Solo
Fanciullo, io gia' non ero
come gli altri erano, ne' vedevo
come gli altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni - ne' mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Ne' il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quello che amai, io l' amai da solo.
Allora - in quell' eta' - nell' alba
d' una procellosa vita - fu deerivato
da ogni piu' oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m' avvince -
dai torrenti e dalle sorgenti -
dalla rossa roccia dei monti -
dal sole che d' intorno mi ruotava
nelle sue dorate tinte autunnali -
dal celeste baleno
che daccano mi guizzava -
dal tuono e dalla tempesta -
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l' altro cielo)
d' un demone alla mia vista.
poesia di Edgar Allan Poe
Aggiunto di Simona Enache
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Gelosi amori miei
Solo con Te
Io voglio stare solo con Te.
Per tutto il tempo,
che poco tempo è,
perchè l'amore è breve,
è un'inquietudine
che si riposa,
crolla e cade con noi.
Sul tuo bel viso e negli abbracci tuoi.
I primi Amori intorno al cuore vorrei
per festeggiare gli altri Amori miei.
Solo con Te,
vorrei restare solo con Te.
Parlare poco, ma vicinissimo
alla tua bocca, che si affretta sulla mia.
L'Amore corre, ha poco tempo per noi,
è luce svelta dentro gli occhi tuoi.
I primi Amori intorno al cuore vorrei
per festeggiare gli altri Amori miei.
Domani
Gelosi Amori miei
Con voi
Lo rifarei
Sospiri lacrime e passioni
Dolori forti e baci buoni
E voglio bene solo a Te.
E gli occhi belli e gli occhi offesi,
le leggerezze ed i cari pesi
e voglio bene solo a Te.
Gelosi Amori miei
Con voi
Lo rifarei.
Ti voglio bene veramente
ed è perchè ti voglio bene
che voglio bene solo a Te.
Gelosi Amori miei
con voi
con Te.
Solo con Te
Io voglio stare
solo con Te
Per tutto il tempo che poco tempo è
perchè l'amore è tuono e tu il suo lampo sei.
Abbiamo fatto bello il giorno perchè,
abbiamo mosso tutto il sole in noi.
I primi Amori intorno al cuore vorrei
per festeggiare gli altri Amori miei.
Domani
Gelosi Amori miei
Con voi
Lo rifarei
Sospiri lacrime e passioni
dolori forti e baci buoni
e voglio bene solo a Te.
E gli occhi belli e gli occhi offesi,
le leggerezze ed i cari pesi
e voglio bene solo a Te
Gelosi Amori miei
Con voi
Lo rifarei.
Sospiri lacrime e passioni,
dolori forti e baci buoni
e voglio bene solo a Te
Gelosi Amori miei
con Voi
lo rifarei.
E gli occhi belli e gli occhi offesi
le leggerezze ed i cari pesi
e voglio bene solo a Te
Gelosi Amori miei
Con voi
lo rifarei.
ti voglio bene veramente,
ed è perchè ti voglio bene
che voglio bene solo a Te
gelosi Amori miei
Con voi
lo rifarei.
E voglio bene solo a Te,
gelosi Amori miei
Con Voi
Con Te.
canzone interpretata di Amedeo Minghi
Aggiunto di Simona Enache
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Chi ti ha guardata
Chi ti ha guardata una volta, irretito
non sarà mai dalla rovina, o Madre;
da te lontano, cede alla tristezza,
ti amerà sempre con passione ardente,
e la memoria in lui della tua grazia
resta il più alto volo del suo spirito.
Mi volgo a te con devozione immensa,
tu già conosci quello che mi manca.
Sii tenera con me, Madre soave,
dammi un segno di gioia, finalmente.
Tutta la mia esistenza in te riposa,
resta vicino a me solo un istante.
Più volte nei miei sogni ti ho veduta
così bella, e nell'intimo amorosa;
il piccolo dio che avevi tra le braccia
voleva muoversi a pietà del compagno;
ma tu tornasti, levando il tuo sguardo
sublime, tra le nuvole in tripudio.
Me infelice! che cosa ti ho mai fatto?
Pieno di nostalgia, ti prego ancora;
non sono il luogo dove la mia vita
trova pace, le tue cappelle sante?
Regina benedetta,
prenditi questo cuore e questa vita.
Lo sai, regina amata,
che sono tutto interamente tuo.
Non ho goduto già da lungo tempo
nel segreto del cuore la tua grazia?
