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Il tempo dell'anima

Quando son coricato, la mia patria
è quel giaciglio solitario e pesto
ove tra le mie braccia forzerò
la mia metà al par di me senz'anima.
E la mia metà è una donna:
una donna che non ho.
Il mio ideale è una chimera,
il mio orizzonte, l'imprevisto;
e mi consuma la nostalgia...
nostalgia del paese che non ho visto.

....................................

Il mio pensiero è un arido soffio:
l'aria. L'aria è mia dappertutto.
E la mia parola è la vuota eco
che non dice un bel nulla - ed è tutto.
Il mio passato: ciò che dimentico.
La sola cosa che mi tenga legato
è la mia mano nell'altra mia mano.
Il mio ricordo: nulla. E' la mia traccia.
Il mio presente: tutto ciò che passa.
E l'avvenire: domani... domani.
Non conosco il mio simile;
sono ciò che mi faccio.
Odioso è l'io umano...
Io non mi odio nè mi amo.
Eh, via! la vita è una ragazza
che m'ha preso per il suo piacere:
il mio, è ridurla in stracci,
prostituirla senza desiderio.

...................................

Ovunque io muoia, la patria mia
pur s'aprirà, senza che la si preghi,
quanto basta per il mio sudario...
Un sudario, d'altronde: per che farne?
Siccome la mia patria è sotto terra,
ben sapranno le mie ossa andarvi sole.

poesia di Tristan CorbiereSegnala un problemaCitazioni simili
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Pablo Neruda

L'amore

Che hai, che abbiamo,
che ci accade?
Ahi il nostro amore È una corda dura
che ci lega ferendoci
e se vogliamo
uscire dalla nostra ferita,
separarci,
ci stringe un nuovo nodo e ci condanna
a dissanguarci e a bruciarci insieme.

Che hai? Ti guardo
e nulla trovo in te se non due occhi
come tutti gli occhi, una bocca
perduta tra mille bocche che baciai, più belle,
un corpo uguale a quelli che scivolarono
sotto il mio corpo senza lasciar memoria.

E che vuota andavi per il mondo
come una giara di color frumento,
senz'aria, senza suono, senza sostanza!
Invano cercai in te
profondità per le mie braccia
che scavano, senza posa, sotto la terra:
sotto la tua pelle, sotto i tuoi occhi,
nulla,
sotto il tuo duplice petto sollevato,
appena
una corrente d'ordine cristallino
che non sa perché corre cantando.
Perché, perché, perché,
amore mio, perché?

poesia di Pablo Neruda da Venti poesie d'amore e una canzone disperata (1924)Segnala un problemaCitazioni simili
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Coluche

La meta degli uomini politici sono dei buoni a nulla. L'altra meta sono pronti a tutto.

citazione di ColucheSegnala un problemaCitazioni simili
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E come un nulla senza possibilità, come un nulla morto dopo l'estinguersi del sole, come un silenzio eterno senz'avvenire e senza speranza, risuona interiormente il nero.

Vasili Kandinski in Scritti intorno alla musica (1979)Segnala un problemaCitazioni simili
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Novalis

Senza di te

Senza di te che cosa sarei stato?
Senza di te che cosa non sarei?
Destinato a paure e smarrimenti,
solo mi sentirei nel vasto mondo.
Non amerei più nulla con certezza,
sarebbe un cupo baratro il futuro;
se nel profondo il cuore si turbasse,
a chi potrei svelare la mia pena?

Solo, da amore e nostalgia consunto,
non dissimile il giorno dalla notte
mi sembrerebbe; e seguirei con caldo
pianto il corso selvaggio della vita.
Troverei nel tumulto inquietudine,
dentro la casa angoscia disperata.
Chi reggerà senza un amico in cielo,
chi reggere potrà qui sulla terra?

Ora che Cristo a me si è rivelato,
io con certezza tutto gli appartengo,
come consuma rapida una chiara
vita la tenebra senza confine.
Sono con Cristo divenuto un uomo;
il destino è da lui trasfigurato,
e l'India deve fiorire gioiosa
perfino nel Nord intorno all'amato.

