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Bertinotti abita in una casa ordinatissima, tranquillissima, dolcissima, normalissima. I soprammobili al loro posto, le foto di famiglia in vista. I tormenti della politica deve lasciarli fuori perché qui non ce n'è traccia. Lo si sapeva monogamo e innamorato della moglie. Basta uno sguardo per averne conferma. "Vuoi un caffè?" mi chiese. Risposi di no per non disturbare. Ma era tutto pronto. Il bricco col caffè caldo, il bricco del tè, i biscotti del Mulino Bianco. La moglie Lella, una bella donna col sorriso solare e innamorato (ma politicamente, se possibile, più radicale di lui), aveva lasciato tutto pronto prima di andarsene in ufficio. E fu bevendo quel caffè che evocammo i fantasmi della preistoria. Basso, Lombardi, Foa, Vecchietti, Libertini. Stava con loro, allora, il lombardiano Bertinotti e i comunisti doc avvertono ancora la diversità d'origine, il fatto che con lui al massimo si è stati cugini, mai fratelli.

citazione di Bruno VespaSegnala un problemaCitazioni simili
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Johann Sebastian Bach

Cantata del caffè

Ben al di là di tutti gli altri piaceri, più raro di gioielli o tesori,
più dolce del chicco della vite. Sì! Sì! Il più grande
dei piaceri! Caffè, caffè, quanto amo il suo gusto,
e se volete guadagnarvi la mia benevolenza, sì
Sì, Datemi il caffè, datemi il mio caffè forte.

Johann Sebastian Bach in Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente (2007), traduzione di Fabio BernabeiSegnala un problemaCitazioni simili
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Silvana Baroni

Al sole in un caffè

Al sole in un caffè
mi sorprese che l’altro lì moriva
a denti stretti ed io che lo guardavo
fossimo assieme un tutto quotidiano
un esercizio a fuoco spento della vita
conforme l’uno all’altro al prima e al dopo
comparse di una sosta stabilita nel mondo
che attorno ci guardava come un vecchio poi sa.
E ancora il vizio della vita su dislivelli eppure al centro
di un discontinuo sguardo da cortile… il gioco alle biglie…
la schicchera contro muro… il rimbalzo dal suolo…
il peso in precipizio e in traiettoria…
un ingranaggio delicato che rallenta modanature
del vizio della vita.

poesia di Silvana BaroniSegnala un problemaCitazioni simili
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Silvana Baroni

Esistono

Esistono
per questo puoi lasciarli a casa:
il caffè riscaldato due volte, i capelli a treccia sulla nuca
l’imbronciato guardarsi attorno a cerca d’una cuccia
la scena più volte d’una cattiva digestione
il dormire col cuore d’ordinanza
sotto le unghie la pece d’aver sbagliato mestiere.
Son tutti nodi a rilievo che non sai partecipare
qualcosa di unico da dimenticare.
Allora questo può farti compagnia
(tu donna politica di fauna antichissima)
setacciare da internet la novella, stanarla uccel di bosco
dal ventre dell’etere, già lo sai, da un’ipotesi azzardata
la vita poi ritorna a seguire i suoi canali sciorinandosi.

poesia di Silvana BaroniSegnala un problemaCitazioni simili
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Lui è il tipo di persona che rende nervoso il caffè.

aforisma di Leopold Fechtner da Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano (2004)Segnala un problemaCitazioni simili
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Mario Luzi

Alla vita

Amici ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s’inarca
e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
il viso d’Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono: noi siamo in terra
ma ci potremo un giorno librare
esilmente piegare sul seno divino
come rose dai muri nelle strade odorose
sul bimbo che le chiede senza voce.

Amici dalla barca si vede il mondo
e in lui una verità che precede
intrepida, un sospiro profondo
dalle foci alle sorgenti;
la Madonna dagli occhi trasparenti
scende adagio incontro ai morenti,
raccoglie il cumulo della vita, i dolori
le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
Le ragazze alla finestra annerita
con lo sguardo verso i monti
non sanno finire d’aspettare l’avvenire.

Nelle stanze la voce materna
senza origine, senza profondità s’alterna
col silenzio della terra, è bella
e tutto par nato da quella.

poesia di Mario LuziSegnala un problemaCitazioni simili
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John Keats

La dolcezza di quel viso

Lo sfavillio del suo sguardo splendente
E quel seno, terrestre paradiso.

Mai più felice sarà la vista mia,
Ché ha perso il visibile ogni sapore:
Perduto è il piacere della poesia,
L'ammirazione per il classico nitore.

Sapesse lei come batte il mio cuore,
Con un sorriso ne lenirebbe la pena,
E sollevato ne sentirei la dolcezza,
La gioia, mescolata col dolore.