Quando ero ancora ignaro di me stesso
succhiavo il latte al tuo beato seno.
Sei stata accanto a me infinite volte,
guardavo a te con gioia di fanciullo;
mi tendeva le mani - perché un giorno
potesse ritrovarmi - il tuo bambino.
Con dolce e tenero sorriso - oh tempo
di paradiso! - un bacio tu mi davi.
Questo beato mondo ora è lontano,
e già da tempo il lutto mi accompagna,
perdutamente ho continuato a errare:
dunque ho peccato in modo così grave?
Fanciullo, tocco l'orlo del tuo manto,
svegliami tu da questo grave sogno.
Solo un fanciullo può guardarti in viso,
con fiducia aspettare il tuo soccorso;
allora sciogli il vincolo degli anni,
ch'io ritorni com'ero, il tuo bambino.
Vivono in me la fedeltà, l'amore
mio di fanciullo, da quel tempo d'oro.
poesia di Novalis
Aggiunto di Simona Enache
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Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva forme del tutto oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altri simili cause.
Alberto Moravia in La noia
Aggiunto di Simona Enache
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Ma in mezzo a tutti sta il sole. Chi infatti, in tale bellissimo tempio, metterebbe codesta lampada in un luogo diverso o migliore di quello, donde possa tutto insieme illuminare? Perciò non a torto alcuni lo chiamano lampada del mondo, altri mente, altri reggitore. Trismegisto lo chiama Dio visibile, Elettra, nella tragedia di Sofocle, colui che tutto vede. Così, per certo, come assiso su un trono regale, il sole governa la famiglia degli astri che gli ruotano intorno.
citazione di Niccolò Copernico
Aggiunto di Simona Enache
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Alla vita
Amici ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s’inarca
e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
il viso d’Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono: noi siamo in terra
ma ci potremo un giorno librare
esilmente piegare sul seno divino
come rose dai muri nelle strade odorose
sul bimbo che le chiede senza voce.
Amici dalla barca si vede il mondo
e in lui una verità che precede
intrepida, un sospiro profondo
dalle foci alle sorgenti;
la Madonna dagli occhi trasparenti
scende adagio incontro ai morenti,
raccoglie il cumulo della vita, i dolori
le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
Le ragazze alla finestra annerita
con lo sguardo verso i monti
non sanno finire d’aspettare l’avvenire.
Nelle stanze la voce materna
senza origine, senza profondità s’alterna
col silenzio della terra, è bella
e tutto par nato da quella.
poesia di Mario Luzi
Aggiunto di Simona Enache
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Essi offrivano lo spettacolo più patetico di ogni altro, quello di due giovanissimi innamorati che ballano insieme, ciechi ai difetti reciproci, sordi agli ammonimenti del destino, illusi che tutto il cammino della vita sarà liscio come il pavimento del salone, attori ignari cui un regista fa recitare la parte di Giulietta e quella di Romeo nascondendo la cripta e il veleno, di già previsti nel copione. Né l'uno né l'altro erano buoni, ciascuno pieno di calcoli, gonfio di mire segrete, ma entrambi erano cari e commoventi metre le loro non limpide ma ingenue ambizioni erano obliterate dalle parole di giocosa tenerezza che lui le mormorava all'orecchio e dal profumo dei capelli di lei, dalla reciproca stretta di quei loro corpi destinati a morire.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa in Il gattopardo (1957)
Aggiunto di Simona Enache
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Compilò Angelo di Costanzo quella sua grave e giudiziosa storia del regno di Napoli, che siccome oscurò tutto ciò che insino allora erasi scritto, cosi ancora per la sua gravità, prudenza civile, ed eleganza si lasciò indietro tutte le altre che furono compilate dopo lui dalla turba d'infiniti altri scrittori. Per questa cagione l'istoria di questo insigne scrittore sarà da noi più di qualunque altra seguitata, né ci terremo a vergogna, se alle volte colle sue medesime parole: come ehe assai gravi e proprie, saranno narrati i loro avvenimenti.
Pietro Giannone in Storia civile del regno di Napoli, tomo III
Aggiunto di Simona Enache
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Mamma, il giovane Principe passerà
Mamma, il giovane Principe passerà
davanti alla nostra porta;
come posso badare al lavoro stamane?
Mostrami come devo acconciarmii i capelli,
dimmi quali vesti devo indossare.
Mamma, perché mi guardi sgomenta?
Lo' so che non alzerà
gli occhi alla mia finestra;
so bene che sparirà
in un baleno dalla mia vista;
solo la svanente melodia del flauto
mi giungerà singhiozzando da lontano.