La vita diventa un'ora d'amore,
d'amore e gioia tutto il mondo parla.
Cresce un'erba che sana ogni ferita,
palpita colmo e libero ogni cuore.
Io rimango, per tutti i suoi mille
regali, pieno d'umiltà, suo figlio;
so che sarà presente in mezzo a noi
anche se solo due fossimo insieme.

Oh, andate per tutte le strade
e riportate dentro chi è smarrito,
stendete a ognuno la mano, invitatelo
lietamente a venire in mezzo a noi.
Il cielo è qui con noi sulla terra,
lo contempliamo uniti nella fede;
e a quelli che con noi sono congiunti
in un'unica fede, si apre il cielo.

Un senso antico, grave del peccato
ci stava in cuore saldamente impresso;
come ciechi erravamo nella notte,
da rimorso e passione insieme accesi.
Che l'uomo degli dei fosse nemico
ci sembrava, ogni azione delittuosa;
anche se il cielo sembrava parlarci,
parlava soltanto di morte e di pena.

Nel cuore, ricca fonte della vita,
stava annidato un essere malvagio;
e se si illuminava il nostro spirito,
era solo inquietudine il suo frutto.
Saldamente inchiodava i prigionieri
tremanti a terra una catena ferrea;
la spada giustiziera della morte
ci atterrì, soffocando ogni speranza.

Venne un figlio dell'uomo a riscattarci,
pieno d'amore e forza, un Salvatore;
nel nostro intimo un fuoco ha suscitato
che infonde nuova vita ad ogni cosa.
Vedemmo finalmente aperto il cielo
su di noi, come nostra antica patria;
provammo l'esultanza di sentirci
congiunti a Dio, di credere e sperare.

E da allora per noi sparve il peccato,
fu gioioso ogni passo sulla terra;
si regalò, sul nascere, ai fanciulli
come il dono più bello questa fede;
da lei santificata, come un sogno
felice trascorreva ormai la vita;
e, votati ad amore e gioia eterna,
si avvertì appena l'ora del distacco.

Sta ancora qui nel suo splendore
meraviglioso, il Santo, l'Amato;
per la sua fedeltà, la sua corona
di spine, siamo in lacrime, commossi.
Sia benvenuto ogni uomo che passa
e che afferra con noi la sua mano
per divenire maturando, accolto
nel suo cuore, un frutto del paradiso.

poesia di NovalisSegnala un problemaCitazioni simili
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Vogliamo la patria, la patria una e rapidamente. Possiamo cedere su tutto; su questo no. Potete, sapete darcela?

Giuseppe Mazzini in A parole chiare risposta chiaraSegnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

Madre

La parola più bella
sulle labbra del genere umano è "Madre",
e la più bella invocazione è "Madre mia".
E' la fonte dell'amore, della misericordia,
della comprensione, del perdono.
Ogni cosa in natura parla della madre.
La stella Sole è madre della terra
e le dà il suo nutrimento di calore;
non lascia mai l'universo nella sera
finchè non abbia coricato la terra
al suolo del mare e al canto melodioso
di uccelli e acque correnti.
E questa terra è madre degli alberi e dei fiori.
Li produce, li alleva, e li svezza.
Alberi e fiori diventano
madri tenere dei loro grandi frutti e semi.
La parola "madre" è nascosta nel cuore
e sale alle labbra
nei momenti di dolore e di felicità,
come il profumo sale dal cuore della rosa
e si mescola
all'aria chiara e nell'aria nuvolosa.

poesia di Khalil GibranSegnala un problemaCitazioni simili
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Martin Heidegger

Il presente viene sempre dopo l'avvenire. L'avvenire è l'origine della storia. Storico è l'avvenire, quel che viene posto nella volontà, nell'attesa... L'Inizio è ancora. Non è alle nostre spalle, come un evento da lungo tempo passato, ma ci sta di fronte, davanti a noi. L'inizio, in quanto è ciò che vi è di più grande, precede tutto ciò che è sul punto di accadere e così è già passato oltre di noi, al di sopra di noi.

