio tempo che coltiva
la malinconia.
Volevo amarti un po'
ma ti amo già di più
è questo che mi fa più paura...

Ma grazie a te
sorrido anch'io
perchè affronti tu
al posto mio
i miei fantasmi
e i miei non so
e il mio ribellarmi
finchè vivrò
e anche se ti chiamo
il mio bambino
forse è già destino che
tu mi porti via

Volevo amarti un po'
ma ti amo già di più
è questo che mi fa più paura.
Volevo amarti un po'
ma ti amo già di più
e tu mi chiedi se
sono tua?...

canzone interpretata di Ornella VanoniSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Giuramento per la mamma

Giuro, che fra anni, chi sa quando,
io sarò la tua luce
e asciugherò la tua lacrima.

Prego il buon Dio,
che faccia dondolare sulla mia faccia,
la luce del tuo viso.
E tu mamma, guarda alla mattina,
nello specchio gli occhi verdi,
i tuoi o i miei,
dalle lontananze vedi?
Lacrima di felicità la tua,
di dolore e sofferenza la mia.

poesia di Gabriela Ana Balan (2014), traduzione di Denisa BalanSegnala un problemaCitazioni simili
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William Shakespeare

Sonetto 24

Il mio occhio s'è fatto pittore ed ha tracciato
L'immagine tua bella sul quadro del mio cuore;
il mio corpo è cornice in cui è racchiusa,
Prospettica, eccellente arte pittorica,
Ché attraverso il pittore devi vederne l'arte
Per trovar dove sia la tua autentica immagine dipinta,
Custodita nella bottega del mio seno,
Che ha gli occhi tuoi per vetri alle finestre.
Vedi ora come gli occhi si aiutino a vicenda:
I miei hanno tracciato la tua figura e i tuoi
Son finestre al mio seno, per cui il Sole
Gode affacciarsi ad ammirare te.
Però all'arte dell'occhio manca la miglior grazia:
Ritrae quello che vede, ma non conosce il cuore.

poesia di William ShakespeareSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Novalis

Chi ti ha guardata

Chi ti ha guardata una volta, irretito
non sarà mai dalla rovina, o Madre;
da te lontano, cede alla tristezza,
ti amerà sempre con passione ardente,
e la memoria in lui della tua grazia
resta il più alto volo del suo spirito.

Mi volgo a te con devozione immensa,
tu già conosci quello che mi manca.
Sii tenera con me, Madre soave,
dammi un segno di gioia, finalmente.
Tutta la mia esistenza in te riposa,
resta vicino a me solo un istante.

Più volte nei miei sogni ti ho veduta
così bella, e nell'intimo amorosa;
il piccolo dio che avevi tra le braccia
voleva muoversi a pietà del compagno;
ma tu tornasti, levando il tuo sguardo
sublime, tra le nuvole in tripudio.

Me infelice! che cosa ti ho mai fatto?
Pieno di nostalgia, ti prego ancora;
non sono il luogo dove la mia vita
trova pace, le tue cappelle sante?
Regina benedetta,
prenditi questo cuore e questa vita.

Lo sai, regina amata,
che sono tutto interamente tuo.
Non ho goduto già da lungo tempo
nel segreto del cuore la tua grazia?
Quando ero ancora ignaro di me stesso
succhiavo il latte al tuo beato seno.

Sei stata accanto a me infinite volte,
guardavo a te con gioia di fanciullo;
mi tendeva le mani - perché un giorno
potesse ritrovarmi - il tuo bambino.
Con dolce e tenero sorriso - oh tempo
di paradiso! - un bacio tu mi davi.

Questo beato mondo ora è lontano,
e già da tempo il lutto mi accompagna,
perdutamente ho continuato a errare:
dunque ho peccato in modo così grave?
Fanciullo, tocco l'orlo del tuo manto,
svegliami tu da questo grave sogno.

Solo un fanciullo può guardarti in viso,
con fiducia aspettare il tuo soccorso;
allora sciogli il vincolo degli anni,
ch'io ritorni com'ero, il tuo bambino.
Vivono in me la fedeltà, l'amore
mio di fanciullo, da quel tempo d'oro.

poesia di NovalisSegnala un problemaCitazioni simili
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Rabindranath Tagore

Smettila di cantare

Smettila di cantare i tuoi inni,
di recitare le tue orazioni!
Chi adori in quest'angolo buio
e solitario d'un tempio
le cui porte sono tutte chiuse?
Apri i tuoi occhi e guarda:
non è qui il tuo Dio.

