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Ugo Foscolo

Alla sera

Forse perché della fatal quiete
Tu sei l'immago a me sì cara vieni
0 sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,

E quando dal nevoso aere inquiete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure onde meco egli si strugge;
E mentre lo guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.

poesia di Ugo FoscoloSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Ugo Foscolo

Alla Musa

Pur tu copia versavi alma di canto
Su le mie labbra un tempo, aonia Diva,
Quando de' miei fiorenti anni fuggiva
La stagion prima, e dietro erale intanto

Questa, che meco per la via del pianto
Scende di Lete ver la muta riva:
Non udito or t'invoco; ohimè! soltanto
Una favilla del tuo spirto è viva.

E tu fuggisti In compagnia dell'ore,
O Dea! tu pur mi lasci alle pensose
Membranze, e del futuro al timor cieco.

Però mi accorgb, e mel ridice Amore,
Che mal pónno sfogar rade, operose
Rime il dolor che deve albergar meco.

poesia di Ugo FoscoloSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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* * *

Dura è la stella mia, maggior durezza
è quella del mio conte: egli mi fugge,
i' seguo lui; altri per me si strugge,
i' non posso mirar altra bellezza.

Odio chi m'ama, ed amo chi mi sprezza:
verso chi m'è umile il mio cor rugge,
e son umil con chi mia speme adugge;
a così stranio cibo ho l'alma avezza.

Egli ognor dà cagione a novo sdegno,
essi mi cercan dar conforto e pace:
i' lasso questi, ed a quell'un m'attegno.

Così nella tua scuola, Amor, si face
sempre il contrario di quel ch'egli è degno:
l'umil si sprezza, e l'empio si compiace.

poesia di Gaspara StampaSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Incancellabile

A volte mi domando se,
Vivrei lo stesso senza te,
Se ti saprei dimenticare.
Ma passa un attimo e tu sei,
Sei tutto quello che vorrei
Incancellabile oramai!

Sembrava un'altra storia che,
Il tempo porta via con se,
Tu non lasciarmi mai!
Tu non lasciarmi!

E più mi manchi, e più mi stai
Al centro dei pensieri miei
Tu non lasciarmi mai
Perché oramai sarai
Incancellabile.

Con la tua voce e l'allegria
Che dentro me non va più via
Come un tatuaggio sulla pelle.

Ti vedo dentro gli occhi suoi,
Ti cerco quando non ci sei,
Sulle mie labbra sento la voglia che ho di te

Così profondamente mio
Non ho mai avuto niente io
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi.
E più ti guardo e più lo sai
Di te io m'innamorerei
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi,
Non farlo mai perché.

Se guardo il cielo
Io sento che sarai
Incancellabile oramai, Oh no!
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi

Incancellabile tu sei
Nei miei respiri e i giorni miei
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi
Non, no...
Tu non lasciarmi
Tu non lasciarmi
Non, no

E si fa grande dentro me
Questo bisogno che ho di te
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi
E pìu mi manchi più tu sei
Al centro dei pensieri miei

Tu non lasciarmi mai
Da sola senza te
Ora e per sempre resterai
Dentro i miei ochi
Incancellabile
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi.

canzone interpretata di Laura PausiniSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Mussa vernacola

Un tempo un buon odore la brezza leggera
portava su dalla marina cara
ma ora con le risaie, questa è bella,
arriva una puzza davvero rara.

Non mi hanno voluto ascoltare quando ripetevo
di non coltivare il riso nella palude
e i ricchi, quando mi recavo laggiù,
mi facevano scappare come un povero pesce

per cercare di farmi poi finire nella rete.
Ma io con arte disfacevo la matassa
scrivendo a Gorizia le ragioni

che però non sono servite, perché il padrone
alla fine è sempre lui a vincere e intanto il povero
ha perduto le mucche ed il suo lavoro.

poesia di Leonardo Brumati (1837)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Ci sono tre cose che l'uomo sa fare meglio: l'adulazione, il tradimento e la solitudine.

Nei miei scritti non ho utilizzato i miei predecessori, poiché non è mio compito compilare; ancor meno l'ho fatto perché in questo modo avrei perso quella singolarità di vedere l'anima delle opere.
Insomma...certamente i saggi di tutti i tempi hanno sempre detto la stessa cosa, e soprattutto sono sempre state fatte le stesse cose, o forse il contrario, e così sarà sempre
Un giorno anch'io lascerò questo mondo altrettanto stupido
e pessimo come l'ho trovato quando ci sono entrato.