Come un toscano perduto in Lapponia,
Tra le nevi, pensa al suo dolce Arno,
Così sarà lei per me in eterno
L'aura della mia memoria.

poesia di John KeatsSegnala un problemaCitazioni simili
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Dostoievski

Ma, più d'ogni altra cosa, amava e aveva in pregio il suo denaro, guadagnato col lavoro, e anche con altri mezzi, poiché il denaro lo innalzava al livello di tutto ciò che era superiore a lui.

citazione di DostoievskiSegnala un problemaCitazioni simili
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Gene Roddenberry

La mia ex moglie si è presa tutto il pianeta con il divorzio, mi ha lasciato le ossa e basta.

Gene Roddenberry in Star TrekSegnala un problemaCitazioni simili
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Mia moglie non era una donna istruita nel termine accademico propriamente inteso: non aveva una laurea, e non era nemmeno diplomata, aveva frequentato fino alla quarta magistrale perché il padre, austero oriundo garibaldino siciliano, era convinto che le donne non dovessero studiare, ma dovessero, e giustamente, imparare a cucinare e a governar la casa.

Franco Simongini in Il cialtrone (1965)Segnala un problemaCitazioni simili
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Edgar Allan Poe

Un sogno

In visioni di notturna tenebra
spesso ho sognato svanite gioie -
mentre un sogno, da sveglio, di vita e di luce
m' ha lasciato col cuore implacato.

Ah, che cosa non è sogno in chiaro giorno
per colui il cui sguardo si posa
su quanto a lui è d' intorno con un raggio
che, a ritroso, si volge al tempo che non è più?

Quel sogno beato - quel sogno beato,
mentre il mondo intero m' era avverso,
m' ha rallegrato come un raggio cortese
che sa guidare un animo scontroso.

E benchè quella luce in tempestose notti
cosi' tremolasse di lontano -
che mai può aversi di più splendente e puro
nella diurna stella del Vero?

poesia di Edgar Allan PoeSegnala un problemaCitazioni simili
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L'ambiente fisico del paziente può avere una grande influenza sul corso della sua malattia. Se è assistito da persone che sono in simpatia con lui, sarà per lui tanto meglio che se sua moglie o chi gli è intorno desiderano la sua morte.

citazione di ParacelsusSegnala un problemaCitazioni simili
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Stefan Zweig

Dickens narra con tale precisione, con tale minuziosità, da costringerci a seguire il suo sguardo ipnotizzante. Non aveva lo sguardo magico di Balzac..., ma uno sguardo tutto terreno, uno sguardo da marinaio, da cacciatore, uno sguardo di falco per le piccole cose umane. - Ma sono le piccole cose - disse egli una volta – che formano il senso della vita.

Stefan Zweig in Tre maestri: Balzac, Dickens, Dostoevskij (1938)Segnala un problemaCitazioni simili
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Boccaccio

Voi dovete sapere che in Siena fu già un giovane assai leggiadro e d'orrevole famiglia, il quale ebbe nome Rinaldo; e amando sommamente una sua vicina e assai bella donna e moglie d'un ricco uomo, e sperando, se modo potesse avere di parlarle senza sospetto, dovere aver da lei ogni cosa che egli disiderasse, non vedendone alcuno ed essendo la donna gravida, pensossi di volere suo compar divenire; e accontatosi col marito di lei, per quel modo che più onesto gli parve gliele disse, e fu fatto.

Boccaccio in Decameron, novella III, 4Segnala un problemaCitazioni simili
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Mircea Eliade

Non ho mai visto seni più belli, di nessuna statua al mondo, perché quel pallore oscuro del corpo di Maitreyi si era ora acceso, per la prima volta svelato, e la bellezza perfetta, scultorea, del suo busto si era illuminata aspettandomi. Tutto il suo corpo era un' attesa, il suo viso era immobile, i suoi occhi mi guardavano come un prodigio. Non era più sensualità quel brivido che l'attraversava e uccideva accanto a me... Lei si era interamente donata al miracolo di un contatto maschile con il suo corpo ancora vergine.

Mircea Eliade in MaitreyiSegnala un problemaCitazioni simili
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Boccaccio

Fu adunque già in Arezzo un ricco uomo, il quale fu Tofano nominato. A costui fu data per moglie una bellissima donna, il cui nome fu monna Ghita, della quale egli, senza saper perché, prestamente divenne geloso. Di che la donna avvedendosi prese sdegno, e più volte avendolo della cagione della sua gelosia addomandato, né egli alcuna avendone saputa assegnare, se non cotali generali e cattive, cadde nell'animo alla donna di farlo morire del male del quale senza cagione aveva paura.