Ma il giovane Principe passerà
davanti alla nostra porta,
e per l'occasione voglio indossare
i miei vestiti più belli.
Mamma, il giovane Principe passò
davanti alla nostra porta,
e il sole del mattino
splendeva dal suo cocchio.
Mi tolsi il velo dal viso,
strappai la collana di rubini dal mio collo
e la gettai sul suo cammino.
Mamma, perché mi guardi sgomenta?
Lo so che non raccolse la collana;
so che venne schiacciata dalle ruote
lasciando una macchia rossa sulla polvere,
e nessuno sa quale fu il mio dono
né a chi era destinato.
Ma il giovane Principe è passato
davanti alla nostra porta,
e io gettai davanti al suo cammino
il gioiello che portavo sul petto.
poesia di Rabindranath Tagore
Aggiunto di Simona Enache
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La materia sveglia
La materia sveglia l'anima la veglia
e gli alberi si stancano di sbocciare
il pianeta azzurro sotto l’unico sole –
l’amore magnifico dall’abisso blu.
Come una parola
una volta non detta,
attraverso noi alba
e l’unico sole ci sar? tramonto,
come gli alberi sbocciati –
celeste nevicata
dall’infinito all’infinito.
La materia sveglia
l'anima viva ci veglia,
con l’abisso blu,
l’amore magnifico – l’unico sole
dell’abisso dell’uomo senza fine,
colui che ancora improvvisamente sorse,
come una parola da un tempo non parlato,
sar? tramonto all’infinito,
nell’abisso blu – all’infinito.
poesia di Dumitru Găleşanu da Il titolo del libro: Sulle stringhe di luce, Casa di editrice Tracus Arte Bucarest, 2011 (ottobre 2011), traduzione di Celesta Popa
Aggiunto di anonimo
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Tutto quello che un individuo è, in bene o in male, lo è per aver ricevuto dai suoi genitori alcune molecole e per aver subìto alcune influenze esterne. Le nostre ricompense o i nostri castighi derivano sempre dalla chimica e dalla sorte.
Jean Rostand in Pensieri di un biologo
Aggiunto di Simona Enache
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Canto
Ti vidi nel tuo giorno nuziale
e t' invase una vampata di rossore,
quantunque felicità ti brillasse d'intorno
e il mondo fosse tutto amore innanzi a te.
E il baleno che s'accese nei tuoi occhi
(quale ch'esso fosse per me),
fu quando alla Beltà di più conforme
potesse svelarsi alla mia vista dolente.
Fu quel rossore, credo, pudore di fanciulla -
e ben si comprende che così fosse.
Ma un più fiero incendio quel baleno
sollevò - ahimè! - nel petto di colui
che ti vide nel tuo giorno nuziale,
allorchè ti sorprese quell'acceso rossore,
quantunque felicità ti brillasse d'intorno
e il mondo fosse tutto amore innanzi a te.
poesia di Edgar Allan Poe
Aggiunto di Simona Enache
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Estetica della luce
La luce
come forma di vita e armonia,
riempiendoci i sensi con eternità –
solo un artista visivo,
solo lui può sapere
che significa questa colossale forza.
Lasciando dietro
il dubbio che ci odia da morire,
quando apriremo un libro,
in ogni pensiero –
noi saremo già
la stessa cosa con l’orizzonte sensibile,
con abbondanza di cose,
patimenti e valori,
di poeti nominati bello intelligibile.
Nella logica del cuore
viviamo e pensiamo : sin dai tempi antichi
solo tramite essa conoscendo
in profondità abissali il dio –
sulla neve del mio pensiero
fiorendo cherubini.
L’estetica della luce
forma ideale di vita e armonia.
Con l’anima accesa dalla santa luce,
sulla neve del sangue, viva –
ho scritto indisturbato questo libro,
offerta di lucentezza e gioia,
in una ghirlanda serena
di emozioni umane,
nella logica del cuore
recuperando le domande del mondo da un’eternità –
lasciando alle mie attese mondane
il dubbio che ci salva dalla morte.
Quando
aprirai l’ultimo libro,
lasciando dietro il passato
che ci separa, tesoro –
in ogni poema saremo
uno e lo stesso pensiero;
e il cielo azzurro,
volo sanguinante.
poesia di Dumitru Găleşanu da Le luci dell\'uomo [lirica filosofica] (5 aprile 2021), traduzione di Mihaela Cîrțog
Aggiunto di anonimo
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Scrive l'amante
Uno sguardo dai tuoi occhi nei miei,
un bacio dalla tua bocca alla mia;
chi come me ne sa qualcosa
può ancora in altro trovare gioia?