Camelia Oprița in Mendicanti di esistenza (2019)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Gian Luigi Zampieri Direttore d'orchestra italiano
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Umberto Saba

Il torrente

Tu così avventuroso nel mio mito,
così povero sei fra le tue sponde.
Non hai, ch'io veda, margine fiorito.
Dove ristagni scopri cose immonde.
Pur, se ti guardo, il cor d'ansia mi stringi,
o torrentello.
Tutto il tuo corso è quello
del mio pensiero, che tu risospingi
alle origini, a tutto il fronte e il bello
che in te ammiravo; e se ripenso i grossi
fiumi, l'incontro con l'avverso mare,
quest'acqua onde tu appena i piedi arrossi
nudi a una lavandaia,
la più pericolosa e la più gaia,
con isole e cascate, ancor m'appare;
e il poggio da cui scendi è una montagna.
Sulla tua sponda lastricata l'erba
cresceva, e cresce nel ricordo sempre;
sempre è d'intorno a te sabato sera;
sempre ad un bimbo la sua madre austera
rammenta che quest'acqua è fuggitiva,
che non ritrova più la sua sorgente,
né la sua riva; sempre l'ancor bella
donna si attrista, e cerca la sua mano
il fanciulletto, che ascoltò uno strano
confronto tra la vita nostra e quella
della corrente.

poesia di Umberto SabaSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Mihai Eminescu

Che ondeggi

- Che ondeggi, mio bosco,
Senza piogge, senza venti,
Tutti i rami a terra spenti?
- Perchè mai non ondeggiare
Se il mio tempo scade!
Scema il giorno, il buio sale,
Le mie foglie si fan rade.
Soffia il vento tra le fronde -
I cantor me li disperde;
Da un lato s'egli batte -
Vien l'inverno, va l'estate.
Come non chinare il ramo,
Se gli ucceli se ne vanno!
Sopra i miei ramoscelli
Passan rondini a stuoli,
Sulle ali i miei pensieri,
La mia sorte, i miei giorni.
Se ne vanno a schiera a schiera,
Gli orizzonti annera,
Se ne vanno come istanti,
Dimenando le lor ali,
E mi lascian derelitto,
Appassito, svigorito,
Solo solo con l'affanno,
Unico mio compagno!

poesia di Mihai Eminescu, traduzione di Geo VasileSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Pablo Neruda

Il tuo sorriso

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amore mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchina
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

poesia di Pablo NerudaSegnala un problemaCitazioni simili
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William Shakespeare

Sonetto 15

Quando consideroche qualsiasi cosa checresce,
rimane perfetta solo per un istante, che questa
immenso palcoscenico offre solo illusioni, su
cui le stelle esercitano la loro segreta
unfluenza; quando vedo che gli uomini, di fronte
a questa immensità sono al pari delle piante,
e nel momento stesso in cui si vantano della
loro giovinezza questa è giò sfiorita, e non
rimane che il ricordo della vigoria giovanile;
allora il pensiero di questo stato di precarietà
mi riporta in mente la tua traboccante gioventu,
in cui l'inesorabile distruzione del tempo si
adopera per trasformare il tuo giorno di oggi
nella notte di domani, e dichiarando guerra al
tempo, per amore vostro, quello che egli ti toglie,
io te lo restituisco.

poesia di William ShakespeareSegnala un problemaCitazioni simili
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T.S. Eliot

Il Canto dell'amore

Allora andiamo, tu ed io,
Quando la sera si stende contro il cielo
Come un paziente eterizzato disteso su una tavola;
Andiamo, per certe strade semideserte,
Mormoranti ricoveri
Di notti senza riposo in alberghi di passo a poco prezzo
E ristoranti pieni di segatura e gusci d'ostriche;
Strade che si succedono come un tedioso argomento
Con l'insidioso proposito
Di condurti a domande che opprimono...
Oh, non chiedere "Cosa?"
Andiamo a fare la nostra visita.

Nella stanza le donne vanno e vengono
Parlando di Michelangelo.

La nebbia gialla che strofina la schiena contro i vetri,
Il fumo giallo che strofina il suo muso contro i vetri
Lambì con la sua lingua gli angoli della sera,
Indugiò sulle pozze stagnanti negli scoli,
Lasciò che gli cadesse sulla schiena la fuliggine che cade dai camini,
Scivolò sul terrazzo, spiccò un balzo improvviso,
E vedendo che era una soffice sera d'ottobre
S'arricciolò attorno alla casa, e si assopì.