Martin Heidegger in Lezioni del semestre invernale (1937)Segnala un problemaCitazioni simili
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Sonetto XXIII

Deh, s'io potessi vivere fin d'oggi,
Domani e sempre, tra le sole braccia
Dell'uomo amato, e s'egli mi dicesse
Stringendomi al suo petto: "O amica cara,

Amiamoci fra noi, ben soddisfatti
L'uno dell'altra, senza che più nulla
Possa in vita dividerci"; se, al colmo
Del possesso fra noi, mentre lo tengo

Stretto al pari dell'edera e del fusto,
La morte invidiosa ci strappasse,
L'uno all'altra, per sempre, allora, al colmo

Dei nostri amplessi, esalerei lo spirito
Mio sulle labbra sue, fino a morirne
D'una felicità che non ha nome.

poesia di Louise LabeSegnala un problemaCitazioni simili
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Ti vorrei

Ti vorrei nel chewin-gum
mentre vado a lavorare in tram
ti vorrei solo al bar
ti vorrei come una mamma al CAR
ti vorrei dentro i jeans
quarta donna del mio triste tris
ti vorrei con la "v"
ti vorrei che non ne posso più.

Nel letto insoddisfatto io ti vorrei
mentre accarezzo il gatto io ti vorrei
quando la notte spegne tutto
e distrutto io mi butto in questi sogni miei.

Ti vorrei ti vorrei
ti vorrei anche se fossi un gay
ti vorrei ti vorrei
non lo senti quanto ti vorrei?

Ti vorrei perchè spesso ho paura di me
nel riflesso di un abito senza te
perchè sei quel che sei ma lo stesso vorrei

Ti vorrei perchè il mondo non ha pietà
perchè intorno c'è odio e banalità
e gli amici non bastano mai e neanche lei
Ti vorrei!

In questa grande noia io ti vorrei
prima che il sogno muoia io ti vorrei
anche per una volta sola
la mia vela che si svela dentro gli occhi tuoi.

Ti vorrei ti vorrei
e anche l'anima mi venderei
Ti vorrei ti vorrei
Non lo senti quanto ti vorrei?

Ti vorrei perchè ho un gran bisogno di te
della voglia di vivere che non c'è
perchè sei quel che sei ma lo sai che vorrei.

Ti vorrei perchè il cuore non ce la fa
fra le stelle e il rumore della città
e gli amori non bastano mai mentre ti vorrei
ti vorrei...

Non lo senti quanto ti vorrei!
Non lo senti quanto ti vorrei!

canzone interpretata di Marco MasiniSegnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

Sul tempo

E un astronomo disse: Maestro Parlaci del Tempo.
E lui rispose:
Vorreste misurare il tempo, l'incommensurabile e l'immenso.
Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni.
Del tempo vorreste fare un fiume per sostate presso la sua riva e guardarlo fluire.

Ma l'eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo
E sa che l'oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi.
E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio.
Chi di voi non sente che la sua forza d'amore è sconfinata?
E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere, e non passa da pensiero d'amore a pensiero d'amore, né da atto d'amore ad atto d'amore?
E non è forse il tempo, così come l'amore, indiviso e immoto?

Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre,
E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l'attesa.

poesia di Khalil GibranSegnala un problemaCitazioni simili
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Rumi

Quando un uomo e una donna diventano uno...