Lontana da te, separata dai miei,
i miei pensieri girano in tondo,
e sempre tornano a quell’ora,
quell’unica ora; e piango.
Poi d’improvviso si secca la lacrima;
il suo amore, penso, raggiunge questa quiete,
e tu non dovresti spaziare lontano?
Senti come sussurra questo soffio d’amore,
l’unica mia gioia è il tuo volere.
poesia di Goethe
Aggiunto di Simona Enache
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Halleluyah
Mistica
dell’immensità –
sotto gli sguardi di santo della sfinge:
infinita è la sua creazione,
colonna vertebrale della vita che sale.
Chi può stare davanti
alla sua ineguagliabile grandezza,
del demiurgo?
Tra
reale e utopico,
la storia del mondo respira
la caduta nel tempo
sotto il proprio peso.
Nel ritmo cosmico
gli infiniti si stringono
in un frantume
di eternità.
La vita è solo una levitazione
del corpo verso il cielo. Oh, se potessi
toccare con il cuore l’eden del cielo,
l’eco silenziosa del mistero!
La sensazione
di sapore e libertà,
edificante la risento
con la grazia della natura umana immacolata.
Oh!, non calpestare
sull’altare sacro del mio verso:
la poesia è solo una forma di vita,
e [...] le sue creature –
infinite vie per conoscere
[così come è] l’iddio.
Lettere d’oro,
di un’immensa purezza,
lastricate con le orme
del passaggio del (d)io,
fruttificano nel cuore dell’uomo.
L’uomo libero,
sempre innamorato del cielo,
nella rosa dei venti maestro
come il primo monarca.
Per tutto quello che è stato ed è,
per tutto quello che sarà –
ma oggi ancora non lo è sulla terra,
sotto gli sguardi di sfinge del tempo:
lodato sia il suo nome!,
halleluyah!
poesia di Dumitru Găleşanu da Le luci dell\'uomo [lirica filosofica] (5 aprile 2021), traduzione di Mihaela Cîrțog
Aggiunto di anonimo
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Il Borgo
Fu nelle vie di questo
Borgo che nuova cosa
m'avvenne.
Fu come un vano
sospiro
il desiderio improvviso d'uscire
di me stesso, di vivere la vita
di tutti,
d'essere come tutti
gli uomini di tutti
i giorni.
Non ebbi io mai sì grande
gioia, né averla dalla vita spero.
Vent'anni avevo quella volta, ed ero
malato. Per le nuove
strade del Borgo il desiderio vano
come un sospiro
mi fece suo.
Dove nel dolce tempo
d'infanzia
poche vedevo sperse
arrampicate casette sul nudo
della collina,
sorgeva un Borgo fervente d'umano
lavoro. In lui la prima
volta soffersi il desiderio dolce
e vano
d'immettere la mia dentro la calda
vita di tutti,
d'essere come tutti
gli uomini di tutti
i giorni.
La fede avere
di tutti, dire
parole, fare
cose che poi ciascuno intende, e sono,
come il vino ed il pane,
come i bimbi e le donne,
valori
di tutti. Ma un cantuccio,
ahimé, lasciavo al desiderio, azzurro
spiraglio,
per contemplarmi da quello, godere
l'alta gioia ottenuta
di non esser più io,
d'essere questo soltanto: fra gli uomini
un uomo.
Nato d'oscure
vicende,
poco fu il desiderio, appena un breve
sospiro. Lo ritrovo
- eco perduta
di giovinezza - per le vie del Borgo
mutate
più che mutato non sia io. Sui muri
dell'alte case,
sugli uomini e i lavori, su ogni cosa,
è sceso il velo che avvolge le cose
finite.
La chiesa è ancora
gialla, se il prato
che la circonda è meno verde. Il mare,
che scorgo al basso, ha un solo bastimento,
enorme,
che, fermo, piega da un parte. Forme,
colori,
vita onde nacque il mio sospiro dolce
e vile, un mondo
finito. Forme,
colori,
altri ho creati, rimanendo io stesso,
solo con il mio duro
patire. E morte
m'aspetta.