E di sicuro ci sarà tempo
Per il fumo giallo che scivola lungo la strada
Strofinando la schiena contro i vetri;
Ci sarà tempo, ci sarà tempo
Per prepararti una faccia per incontrare le facce che incontri;
Ci sarà tempo per uccidere e creare,
E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani
Che sollevano e lasciano cadere una domanda sul tuo piatto;
Tempo per te e tempo per me,
E tempo anche per cento indecisioni,
E per cento visioni e revisioni,
Prima di prendere un tè col pane abbrustolito

Nella stanza le donne vanno e vengono
Parlando di Michelangelo.

E di sicuro ci sarà tempo
Di chiedere, "Posso osare?" e, "Posso osare?"
Tempo di volgere il capo e scendere la scala,
Con una zona calva in mezzo ai miei capelli -
(Diranno: "Come diventano radi i suoi capelli!")
Con il mio abito per la mattina, con il colletto solido che arriva fino al mento,
Con la cravatta ricca e modesta, ma asseríta da un semplice spillo -
(Diranno: "Come gli son diventate sottili le gambe e le braccia!")
Oserò
Turbare l'universo?
In un attimo solo c'è tempo
Per decisioni e revisioni che un attimo solo invertirà

Perché già tutte le ho conosciute, conosciute tutte: -
Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi,
Ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè;
Conosco le voci che muoiono con un morente declino
Sotto la musica giunta da una stanza più lontana.
Così, come potrei rischiare?
E ho conosciuto tutti gli occhi, conosciuti tutti -
Gli occhi che ti fissano in una frase formulata,
E quando sono formulato, appuntato a uno spillo,
Quando sono trafitto da uno spillo e mi dibatto sul muro
Come potrei allora cominciare
A sputar fuori tutti i mozziconi dei miei giorni e delle mie abitudini? .
Come potrei rischiare?
E ho già conosciuto le braccia, conosciute tutte -
Le braccia ingioiellate e bianche e nude
(Ma alla luce di una lampada avvilite da una leggera peluria bruna!)
E' il profumo che viene da un vestito
Che mi fa divagare a questo modo?
Braccia appoggiate a un tavolo, o avvolte in uno scialle.
Potrei rischiare, allora?-
Come potrei cominciare?

. . . . . . . . . . . .

Direi, ho camminato al crepuscolo per strade strette
Ed ho osservato il fumo che sale dalle pipe
D'uomini solitari in maniche di camicia affacciati alle finestre?...

Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli
Che corrono sul fondo di mari silenziosi

. . . . . . . . . . . . .

E il pomeriggio, la sera, dorme così tranquillamente!
Lisciata da lunghe dita,
Addormentata... stanca... o gioca a fare la malata,
Sdraiata sul pavimento, qui fra te e me.
Potrei, dopo il tè e le paste e, i gelati,
Aver la forza di forzare il momento alla sua crisi?
Ma sebbene abbia pianto e digiunato, pianto e pregato,
Sebbene abbia visto il mio capo (che comincia un po' a perdere i capelli)
Portato su un vassoio,
lo non sono un profeta - e non ha molta importanza;
Ho visto vacillare il momento della mia grandezza,
E ho visto l'eterno Lacchè reggere il mio soprabito ghignando,
E a farla breve, ne ho avuto paura.

E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto,
Dopo le tazze, la marmellata e il tè,
E fra la porcellana e qualche chiacchiera
Fra te e me, ne sarebbe valsa la pena
D'affrontare il problema sorridendo,
Di comprimere tutto l'universo in una palla
E di farlo rotolare verso una domanda che opprime,
Di dire: "lo sono Lazzaro, vengo dal regno dei morti,
Torno per dirvi tutto, vi dirò tutto" -
Se una, mettendole un cuscino accanto al capo,
Dicesse: "Non è per niente questo che volevo dire.
Non è questo, per niente."
E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto,
Ne sarebbe valsa la pena,
Dopo i tramonti e i cortili e le strade spruzzate di pioggia,
Dopo i romanzi, dopo le tazze da tè, dopo le gonne strascicate sul pavimento
E questo, e tante altre cose? -
E' impossibile dire ciò che intendo!
Ma come se una lanterna magica proiettasse il disegno dei nervi su uno schermo:
Ne sarebbe valsa la pena
Se una, accomodandosi un cuscino o togliendosi uno scialle,
E volgendosi verso la finestra, dicesse:
"Non è per niente questo,
Non è per niente questo che volevo dire."