Ho coperto i miei occhi
con la polvere della tristezza,
finché entrambi furono un mare colmo di perle.
Tutte le lacrime che noi creature versiamo per lui
non sono lacrime,come pensano molti, ma perle...
Mi lamento dell'anima con l'anima,
ma non per lamentarmi: dico solo le cose come stanno.
Il cuore mi dice che è angosciato per lui
ma io non posso che ridere di questi torti immaginari.
Sii giusta, tu che sei la gloria del giusto.
Tu, anima, libera dal "noi" e dall' "io",
spirito sottile in ogni uomo e donna.
Quando un uomo e una donna diventano uno,
quell'uno sei tu.
E quando quell'uno è cancellato, tu sei.
Dove sono questo "noi" e questo "io"?
A lato dell'amato.
Tu hai fatto questo "noi" e questo "io"
perché tu potessi giocare
al gioco del corteggiamento con te stesso,
affinché tutti i "tu" e gli "io" diventino un'anima sola
e infine anneghino nell'amato.
Tutto ciò è vero. Vieni!
Tu che sei la parola creatrice: Sii.
Tu, al di là di qualunque descrizione.
E' possibile per l'occhio fisico vederti?
Può il pensiero comprendere il tuo riso o la tua pena?
Dimmi, è possibile vederti?
Soltanto di cose in prestito vive questo cuore.
Il giardino d'amore è infinitamente verde
e dà molti frutti oltre alla gioia e al dolore.
L'amore è al di là di entrambe le condizioni.
Senza primavera, senza autunno, è sempre nuovo.

poesia di RumiSegnala un problemaCitazioni simili
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Stefan Zweig

I più commoventi fra questi individui erano per me – quasi m'avesse già sfiorato il presagio del mio futuro destino – gli uomini senza patria, o ancor peggio, quelli che in luogo di una patria ne avevano due o tre e non sapevano interiormente a quale appartenessero.

Stefan Zweig in Il mondo di ieri: Nel cuore dell'EuropaSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Un uomo privo di donna, una donna priva di uomo soffiano nella loro metà di vita finché questa non si gonfia e occupa tutto lo spazio.

Emile Ajar in Chiaro di donna (2001)Segnala un problemaCitazioni simili
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Un atto sessuale reciproco e soddisfacente è di notevole beneficio per la donna in generale, il suo magnetismo è salutare. Quando non è voluto da parte della donna e lei non risponde, non dovrebbe avvenire. La sottomissione del suo corpo senza amore o desiderio degrada la sottile sensibilita della donna, nonostante tutti i certificati di matrimonio della terra certifichino il contrario.

citazione di Margaret SangerSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Jean-Jacques Rousseau

Non basta metà della vita per fare un buon libro e l'altra metà per correggerlo

citazione di Jean-Jacques RousseauSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di anonimo
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Henry Scott Holland

La morte non e' niente

La morte non e' niente.
Non conta.
Sono solo scivolato via nella stanza accanto.
Non è successo niente.
Ogni cosa rimane esattamente com’era.
Io sono io e tu sei tu, e la vecchia vita che abbiamo vissuto così affettuosamente insieme è intatta, immutata.
Tutto ciò che eravamo reciprocamente, lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio consueto nome.
Parla di me in maniera tranquilla, come hai fatto sempre.
Non porre alcuna differenza nel tuo tono.
Non portarti addosso una forzata aria di gravita' o dolore.
Ridi come abbiamo sempre riso delle piccole cose che abbiamo apprezzato insieme.
Gioca, sorridi, pensami, prega per me.
Lascia sempre che il mio nome sia la parola familiare che è sempre stata.
Lascia che sia detto senza sforzo, senza il fantasma di un’ombra su di esso.
La vita significa tutto ciò che ha sempre significato.
È tutto come è sempre stato.
C’è una continuità assoluta e ininterrotta.
Cosa è questa morte se non un trascurabile incidente?
Perché dovrei essere fuori dalla mente, perché sono fuori dalla vista?
Sono li' che ti aspetto, per un intervallo, in qualche luogo molto vicino, proprio dietro l’angolo.
Va tutto bene.
Nessuno si e' fatto male; nulla è perduto.
Un breve momento e tutto sarà come prima.
Come rideremo del dispiacere di separarsi quando ci incontreremo di nuovo!

poesia di Henry Scott Holland, traduzione di Fernanda LapennaSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Dan Costinaş
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Khalil Gibran

L'arrivo della nave

Almustafa, l'eletto e l'amato, come un'alba verso il suo giorno, aveva atteso dodici anni nella città di Orfalese il ritorno della nave che doveva riportarlo all'isola nativa.
E nel dodicesimo anno, il giorno settimo di Iellol mese della mietitura, salì sopra la collina fuori le mura della città e guardò verso il mare, e nella foschia vide la sua nave venire.
Allora le porte del suo cuore si spalancarono e la sua gioia volò lontano, al di sopra del mare. E Almustafa chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.

