Tuttavia c'è un terzo stato di esperienza religiosa che li riguarda tutti, sebbene solo raramente si trovi nella sua forma pura, e che chiameremo sentimento religioso cosmico. E' molto difficile da spiegare questo sentimento a chi ne sia totalmente privo, specialmente perché non c'è alcun concetto antropomorfico di Dio che vi corrisponde. L'individuo percepisce l'inutilita dei desideri e degli scopi umani e la sublimita e l'ordine meraviglioso che si manifestano in natura e nel mondo del pensiero. Considera l'esistenza individuale come una sorta di prigione e vuole indagare l'universo come un tutto unico pieno di significato.
Albert Einstein in Come io vedo il mondo
Aggiunto di Simona Enache
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Il buddismo, specialmente come abbiamo appreso dai meravigliosi scritti di Schopenhauer, ne contiene un elemento molto più forte. Grandi spiriti religiosi di tutti i tempi si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso che non conosce né dogmi né un Dio concepito a immagine dell'uomo; così non vi può essere una Chiesa i cui insegnamenti centrali vi siano basati. Perciò è proprio fra gli eretici di ogni epoca che troviamo uomini carichi del più alto sentimento religioso e che erano spesso visti dai loro contemporanei come atei, ma talvolta anche come santi. Osservati sotto questa luce, uomini come Democrito, Francesco d'Assisi e Spinoza sono strettamente simili fra loro. Come può un sentimento religioso cosmico venir comunicato da una persona all'altra, se non può generare nessuna nozione definita di Dio e nessuna teologia? Secondo me, la funzione più importante dell'arte e della scienza è proprio quella di risvegliare questo sentimento e tenerlo vivo in quelli che sono in grado di sentirlo.
Albert Einstein in Come io vedo il mondo
Aggiunto di Simona Enache
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Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?
Emil Cioran in Al culmine della disperazione
Aggiunto di Simona Enache
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L’uomo si trova davanti all’abisso di essere o non essere. Ed egli non può dominare questo abisso con le sue sole forze: ha bisogno di un aiuto dall’alto. Questa è una faccenda divino-umana. E se nel nostro tempo è l’esistenza stessa dell’uomo ad essere minacciata, se l’uomo è dilaniato, è proprio perché egli si è affidato solo a se stesso e alle sue forze. L’umanità sta attraversando quello che è forse il periodo più pericoloso di tutta la sua esistenza. Ma io non penso che il destino dell’uomo sia del tutto senza speranza. Questa disperazione è solo qui, non nell’aldilà. Perché noi crediamo che la storia del mondo non andrà avanti all’infinito, che il mondo e la storia finiranno. Ma questo significa che noi non crediamo nella possibilità di una soluzione finale in questo mondo, su questa terra, in questo nostro tempo... Tuttavia, questo non deve ostacolare l’azione creativa dell’uomo, e la sua realizzazione della giustizia qui ed ora, perché gli atti creativi dell’uomo influenzeranno la fine stessa. La fine è una faccenda divino-umana. E la parola finale, che appartiene a Dio, comprenderà necessariamente anche una parola dell’uomo.
Nikolai Berdiaev in Christian Existentialism
Aggiunto di Simona Enache
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Tutto è diventato business, ogni cosa deve funzionare ed essere utilizzabile. Non esiste un sentimento di identità, esiste un vuoto interiore. non si hanno convinzioni, né scopi autentici. Il carattere mercantile è l'essere umano completamente alienato, privo di qualunque altro interesse che non sia quello di manipolare e funzionare. È proprio questo il tipo di umano conforme ai bisogni sociali. Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto.