. . . . . . . . . . .

No! lo non sono il Principe Amleto, né ero destinato ad esserlo;
Io sono un cortigiano, sono uno
Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l'avvio a una scena o due,
Ad avvisare il principe; uno strumento facile, di certo,
Deferente, felice di mostrarsi utile,
Prudente, cauto, meticoloso;
Pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;
Talvolta, in verità, quasi ridicolo -
E quasi, a volte, il Buffone.

Divento vecchio... divento vecchio...
Porterò i pantaloni arrotolati in fondo.

Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il coraggio di mangiare una pesca?
Porterò pantaloni di flanella bianca, e camminerò sulla spiaggia.
Ho udito le sirene cantare l'una all'altra.

Non credo che canteranno per me.

Le ho viste al largo cavalcare l'onde
Pettinare la candida chioma dell'onde risospinte:
Quando il vento rigonfia l'acqua bianca e nera.

Ci siamo troppo attardati nelle camere del mare
Con le figlie del mare incoronate d'alghe rosse e brune
Finché le voci umane ci svegliano, e anneghiamo.

poesia di T.S. EliotSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Umberto Saba

A mia moglie

Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Così, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.
Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

poesia di Umberto SabaSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Volevo amarti un po’

Volevo amrti un po'
per non soffrire più
tu eri quello giusto per giocare
per divertirsi ancora
per ridere di noi
per non pensare troppo
per dormire...

Poi ho sentito
la tua energia
la tua testa dura
la tua follia
la tua dolcezza
che mi ha viziata
ed il girasole
della tua risata
e con te potrei
gettare via
il mio tempo che coltiva
la malinconia.
Volevo amarti un po'
ma ti amo già di più
è questo che mi fa più paura...

Ma grazie a te
sorrido anch'io
perchè affronti tu
al posto mio
i miei fantasmi
e i miei non so
e il mio ribellarmi
finchè vivrò
e anche se ti chiamo
il mio bambino
forse è già destino che
tu mi porti via

Volevo amarti un po'
ma ti amo già di più
è questo che mi fa più paura.
Volevo amarti un po'
ma ti amo già di più
e tu mi chiedi se
sono tua?...

canzone interpretata di Ornella VanoniSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Pablo Neruda

Sempre

Prima di me
non sono geloso.

Vieni con un uomo
alla schiena,
vieni con cento uomini nella tua chioma,
vieni con mille uomini tra il il tuo petto e i tuoi piedi,
vieni come un fiume
pieno d'affogati
che trova il mare furioso,
la spuma eterna del tempo!

Portali tutti
dove io t'attendo:
sempre saremo soli,
sempre sarem tu e io
sali sopra la terra
per iniziare la vita.

poesia di Pablo Neruda da I Versi del Capitano (1952), traduzione di Giuseppe BelliniSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Dan Costinaş
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Cara Viareggio e cari concittadini, in questi ultimi mesi ho lavorato moltissimo e di questo naturalmente ringrazio il cielo perché nonostante i 70 anni proseguo senza sosta nel mio bellissimo lavoro di attrice. Un lavoro che continuo ad amare proprio come quando giovanissima partii da Viareggio per iniziare la mia carriera nel cinema. È però anche vero che questo mestiere impegna tutte le energie e al momento, con altri film, teatro e fiction da girare prossimamente, mi sento piuttosto stanca e ho bisogno di recuperare forze. Ringrazio dunque tutti coloro che mi hanno invitato e che erano pronti a organizzare una festa per me che immagino bellissima. Anche se il lavoro me ne tiene lontana, non dimentico mai neppure per un giorno la mia Viareggio. È una citt? che amerò sempre perché è lì che sono cresciuta, è lì che ci sono le mie radici. E le radici non si dimenticano specialmente se sono in un luogo che ovunque è ammirato e amato. Sono viareggina e lo rivendico. Amo Viareggio, ne ho costante nostalgia – del suo mare, delle sue spiagge, delle sue pinete, della sua passeggiata, del Carnevale, del mercato dove sono nata e della Darsena dove ho corso in bicicletta e giocato bambina - e prometto che non appena avrò un po' più di tempo libero verrò a festeggiare con voi i miei settant'anni e anche tutti quelli a seguire. Che spero siano altrettanti! Grazie Viareggio.

