È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti!
Giosuè Carducci in Confessioni e battaglie
Aggiunto di Simona Enache
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L'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.
Giosuè Carducci in Bozzetti critici e discorsi letterari
Aggiunto di Simona Enache
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Oh, noci della Carnia, addio! Erra tra i vostri rami il pensier mio sognando l'ombre d'un tempo che fu!
Giosuè Carducci in Il comune rustico
Aggiunto di Simona Enache
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L'arte, come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente... aristocratica.
Giosuè Carducci in Schermaglie di letteratura
Aggiunto di Simona Enache
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Colui che potendo dire una cosa in dieci parole ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.
citazione di Giosuè Carducci
Aggiunto di Simona Enache
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* * *
Lieta del fato Brescia raccoltemi,
Brescia la forte, Brescia la ferrea,
Brescia leonessa d'Italia
beverata nel sangue nemico.
poesia di Giosuè Carducci
Aggiunto di Simona Enache
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I giovini non possono generalmente esser critici; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi.
Giosuè Carducci in Confessioni e battaglie
Aggiunto di Simona Enache
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Nevicata
Lenta fiocca la neve del cielo cinereo: gridi,
suoni di vita piú non salgon da la città,
non d'erbaiola il grido o corrente rumore di carro,
non d'amor la canzon ilare e di gioventú.
Da la torre di piazza roche per l'aere le ore
gemon, come sospir d'un mondo lungi dal dí.
Picchiano uccelli raminghi à vetri appannati: gli amici
spiriti reduci son, guardano e chiamano a me.
In breve, o cari, in breve - tu càlmati, indomito cuore -
giú al silenzio verrò, ne l'ombra riposerò.
poesia di Giosuè Carducci
Aggiunto di Simona Enache
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Colloqui con gli alberi
Te che solinghe balze e mèsti piani
Ombri, o quercia pensosa, io piú non amo,
Poi che cedesti al capo de gl’insani
Eversor di cittadi il mite ramo.
Né te, lauro infecondo, ammiro o bramo,
Che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani
Orgogli accampi in mezzo al verno gramo
O in fronte a calvi imperador romani.
Amo te, vite, che tra bruni sassi
Pampinea ridi, ed a me pia maturi
Il sapïente de la vita oblio.
Ma piú onoro l’abete: ei fra quattr’assi,
Nitida bara, chiuda al fin li oscuri
Del mio pensier tumulti e il van desio.
poesia di Giosuè Carducci da Rime nuove (1873)
Aggiunto di Dan Costinaş
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Roma
Roma, ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante:
accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce.
Non curïoso a te de le cose piccole io vengo:
chi le farfalle cerca sotto l'arco di Tito?
Che importa a me se l'irto spettral vinattier di Stradella
mesce in Montecitorio celie allobroghe e ambagi?
e se il lungi operoso tessitor di Biella s'impiglia,
ragno attirante in vano, dentro le reti sue?
Cingimi, o Roma, d'azzurro, di sole m'illumina, o Roma:
raggia divino il sole pe' larghi azzurri tuoi.
Ei benedice al fosco Vaticano, al bel Quirinale,
al vecchio Capitolio santo fra le ruine;
e tu da i sette colli protendi, o Roma, le braccia
a l'amor che diffuso splende per l'aure chete.
[...] Read more
poesia di Giosuè Carducci
Aggiunto di Simona Enache
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