E' là dove l'aratore
ara la dura terra,
dove lo spaccapietre
lavora alla strada.
E' con loro nel sole e nella pioggia,
la sua veste è coperta di polvere.
Levati il manto sacro
e scendi con lui nella polvere.

Liberazione?
Dove credi di poter trovare
liberazione?
li tuo stesso signore
ha preso su di sé lietamente
i legami della creazione -
è legato a noi tutti per sempre.

Lascia le tue meditazioni,
abbandona l'incenso e i tuoi fiori!
Che male c'è se le tue vesti
diventano sporche e stracciate?
Va incontro a lui,
sta presso di lui
nel lavoro e nel sudore della fronte.

poesia di Rabindranath TagoreSegnala un problemaCitazioni simili
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Umberto Saba

A mia moglie

Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.
Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

poesia di Umberto SabaSegnala un problemaCitazioni simili
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Semplicemente Tua

Ho sbagliato continuamente
con il corpo e con la mente,
ho cercato inutilmente
i tuoi gesti, le parole
che mi fan morire il cuore.
Ho dato a te
gli anni più belli
quelli veri, quelli verdi,
oggi lo so
ho sbagliato
ho cercato, provocato
e poi
preso un pò di niente
sono qui.
Semplicemente tua
meravigliosamente tua
fra le tue braccia
ancora tua.
Nella mia gioia
nel mio dolore
come ti odio
ma poi ti amo.

canzone interpretata di Mina MazziniSegnala un problemaCitazioni simili
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Nazim Hikmet

I tuoi occhi

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all'ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questo fine di maggio, dalle parti d'Antalya
sono così, le spighe, di primo mattino;

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d'autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno
che gli uomini si guarderanno l'un l'altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.

poesia di Nazim HikmetSegnala un problemaCitazioni simili
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Ugo Foscolo

Per la sentenza capitale

Te nudrice alle Muse, ospite e Dea
Le barbariche genti che ti han doma
Nomavan tutte; e questo a noi pur fea
Lieve la varia, antiqua, infame soma.

Ché se I tuoi vizj, e gli anni, e sorte rea
Ti han morto il senno ed il valor di Roma,
In te viveva il gran dir che avvolgea
Regali allori alla servil tua chioma.

Or ardi, Italia, al tuo Genio ancor queste
Reliquie estreme di cotanto impero;
Anzi il toscano tuo parlar celeste

Ognor più stempra nel sermon straniero,
Onde, più che di tua divisa veste,
Sia il vincitor di tua barbarie altero.

poesia di Ugo FoscoloSegnala un problemaCitazioni simili
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Preoccupazione

Aedo della speranza,
ho desiderato godermi
poesia -scrivendo poesia,
in tal senso -contro la fermata in tempo –
mi sono orientato in modo garbato
ai letterati rinomati,
prendendo lezioni sottili
di melancolia.

Uscendo fuori strada
sui viali del vento,
ho attraversato l’alto
da un capo all’altro,
fermandomi giù
al sale della terra.

Ma non ho scoperto
subito
l’intero panorama,
un cortocircito allo stomaco
mi ha fatto a domandarmi improvvisamente:
che cosa ti puoi aspettare
in una citta
dove i poeti
non sono ascoltati?,
dove quasi tutti
con obbedienza aprono il cuore
a nienti brillanti?

Ho
visto anche gente
pensierosa -indignata
dall’ambiguità della luce,
dal fatto che... il dio
ha lasciato l’uomo solo –
da quando questo si è fidato
totalmente dell’atomo.
Sotto la corona di questo
secolo meraviglioso inutile,
sembrava una speranza vana
che il mondo si salverà, tuttavia,
saggiamente
-attraverso l’arte.

Dio
è dappertutto,
anche nei tuoi pensieri bizzarri.
Perché non sarebbe la tua gente lontana
la tua gente, davvero?
Ciascuno mettendo
il futuro della terra
nel raggio orgoglioso di sole.