Stefania Sandrelli in lettera ''Viareggio ti amo'' (5 giugno 2016)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Steve Jobs

‎Valevo oltre un milione di dollari quando avevo 23 anni e oltre 10 milioni di dollari quando avevo 24 anni, e più di 100 milioni di dollari quando ne avevo 25. Ma sai, non era poi così importante, perché non l'ho mai fatto per soldi. Essere l'uomo più ricco al cimitero non mi interessa. Andare a letto la sera dicendosi che si è fatto qualcosa di meraviglioso, questo è quello che conta per me.

Steve Jobs in Wall Street Journal (1993)Segnala un problemaCitazioni simili
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Non sa più nulla, è alto sulle ali

Non sa più nulla, è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l'Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alle coste di Francia.

Ho risposto nel sonno: - E' il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d'angeli, è la mia
sola musica e mi basta.

poesia di Vittorio Sereni da Diario d'AlgeriaSegnala un problemaCitazioni simili
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Nikolai Berdiaev

L’uomo si trova davanti all’abisso di essere o non essere. Ed egli non può dominare questo abisso con le sue sole forze: ha bisogno di un aiuto dall’alto. Questa è una faccenda divino-umana. E se nel nostro tempo è l’esistenza stessa dell’uomo ad essere minacciata, se l’uomo è dilaniato, è proprio perché egli si è affidato solo a se stesso e alle sue forze. L’umanità sta attraversando quello che è forse il periodo più pericoloso di tutta la sua esistenza. Ma io non penso che il destino dell’uomo sia del tutto senza speranza. Questa disperazione è solo qui, non nell’aldilà. Perché noi crediamo che la storia del mondo non andrà avanti all’infinito, che il mondo e la storia finiranno. Ma questo significa che noi non crediamo nella possibilità di una soluzione finale in questo mondo, su questa terra, in questo nostro tempo... Tuttavia, questo non deve ostacolare l’azione creativa dell’uomo, e la sua realizzazione della giustizia qui ed ora, perché gli atti creativi dell’uomo influenzeranno la fine stessa. La fine è una faccenda divino-umana. E la parola finale, che appartiene a Dio, comprenderà necessariamente anche una parola dell’uomo.

Nikolai Berdiaev in Christian ExistentialismSegnala un problemaCitazioni simili
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Claudia Cardinale

Vivere è camminare da sola per strada, e scoprire all'improvviso il piacere di entrare in una chiesa, per ritrovare il silenzio, il silenzio della mia Africa mai dimenticata. E, facendo forse un'operazione blasfema, collegare i due silenzi: per me la religione è questo, Dio è questo. È silenzio, è contemplazione: non entro mai in una chiesa quando c'è una messa cantata.

Claudia Cardinale in Io, Claudia – Tu, Claudia (1995)Segnala un problemaCitazioni simili
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Dante Alighieri

L'anima era tutta data nel pensare di questa gentilissima; onde io divenni in picciolo tempo poi di sì fraile e debole condizione, che a molti amici pesava de la mia vista; e molti pieni d'invidia già si procacciavano di sapere di me quello che io volea del tutto celare ad altrui. Ed io, accorgendomi del malvagio domandare che mi faceano... rispondea loro che Amore era quelli che così m'avea governato... E quando mi domandavano "Per cui t'ha così distrutto questo Amore?", ed io sorridendo li guardava, e nulla dicea loro.

Dante Alighieri in Vita nuova, capitolo IVSegnala un problemaCitazioni simili
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Sonetto XXIII

Deh, s'io potessi vivere fin d'oggi,
Domani e sempre, tra le sole braccia
Dell'uomo amato, e s'egli mi dicesse
Stringendomi al suo petto: "O amica cara,

Amiamoci fra noi, ben soddisfatti
L'uno dell'altra, senza che più nulla
Possa in vita dividerci"; se, al colmo
Del possesso fra noi, mentre lo tengo

Stretto al pari dell'edera e del fusto,
La morte invidiosa ci strappasse,
L'uno all'altra, per sempre, allora, al colmo

Dei nostri amplessi, esalerei lo spirito
Mio sulle labbra sue, fino a morirne
D'una felicità che non ha nome.

poesia di Louise LabeSegnala un problemaCitazioni simili
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