Erich Fromm in L'arte di vivere
Aggiunto di Simona Enache
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La cosa più lontana dalla nostra esperienza è ciò che è misterioso. E' l'emozione fondamentale accanto alla culla della vera arte e della vera scienza. Chi non lo conosce e non è più in grado di meravigliarsi, e non prova più stupore, è come morto, una candela spenta da un soffio. Fu l'esperienza del mistero - seppur mista alla paura - che generò la religione. Sapere dell'esistenza di qualcosa che non possiamo penetrare, sapere della manifestazione della ragione più profonda e della più radiosa bellezza, accessibili alla nostra ragione solo nelle loro forme più elementari - questo sapere e questa emozione costituiscono la vera attitudine religiosa; in questo senso, e solo in questo, sono un uomo profondamente religioso.
Albert Einstein in Come io vedo il mondo (1 gennaio 1952)
Aggiunto di Simona Enache
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Halleluyah
Mistica
dell’immensità –
sotto gli sguardi di santo della sfinge:
infinita è la sua creazione,
colonna vertebrale della vita che sale.
Chi può stare davanti
alla sua ineguagliabile grandezza,
del demiurgo?
Tra
reale e utopico,
la storia del mondo respira
la caduta nel tempo
sotto il proprio peso.
Nel ritmo cosmico
gli infiniti si stringono
in un frantume
di eternità.
La vita è solo una levitazione
del corpo verso il cielo. Oh, se potessi
toccare con il cuore l’eden del cielo,
l’eco silenziosa del mistero!
La sensazione
di sapore e libertà,
edificante la risento
con la grazia della natura umana immacolata.
Oh!, non calpestare
sull’altare sacro del mio verso:
la poesia è solo una forma di vita,
e [...] le sue creature –
infinite vie per conoscere
[così come è] l’iddio.
Lettere d’oro,
di un’immensa purezza,
lastricate con le orme
del passaggio del (d)io,
fruttificano nel cuore dell’uomo.
L’uomo libero,
sempre innamorato del cielo,
nella rosa dei venti maestro
come il primo monarca.
Per tutto quello che è stato ed è,
per tutto quello che sarà –
ma oggi ancora non lo è sulla terra,
sotto gli sguardi di sfinge del tempo:
lodato sia il suo nome!,
halleluyah!
poesia di Dumitru Găleşanu da Le luci dell\'uomo [lirica filosofica] (5 aprile 2021), traduzione di Mihaela Cîrțog
Aggiunto di anonimo
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Il giardino quantico
Con il sentimento dell’eccellenza nell’arte,
i miei versi
danno vita a nugoli di stelle.
Da ragioni intellegibili,
tutte le cose che ti circondano
all’origine sono state non parole,
mappate poi in parole.
Nel giardino quantico –
chiuso con la chiave negli abissi,
non esiste niente dell’universo conosciuto,
solo l’attimo magico in cui puoi
immortalare un pensiero, un’idea.
Entrando nella cassaforte della natura,
l’atto contemplativo cambia il mondo;
alla fine della strada la luce giace
tra multipli stati ed effetti –
la fortuna appare quando non ti aspetti,
riempiendo i vuoti con i sussurri
di quelli preparati ad accoglierla
in inedite (...) chiamate.
Annebbiando il quadro dal sogno,
nell’universo quantico
la luce si riposa
in un infimo buco nero,
come la gatta di Schrödinger
nascosta nella propria
vita/morte.
Terra
dei misteri ultraprofondi,
in fumigazioni nostalgiche
il corpo non si ricorda nessuna paura;
imprevedibile la vita –
nella chiarezza dell’attimo cerca fama.
Dalla correlazione quantistica
al superdeterminismo –
solo le parole del mondo
trovate in superposizione
e la luce libera da qualsiasi servitù:
sottilmente dissipata nell’aria della tua presenza.
Nel
giardino quantico,
in una nuvola di probabilità -il fonema
sventola nella mano
la chiave dei tuoi sforzi,
con il sentimento dell’eccellenza
invocando la parola-talismano
per chiudere
il Poema.
poesia di Dumitru Găleşanu da Le luci dell\'uomo [lirica filosofica] (5 aprile 2021), traduzione di Mihaela Cîrțog
Aggiunto di anonimo
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Voleva liberarsi per una volta nella vita. Per una volta nella vita voleva essere uguale agli altri e liberarsi di ciò che aveva dentro: come essi si liberavano del loro amore e della loro stupida adorazione, così lui del suo odio. Voleva essere conosciuto per una volta, una sola volta, nella sua vera esistenza, e ricevere una risposta da un altro uomo nel suo unico sentimento vero, l'odio.
