Al batter del martello si scopre la magagna.
proverbi italiani
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Con la mia macchina, vi faccio saltare la testa in un batter d'occhio, e voi non soffrite.
Joseph-Ignace Guillotin in Le Moniteur universel
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All'uomo che possiede solo un martello, tutto ciò che incontra appare come un chiodo.
citazione di Jane Fonda
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Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa ed il martello della lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid!
Nelson Mandela in messaggio dal carcere
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I piaceri sensuali passano e svaniscono in un batter d'occhio, ma l'amicizia tra noi, la reciproca confidenza, le delizie del cuore, l'incantesimo dell'anima, queste cose non periscono, non possono essere distrutte. Ti amerò fino alla morte.
citazione di Voltaire
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Il grido del pavone, le scariche di martello pneumatico del picchio. L’uh-uh dell’upupa, il gu-gu del piccione. Sembrano dirmi: che te ne fai della logica?
aforisma di Antonio Castronuovo da Se mi guardo fuori. Diari e aforismi 1995-2007
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Il presente non contiene altro che il passato; così, ciò che si scopre nell'effetto si trovava già nella causa.
citazione di Henri Bergson
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La satira è una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti tranne la propria.
Jonathan Swift in Battaglia dei libri
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Un ottimista è uno che sa esattamente che posto schifoso possa essere il mondo; un pessimista è uno che lo scopre da capo ogni mattina.
citazione di Peter Ustinov
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Il genio umoristico di Dickens è legato al suo senso morale. La sua comicità si esprime al massimo della forza quando scopre nuovi peccati.
citazione di George Orwell
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Di mistero in mistero si scopre il valore dell'inesistente.
aforisma di Marcella Tarozzi da L'aforisma in Italia. Antologia dal Premio “Torino in Sintesi” (settembre 2011)
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Non si potrebbe così bene intendere una cosa e renderla propria quando la si impara da un altro, come quando la si scopre da sé.
Descartes in Discorso sul metodo
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Una democrazia moderna è una tirannia dai confini indefiniti; si scopre quando ci si può spingere in là solo procedendo su di una linea retta finché si viene bloccati.
Norman Mailer in The Presidential Papers (1964)
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Ogni uomo dovrebbe guardare dentro di sé per imparare il significato della vita. Non è qualcosa che si scopre: è qualcosa che si deve modellare.
citazione di Antoine De Saint-Exupéry
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Quasi nessuno scopre mai che le sue azioni feriscono davvero gli altri. La gente non migliora, diventa solo più furba. Quando diventi più furbo, non smetti di strappare le ali alle mosche, cerchi solo di trovare dei motivi migliori per farlo.
Stephen King in Carrie
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Ho tentato di accorciare al minimo gli aforismi, che ho ridotto a una riga. Se una volta esistevano le massime, le mie possono essere definite al contrario "minime". Ho voluto divertirmi con le parole, creando paradossi e rovesciando proverbi. È possibile farlo, fin dal momento in cui si scopre che il mondo non è più "paese" ma è diventato oggi tutto "palese".
Antonio Castronuovo in intervista
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L’amore nella vita vive quattro fasi, l’una evolve nell’altra e vi si somma, fino alla maturità piena. Nella prima fase il bambino dice: "Io amo me". L’ego è il centro del mondo. Poi, scopre piano piano gli altri e dice: "Io amo me in te; mi riconosco in te". Ma è come l’amore verso la madre che lo alimenta, lo protegge, lo ama, significa quindi "Ti voglio bene perché sei mia". Nell’adolescenza: "Mi piace come sei e quello che fai, quindi ti amo". Fino a che fai quel che mi piace io ti amo. L’amore maturo dice: "Ti amo perché mi curo di te, il tuo benessere è il mio, mi spendo per te".
citazione di Erik Erikson
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Sera di Gavinana
Ecco la sera e spiove
sul toscano Appennino.
Con lo scender che fa le nubi a valle,
prese a lembi qua e là
come ragne fra gli alberi intricate,
si colorano i monti di viola.
Dolce vagare allora
per chi s'affanna il giorno
ed in se stesso, incredulo, si torce.
Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
un vociar lieto e folto in cui si sente
il giorno che declina
e il riposo imminente.
Vi si mischia il pulsare, il batter secco
ed alto del camion sullo stradone
bianco che varca i monti.
E tutto quanto a sera,
grilli, campane, fonti,
fa concerto e preghiera,
trema nell'aria sgombra.
Ma come più rifulge,
nell'ora che non ha un'altra luce,
il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
Sui tuoi prati che salgono a gironi,
questo liquido verde, che rispunta
fra gl'inganni del sole ad ogni acquata,
al vento trascolora, e mi rapisce,
per l'inquieto cammino,
sì che teneramente fa star muta
l'anima vagabonda.
poesia di Vincenzo Cardarelli
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Teatro degli Artigianelli
Falce martello e la stella d'Italia
ornano nuovi la sala. Ma quanto
dolore per quel segno su quel muro!
Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo.
Saluta al pugno; dice sue parole
perché le donne ridano e i fanciulli
che affollano la povera platea.
Dice, timido ancora, dell'idea
che gli animi affratella; chiude: "E adesso
faccio come i tedeschi: mi ritiro".
Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
rosseggia parco ai bicchieri l'amico
dell'uomo, cui rimargina ferite,
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
venuto qui da spaventosi esigli,
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.
Questo è il Teatro degli Artigianelli,
quale lo vide il poeta nel mille
novecentoquarantaquattro, un giorno
di Settembre, che a tratti
rombava ancora il canone, e Firenze
taceva, assorta nelle sue rovine.
poesia di Umberto Saba
Aggiunto di Simona Enache
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Vita, cosa sei?
Vita… cosa sei?
Forse un anelito torrido
come gli aliséi?
Oppure un rivolo, mai arido,
d'acqua diafana e calma,
benedetta dal Signore,
per sedare l'alidore
dell'assetata alma?
S'ode una bronzea campana
tintinnare tinnula,
e ci si bea al suo tinnìo,
ché pare d'ascoltare
cinquecento cherubini
dal vociar giocondo,
che danzando tondo a tondo,
con sorrisi ragazzini,
rifulgon più del Sole.
Vita… cosa sei?
Non certo la linea abbozzata
da fanciulli pellegrini
nel tratteggio di due date,
ma un fuggevole interludio
fra Mistero e Verità:
un passaggio transitorio
al di là dell'odio
e dell'umana vanità.
Perciò, campana scura,
con tripudio devi clangore
e che il tuo piglio sia a martello;
noi, quaggiù, con l'occhio terso,
non abbiamo più paura:
intoneremo senza piangere,
il tuo gaudioso ritornello,
con lo sguardo in su riverso
a quel turchino manto,
oltre il quale s'alza un canto
che ha sapor d'alba infinita,
poiché Lassù è la Vera Vita.
poesia di Davide Vaccino
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A mia moglie
Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.
Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.
poesia di Umberto Saba
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