Ecco,
sull’asfalto rancido
tra bolle gioiose di sapone,
i bambini dipingono il camino antico –
sciami stellari e galassie,
senza dimenticare l’iperpensieroso
sole.

poesia di Dumitru Găleşanu da Le luci dell\'uomo [lirica filosofica] (5 aprile 2021), traduzione di Mihaela CîrțogSegnala un problemaCitazioni simili
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A se stesso

Il sonno, quel sonno che fu, che torna
a insidiarti e ti nega la luce,
recede dove non sei, avanza dove
non sarai, la tua negazione
la tua presenza che si attorcono
su per la pianta dell'esistere,
quel silenzio del sonno, quella
parola che non osava di dirsi
e in te giaceva, giacerà, sarà
il tuo naturale, vita come morte,
morte come vita, abbracciata all'eterno.

poesia di Carlo BetocchiSegnala un problemaCitazioni simili
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Pablo Neruda

Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amore mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

poesia di Pablo NerudaSegnala un problemaCitazioni simili
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Pablo Neruda

Poem XVII

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

poesia di Pablo NerudaSegnala un problemaCitazioni simili
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Pablo Neruda

La notte nell'isola

Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell'isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l'acqua.

Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell'alto o nel profondo,
in alto come rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.

Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
- pane, vino, amore e collera -
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.

Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l'oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d'improvviso
in mezzo all'ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.

Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d'acqua marina, di alghe,
del fondo della tua vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall'aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.

poesia di Pablo Neruda da Venti poesie d'amore e una canzone disperata (1924)Segnala un problemaCitazioni simili
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Edgar Allan Poe

Al fiume

Bel fiume! Nel tuo limpido flutto
di lucido cristallo, acqua errabonda,
tu sei emblema d'una fulgente
beltà - cuore non disvelato -
piacevole intrico dell'arte
nella figlia del vecchio Alberto;

ma quando la tua onda ella contempla -
che scintilla allora e tremola,
oh, allora il più leggiadro rivo
si fa simile a colui che l'adora:
chè nel cuore di lui, come nel tuo scorrere,
l'immagine di colei è radicata:
in quel cuore che tremola al raggio
di occhi che cercano l'anima.

poesia di Edgar Allan PoeSegnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

La bellezza

E un poeta disse: Parlaci della Bellezza.
E lui rispose:
Dove cercherete e come scoprirete la bellezza, se essa stessa non vi è di sentiero e di guida?

E come potrete parlarne, se non è la tessitrice del vostro discorso?
L'afflitto e l'offeso dicono: "La bellezza è nobile e indulgente.
Cammina tra noi come una giovane madre confusa dalla sua stesa gloria".
E l'appassionato dice: "No, la bellezza è temibile e possente.
Come la tempesta, scuote la terra sotto di noi e il cielo che ci sovrasta".

Lo stanco e l'annoiato dicono: "La bellezza è un lieve bisbiglio. Parla del nostro spirito.
La sua voce cede ai nostri silenzi come una debole luce che trema spaurita dall'ombra".
Ma l'inquieto dice: "Abbiamo udito il suo grido tra le montagne,
E con questo grido ci sono giunti strepito di zoccoli, battiti d'ali e ruggiti di leoni".

Di notte le guardie della città dicono: "La bellezza sorgerà con l'alba da oriente".
E al meriggio colui che lavora e il viandante dicono:
"L'abbiamo vista affacciarsi sulla terra dalle finestre del tramonto".
D'inverno, chi è isolato dalla neve dice: "Verrà con la primavera balzando di colle in colle".
E nella calura estiva il mietitore dice: "L'abbiamo vista danzare con le foglie dell'autunno e con la folata di neve nei capelli".
Tutte queste cose avete detto della bellezza,
Tuttavia non avete parlato di lei, ma di bisogni insoddisfatti.
E la bellezza non è un bisogno, ma un'estasi.
Non è una bocca assetata, né una mano vuota protesa,
Ma piuttosto un cuore bruciante e un'anima incantata.
Non è un'immagine che vorreste vedere né un canto che vorreste udire,
Ma piuttosto un'immagine che vedete con gli occhi chiusi, e un canto che udite con le orecchie serrate.
Non è la linfa nel solco della corteccia, né l'ala congiunta all'artiglio,
Ma piuttosto un giardino perennemente in fiore e uno stormo d'angeli eternamente in volo.

Popolo di Orfalese, la bellezza è la vita, quando la vita disvela il suo volto sacro.
Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio.
Ma voi siete l'eternità e siete lo specchio.

poesia di Khalil Gibran da Il ProfetaSegnala un problemaCitazioni simili
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