Patrick Suskind in Il profumo (1985)
Aggiunto di Simona Enache
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La massa degli uomini serve lo Stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l'esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus ecc. Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio.
Henry David Thoreau in Disobbedienza civile
Aggiunto di Simona Enache
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Nel mondo c'è un ordine naturale di farmacie, poiché tutti i prati e i pascoli, tutte le montagne e colline sono farmacie... nella natura tutto il mondo è una farmacia che non possiede neppure un tetto!
Paracelsus in Volumen Paramirum
Aggiunto di Simona Enache
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Abbandoniamo i preti e torniamo a Dio. Costruiamo la moralità su fondamenta sacre ed eterne; ispiriamo nell'uomo quel rispetto religioso per l'uomo, quel profondo senso del dovere, che è l'unica garanzia della felicità sociale; nutriamo in lui questo sentimento attraverso tutte le nostre istituzioni e facciamo sì che l'istruzione pubblica sia diretta verso questo fine.
Maximilien Robespierre in Ouvres: Société des études roberspierristes
Aggiunto di Simona Enache
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Occorre risemantizzare l'agire tecnico per superare lo scarto tra senso e significato perché ai singoli significati veicolati dall'agire tecnologico non corrisponde più alcun senso che sia loro intrinseco.
citazione di Elio Sgreccia
Aggiunto di Simona Enache
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Non cominciamo a vivere realmente se non una volta giunti in fondo alla filosofia, sulla sua rovina, quando abbiamo capito sia la sua terribile insignificanza sia l'inutilità del farvi ricorso, in quanto non è di alcun aiuto.
Emil Cioran in Sommario di decomposizione
Aggiunto di Simona Enache
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Si vuole sempre restare in cima, ma il segreto è sapere che quando ti trovi in cima è difficile in questo mestiere restarci, perchè la tua carriera fluttua tutto il tempo, su e giù, come un paio di pantaloni.
citazione di Rod Stewart
Aggiunto di Simona Enache
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Il primo motore dunque è un essere necessariamente esistente, e in quanto la sua esistenza è necessaria si identifica col bene, e sotto tale profilo è principio... Se, pertanto, Dio è sempre in uno stato di beatitudine, che noi conosciamo solo qualche volta, un tale stato è meraviglioso; e se la beatitudine di Dio è ancora maggiore essa deve essere oggetto di meraviglia ancora più grande. Ma Dio, è appunto, in tale stato!
Aristotel in Metafisica, XII
Aggiunto di Simona Enache
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Tutti mi chiedono sempre dei mali, degli "orrori": sebbene per me, forse, proprio questa sia l’esperienza più memorabile.
Imre Kertesz in Essere senza destino (1999)
Aggiunto di Simona Enache
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Il solo fatto che tanti uomini credano ancora utile fare professione di ateismo e giustificare la loro incredulità con argomenti quali, ad esempio, l'esistenza del male, lascia abbastanza vedere che la questione rimane ancora viva. Se la morte di Dio significa la sua morte finale e definitiva nello spirito degli uomini, la vitalità persistente dell'ateismo costituisce per l'ateismo stesso la sua più seria difficoltà. Dio sarà morto negli spiriti solo quando nessuno penserà più a negare la sua esistenza. Nell'attesa che l'ateismo finisca con lui, la morte di Dio rimane un rumore che aspetta ancora conferma.
Etienne Gilson in L'ateismo difficile
Aggiunto di Simona Enache
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Chi si sente spirito libero non è oppresso o angustiato dalle cose di questo mondo, perché non le considera. Se uno sente ancora il loro peso, vuol dire che è tanto limitato da dar lui stesso peso a quelle cose.
