I manoscritti non bruciano.
Mihail Bulgakov in Il Maestro e Margherita
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Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh!
Jack Kerouac in On the road
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Gli inquisitori bruciano i libri invano. Se i libri contengono qualche cosa di valore potrete sentirli ridere tra le fiamme.
Bohumil Hrabal in Una solitudine troppo rumorosa (1968)
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Mario Rapisardi non iscrive nei giornali; non accetta nomine accademiche, né candidature politiche ed amministrative; non vuol essere aggregato a nessun sodalizio; non ha tempo di leggere tutti i libri che gli mandano, molto meno i manoscritti; né di rispondere a tutti coloro che gli scrivano. E di ciò chiede venia ai discreti.
Mario Rapisardi in Commentario Rapisardiano (il suo biglietto da visita)
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Nascita del canto
Sorgiva: luce riemersa:
foglie bruciano rosee.
Giaccio su fiumi colmi
dove son isole
specchi d'ombre e d'astri.
E mi travolge il tuo grembo celeste
che mai di gioia nutre
la mia vita diversa.
Io muoio per riaverti,
anche delusa,
adolescenza delle membra
inferme.
poesia di Salvatore Quasimodo
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Canzone del maschio e della femmina
Canzone del maschio e della femmina!
Il frutto dei secoli
che spreme il suo succo
nelle nostre vene.
La mia anima che si diffonde nella tua carne distesa
per uscire migliorata da te,
il cuore che si disperde
stirandosi come una pantera,
e la mia vita, sbriciolata, che si annoda
a te come la luce alle stelle!
Mi ricevi
come il vento la vela.
Ti ricevo
come il solco il seme.
Addormentati sui miei dolori
se i miei dolori non ti bruciano,
legati alle mie ali,
forse le mie ali ti porteranno,
dirigi i miei desideri,
forse ti duole la loro lotta.
Tu sei l'unica che possiedo
da quando persi la mia tristezza!
Lacerami come una spada
o senti come un'antenna!
Baciami,
mordimi,
incendiami,
che io vengo alla terra
solo per il naufragio dei miei occhi di maschio
nell'acqua infinita dei occhi di femmina!
poesia di Pablo Neruda da Venti poesie d'amore e una canzone disperata (1924)
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Il servizio domenicale
Guarda, guarda, maestro, ecco cbe arrivano due bruchi religiosi.
L'Ebreo di Malta Polifil Oprogenitivi
i sapienti vivandieri del Signore
Fluttuano attraverso i vetri
Della finestra. In principio era il Verbo.
In principio era il Verbo. Superfetazione di -rò vn,
E al volgersi mensile del tempo
Produsse lo snervato Origene.
Un pittore della scuola umbra
Disegnò su un fondo di gesso
L'aureola del Dio Battezzato.
Il deserto è bruno e spaccato
Ma per l'acqua pallida e lieve
Splendono ancora i piedi inoffensivi
E in alto il pittore dispose
Il Padre e il Paracleto.
. . . . . . . . . . . .
Presbiteriani neri-zibellino
S'accostano alla via della penitenza;
I giovani sono rossi e pustolosi
E stringono in mano denaro d'espiazione.
Sotto i cancelli penitenziali
Sostenuti da Serafini che guardano
Dove le anime dei devoti
Bruciano fioche e invisibili.
Lungo la cinta del giardino
Le api dal ventre villoso
Vanno fra stame e pistillo,
Sacro officio dell'epicene.
Sweeney si appoggia ora sull'una ora sull'altra natica
E agita l'acqua nella vasca da bagno.
I maestri delle scuole sottili
Son controversi, enciclopedici.
poesia di T.S. Eliot
Aggiunto di Simona Enache
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