Ritorneranno,
o a questo
Borgo, o sia a un altro come questo, i giorni
del fiore. Un altro
rivivrà la mia vita,
che in un travaglio estremo
di giovinezza, avrà per egli chiesto,
sperato,
d'immettere la sua dentro la vita
di tutti,
d'essere come tutti
gli appariranno gli uomini di un giorno
d'allora.
poesia di Umberto Saba
Aggiunto di Simona Enache
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Ora di grazia
Son nato ieri che mi sbigottisce
il carabo fuggente, e mi trastullo
della cetonia risopita sullo
stame, dell'erba, delle pietre lisce?
E quel velario azzurro tutto a strisce,
si chiama "cielo"? E "monti" questo brullo?
Oggi il mio cuore è quello d'un fanciullo,
se pur la tempia già s'impoverisce.
Non la voce così dell'Infinito,
né mai così la verità del Tutto
sentii levando verso i cieli puri
la maschera del volto sbigottito:
"Nulla s'acquista e nulla va distrutto:
o eternità dei secoli futuri!".
poesia di Guido Gozzano
Aggiunto di Simona Enache
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Met? del corpo
Dalla pianta dei piedi fino alla testa
mi avvolge la voce di mia madre .
Non sarebbe lei una scintilla se non fossi stata io
il cielo cullato dalle acque.
Quando mi mancava,
potevo ascoltarmi da sotto il suo cuore
nel mezzo della fiaba.
Met? del mio corpo è mamma,
Con l'altra met? mi sono specchiata
in una foglia di mela
vedendomi il suo fiore.
Gli altri fiori mi sono venuti al cuore;
moriranno senza di me
se non li fascio con le ali d'angelo
per salire nello specchio dei cieli,
per nevicare nella felicit? di coloro
che non sono stati avvolti
dalla pianta dei piedi fino alla testa
con la voce della mamma.
Pensando alla foglia ho
capito perché mi sono lasciata fiore nella sua ombra:
nel mio nome troverò sempre la voce di mia madre.
poesia di Camelia Oprița da Poeții noștri .ro
Aggiunto di anonimo
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La morte non e' niente
La morte non e' niente.
Non conta.
Sono solo scivolato via nella stanza accanto.
Non è successo niente.
Ogni cosa rimane esattamente com’era.
Io sono io e tu sei tu, e la vecchia vita che abbiamo vissuto così affettuosamente insieme è intatta, immutata.
Tutto ciò che eravamo reciprocamente, lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio consueto nome.
Parla di me in maniera tranquilla, come hai fatto sempre.
Non porre alcuna differenza nel tuo tono.
Non portarti addosso una forzata aria di gravita' o dolore.
Ridi come abbiamo sempre riso delle piccole cose che abbiamo apprezzato insieme.
Gioca, sorridi, pensami, prega per me.
Lascia sempre che il mio nome sia la parola familiare che è sempre stata.
Lascia che sia detto senza sforzo, senza il fantasma di un’ombra su di esso.
La vita significa tutto ciò che ha sempre significato.
È tutto come è sempre stato.
C’è una continuità assoluta e ininterrotta.
Cosa è questa morte se non un trascurabile incidente?
Perché dovrei essere fuori dalla mente, perché sono fuori dalla vista?
Sono li' che ti aspetto, per un intervallo, in qualche luogo molto vicino, proprio dietro l’angolo.
Va tutto bene.
Nessuno si e' fatto male; nulla è perduto.
Un breve momento e tutto sarà come prima.
Come rideremo del dispiacere di separarsi quando ci incontreremo di nuovo!
poesia di Henry Scott Holland, traduzione di Fernanda Lapenna
Aggiunto di Dan Costinaş
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Nessun uomo ha avuto dalla natura il diritto di comandare sugli altri. La libertà è un dono del cielo e ogni individuo della stessa specie ha il diritto di fruirne non appena è dotato di ragione... Il potere acquistato con la violenza è mera usurpazione e dura solo finché la forza di chi comanda prevale su quella di coloro che obbediscono; sicché, se questi ultimi diventano a loro volta i più forti e si scrollano di dosso il giogo, lo fanno con altrettanto diritto e giustizia di chi l'aveva loro imposto. La stessa legge che ha fondato l'autorità la distrugge; è la legge del più forte.
Denis Diderot in Il pensiero politico dell'illuminismo
Aggiunto di Simona Enache
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Se la sicurezza nei riguardi degli altri uomini deriva fino a un certo punto da una ben fondata situazione di potenza e ricchezza, la sicurezza più pura proviene dalla vita serena e dall'appartarsi dalla folla.
citazione di Epicur
Aggiunto di Simona Enache
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