Max Stirner in L'unico e la sua proprietà, traduzione di L. Amoroso
Aggiunto di Simona Enache
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Infatti tutti i libri e nella loro integrità, che la chiesa riceve come sacri e canonici, con tutte le loro parti, furono scritti sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, ed è perciò tanto impossibile che la divina ispirazione possa contenere alcun errore, che essa, per sua natura, non solo esclude anche il minimo errore, ma lo esclude e rigetta così necessariamente, come necessariamente Dio, somma verità, non può essere nel modo più assoluto autore di alcun errore.
Papa Leone XIII in Providentissimus deus
Aggiunto di Simona Enache
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Senza di te
Senza di te che cosa sarei stato?
Senza di te che cosa non sarei?
Destinato a paure e smarrimenti,
solo mi sentirei nel vasto mondo.
Non amerei più nulla con certezza,
sarebbe un cupo baratro il futuro;
se nel profondo il cuore si turbasse,
a chi potrei svelare la mia pena?
Solo, da amore e nostalgia consunto,
non dissimile il giorno dalla notte
mi sembrerebbe; e seguirei con caldo
pianto il corso selvaggio della vita.
Troverei nel tumulto inquietudine,
dentro la casa angoscia disperata.
Chi reggerà senza un amico in cielo,
chi reggere potrà qui sulla terra?
Ora che Cristo a me si è rivelato,
io con certezza tutto gli appartengo,
come consuma rapida una chiara
vita la tenebra senza confine.
Sono con Cristo divenuto un uomo;
il destino è da lui trasfigurato,
e l'India deve fiorire gioiosa
perfino nel Nord intorno all'amato.
La vita diventa un'ora d'amore,
d'amore e gioia tutto il mondo parla.
Cresce un'erba che sana ogni ferita,
palpita colmo e libero ogni cuore.
Io rimango, per tutti i suoi mille
regali, pieno d'umiltà, suo figlio;
so che sarà presente in mezzo a noi
anche se solo due fossimo insieme.
Oh, andate per tutte le strade
e riportate dentro chi è smarrito,
stendete a ognuno la mano, invitatelo
lietamente a venire in mezzo a noi.
Il cielo è qui con noi sulla terra,
lo contempliamo uniti nella fede;
e a quelli che con noi sono congiunti
in un'unica fede, si apre il cielo.
Un senso antico, grave del peccato
ci stava in cuore saldamente impresso;
come ciechi erravamo nella notte,
da rimorso e passione insieme accesi.
Che l'uomo degli dei fosse nemico
ci sembrava, ogni azione delittuosa;
anche se il cielo sembrava parlarci,
parlava soltanto di morte e di pena.
Nel cuore, ricca fonte della vita,
stava annidato un essere malvagio;
e se si illuminava il nostro spirito,
era solo inquietudine il suo frutto.
Saldamente inchiodava i prigionieri
tremanti a terra una catena ferrea;
la spada giustiziera della morte
ci atterrì, soffocando ogni speranza.
Venne un figlio dell'uomo a riscattarci,
pieno d'amore e forza, un Salvatore;
nel nostro intimo un fuoco ha suscitato
che infonde nuova vita ad ogni cosa.
Vedemmo finalmente aperto il cielo
su di noi, come nostra antica patria;
provammo l'esultanza di sentirci
congiunti a Dio, di credere e sperare.
E da allora per noi sparve il peccato,
fu gioioso ogni passo sulla terra;
si regalò, sul nascere, ai fanciulli
come il dono più bello questa fede;
da lei santificata, come un sogno
felice trascorreva ormai la vita;
e, votati ad amore e gioia eterna,
si avvertì appena l'ora del distacco.
Sta ancora qui nel suo splendore
meraviglioso, il Santo, l'Amato;
per la sua fedeltà, la sua corona
di spine, siamo in lacrime, commossi.
Sia benvenuto ogni uomo che passa
e che afferra con noi la sua mano
per divenire maturando, accolto
nel suo cuore, un frutto del paradiso.
poesia di Novalis
Aggiunto di Simona Enache
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