Ma discendendo dalla collina, una grande tristezza calò su di lui, e così ragionò nel suo cuore:
Come andarsene in pace e senza dolore? No, non senza ferita nell'anima lascerò questa città.
lunghi sono stati i giorni di sofferenza consumati tra le sue mura, lunghe le noti di solitudine; e chi può senza rimpianto lasciare il suo dolore e la sua solitudine?
Troppi frammenti dello spirito ho disseminato in queste strade, troppi figli del mio desiderio vanno nudi tra queste colline, e io non posso allontanarmi da loro senza peso e dolore.
Non è una veste che oggi io respingo, ma una pelle che strappo con le mie stesse mani.
Non è un pensiero che io lascio dietro a me, ma un cuore reso dolce da fame e sete.

Tuttavia più a lungo non posso indugiare.
Il mare che pretende ogni cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi.
Poiché se resto, nonostante brucino le ore della notte, io sarò ghiaccio e fossile, costretto in una forma.
Vorrei portare con me ogni cosa che è qui. Ma come potrò?
Una voce non può portare con sé la lingua e le labbra che le hanno dato le ali. Sola dovrà approdare al cielo.
E sola e senza nido l'aquila volerà attraverso il sole.

Giunto ai piedi della collina, nuovamente guardò verso il mare e vide la sua nave avvicinarsi al porto e sulla prua i marinai, gli uomini della sua terra.

E la sua anima gridò loro:
Figli della mia antica madre, cavalieri delle onde,
quante volte avete veleggiato nei miei sogni. E adesso approdate al mio risveglio, che è il mio sogno più profondo.
Sono pronto a partire, e a vele spiegate il mo desiderio aspetta il vento.
Ancora una volta respirerò quest'aria calma e ancora una volta volgerò indietro il mio sguardo d'amore.
E allora sarò tra voi, navigante tra i naviganti.
E tu, vasto mare, materno e insonne,
Unica pace e libertà per il torrente e il fiume,
In questa piana la corrente traccerà solo un'altra svolta, avrà solo un altro mormorio.
E allora io verrò a te, goccia infinita in sconfinato oceano.

E camminando vide di lontano uomini e donne lasciare campi e vigneti e accorrere alle porte della città.
E udì le loro voci pronunciare il suo nome e gridare da campo a campo annunziandosi l'un l'altra l'arrivo della sua nave.
E lui si disse:
Il giorno della separazione sarà forse giorno di convegno?
E questa mia vigilia, in verità, sarà detta la mia aurora?
E cosa offrirò a chi ha lasciato l'aratro a metà solco o ha fermato la ruota del suo torchio?
Sarà il mio cuore l'albero pesante di frutti che donerò loro?
E sgorgheranno come fonte i miei desideri affinché ne siano colme le loro coppe?
Sono forse io quale arpa sfiorata dalla mano del potente, o un flauto che il suo soffio attraversa?
Io sono un esploratore di silenzi, e quali tesori scoperti nei silenzi potrò dispensare con fiducia?
Se questo è il mio giorno delle messi, in quali campi ho sparso il seme e in quali stagioni dimenticate?
Se veramente questo è il giorno in cui leverò alta la mia lanterna, non è mia la fiamma che qui brucerà.
Buia e vuota alzerò la mia lanterna.
E a riempirla d'olio, così come ad accenderla, sarà il guardiano della notte.

Questi pensieri lui tradusse in parole. Ma molto restò nel suo cuore di non detto. Poiché lui stesso era incapace di esprimere il suo segreto più profondo.
E quando entrò nella città tutto il popolo gli venne incontro e lo acclamò con una voce sola.
E gli anziani della città si fecero avanti e dissero:
Non lasciarci ancora.
Sei stato un meriggio nel nostro crepuscolo e la tua giovinezza ci ha donato visioni di sogno.
Non sei ospite tra noi, non straniero, ma il figlio nostro prediletto.
Non tollerare che ai nostri occhi manchi il nutrimento del tuo volto.
E i sacerdoti e le sacerdotesse gli dissero:
Non adesso ci separino le onde del mare e non diventino ricordo gli anni che hai trascorso tra noi.
Come spirito hai camminato in mezzo a noi e la tua ombra è stata luce per i nostri volti.
Molto ti abbiamo amato. Ma senza parole, nascosto, fu il nostro amore.
Ora esso grida e a te vorrebbe rivelarsi.
Poiché sempre l'amore ignora la sua profondità fino all'ora del distacco.

E altri vennero a supplicarlo. Ma lui non rispose. Chinò soltanto la testa, e chi gli era vicino vide le lacrime cadergli sul petto.
E con il popolo avanzò sulla grande piazza, davanti al tempio.
E dal santuario uscì una donna di nome Almitra. Ed era un'indovina.
E lui la fissò con estrema tenerezza perché per prima lo aveva cercato, e aveva creduto in lui dal giorno del suo arrivo in quella città.
E lei lo salutò dicendo:
Profeta di Dio, che cerchi l'assoluto, a lungo hai spiato l'orizzonte per scorgere la tua nave.
E ora la tua nave è giunta e tu devi andare.
Profonda è in te la nostalgia per la terra dei tuoi ricordi e per la dimora delle tue grandi speranze; e neppure il nostro amore potrà trattenerti né la nostra necessità.
Ma prima di lasciarci noi ti chiediamo: parlaci e dona a noi la tua verità.
Noi la doneremo ai nostri figli, questi a loro figli, ed essa non perirà.
In solitudine hai vegliato sui nostri giorni, e vigile hai udito il pianto e il riso del nostro sonno.
E allora dischiudici a noi stessi e a noi rivela ciò che sai su quanto passa tra la nascita e la morte.

E lui rispose:
Popolo di Orfalese, di che cosa posso parlare se non di ciò che anche ora si agita nel vostro cuore?

poesia di Khalil GibranSegnala un problemaCitazioni simili
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Oscar Wilde

Amo parlare del nulla, padre. È la sola cosa di cui so tutto.

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Federico Garcia Lorca

Cielo vivo

Non posso lamentarmi
se non ho trovato quel che cercavo.
Presso le pietre senza umore e gl'insetti vuoti
non vedrò il duello del sole con le creature in carne viva.
Ma andrò a vedere il primo paesaggio
di scontri, liquidi e rumori
che si filtra in neonato
e dove ogni superficie è elusa,
per capire che quel che cerco avrà il suo bersaglio di allegria
quando volerò mescolato con l'amore e le sabbie.
Lì non arriva la brina degli occhi spenti
né il muggito dell'albero assassinato dal bruco.
Lì tutte le forme conservano intrecciate
una sola espressione frenetica di slancio.
Non puoi slanciarti negli sciami di corolle
perché l'aria dissolve i tuoi denti di zucchero,
né puoi accarezzare la fugace foglia della felce
senza sentire lo stupore definitivo dell'avorio.
Lì sotto le radici e nel midollo dell'aria
si comprende la verità delle cose sbagliate;
il nuotatore di nichel che scruta l'onda più fina
e la mandria di vacche notturne con rosse zampine di donna.
Non posso lamentarmi
se non ho trovato quel che cercavo;
ma andrò a vedere il primo paesaggio di umidità e di palpiti
per capire che quel che cerco avrà il suo bersaglio di allegria
quando volerò mescolato con l'amore e le sabbie.
Volo fresco di sempre sopra letti vuoti,
sopra gruppi di brezze e navi incagliate.
Inciampo vacillante nella dura eternità fissa
e amore infine senz'alba. Amore. Amore visibile

poesia di Federico Garcia LorcaSegnala un problemaCitazioni simili
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Fenelon

La patria di un maiale è dappertutto dove ci sono ghiande.

citazione di FenelonSegnala un problemaCitazioni simili
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