Boccaccio in Decameron, novella IVSegnala un problemaCitazioni simili
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La scienza sperimentale rischia di assumere lo statuto epistemologico della politica; diventerebbe cioè "l'arte del possibile", la ricerca del fare tutto ciò che è possibile, e non perseguirebbe più semplicemente la conoscenza della realt? .

citazione di Elio SgrecciaSegnala un problemaCitazioni simili
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* * *

Sì, li ho amati quei raduni notturni
i bicchieri ghiacciati sparsi sul tavolino,
l'esile nube fragrante sul nero caffè,
l'invernale, greve vampa del caminetto infocato,
l'allegria velenosa dei frizzi letterari
e il primo sguardo di lui, inerme e angosciante.

poesia di Anna AhmatovaSegnala un problemaCitazioni simili
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Signore e signori, c'era una volta un critico il quale, affermando con straordinario calore la superiorità della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso sull'Orlando furioso di Lodovico Ariosto, attaccò molte liti con le persone che non la pensavano come lui, e sostenne perciò uno dopo l'altro non meno di quattordici fortunati duelli; ma al quindicesimo, cadde finalmente col petto trapassato dalla lama nemica. Allora i padrini che afflittissimi lo sorreggevano e aspettavano di raccogliere le sue ultime volontà, lo udirono uscire in questa confessione suprema: "E dire che io non ho ancora letto né l'Orlando furioso né la Gerusalemme liberata!...".

citazione di Federico De RobertoSegnala un problemaCitazioni simili
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Umberto Saba

Dopo la tristezza

Questo pane ha il sapore d'un ricordo,
mangiato in questa povera osteria,
dov'è più abbandonato e ingombro il porto.
E della birra mi godo l'amaro,
seduto del ritorno a mezza via,
in faccia ai monti annuvolati e al faro.
L'anima mia che una sua pena ha vinta,
con occhi nuovi nell'antica sera
guarda una pilota con la moglie incinta;
e un bastimento, di che il vecchio legno
luccica al sole, e con la ciminiera
lunga quanto i due alberi, è un disegno
fanciullesco, che ho fatto or son vent'anni.
E chi mi avrebbe detto la mia vita
così bella, con tanti dolci affanni,
e tanta beatitudine romita!

poesia di Umberto Saba da Trieste e una donna (1910)Segnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

L'arrivo della nave

Almustafa, l'eletto e l'amato, come un'alba verso il suo giorno, aveva atteso dodici anni nella città di Orfalese il ritorno della nave che doveva riportarlo all'isola nativa.
E nel dodicesimo anno, il giorno settimo di Iellol mese della mietitura, salì sopra la collina fuori le mura della città e guardò verso il mare, e nella foschia vide la sua nave venire.
Allora le porte del suo cuore si spalancarono e la sua gioia volò lontano, al di sopra del mare. E Almustafa chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.

Ma discendendo dalla collina, una grande tristezza calò su di lui, e così ragionò nel suo cuore:
Come andarsene in pace e senza dolore? No, non senza ferita nell'anima lascerò questa città.
lunghi sono stati i giorni di sofferenza consumati tra le sue mura, lunghe le noti di solitudine; e chi può senza rimpianto lasciare il suo dolore e la sua solitudine?
Troppi frammenti dello spirito ho disseminato in queste strade, troppi figli del mio desiderio vanno nudi tra queste colline, e io non posso allontanarmi da loro senza peso e dolore.
Non è una veste che oggi io respingo, ma una pelle che strappo con le mie stesse mani.
Non è un pensiero che io lascio dietro a me, ma un cuore reso dolce da fame e sete.

Tuttavia più a lungo non posso indugiare.
Il mare che pretende ogni cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi.
Poiché se resto, nonostante brucino le ore della notte, io sarò ghiaccio e fossile, costretto in una forma.
Vorrei portare con me ogni cosa che è qui. Ma come potrò?
Una voce non può portare con sé la lingua e le labbra che le hanno dato le ali. Sola dovrà approdare al cielo.
E sola e senza nido l'aquila volerà attraverso il sole.

Giunto ai piedi della collina, nuovamente guardò verso il mare e vide la sua nave avvicinarsi al porto e sulla prua i marinai, gli uomini della sua terra.

E la sua anima gridò loro:
Figli della mia antica madre, cavalieri delle onde,
quante volte avete veleggiato nei miei sogni. E adesso approdate al mio risveglio, che è il mio sogno più profondo.
Sono pronto a partire, e a vele spiegate il mo desiderio aspetta il vento.
Ancora una volta respirerò quest'aria calma e ancora una volta volgerò indietro il mio sguardo d'amore.
E allora sarò tra voi, navigante tra i naviganti.
E tu, vasto mare, materno e insonne,
Unica pace e libertà per il torrente e il fiume,
In questa piana la corrente traccerà solo un'altra svolta, avrà solo un altro mormorio.
E allora io verrò a te, goccia infinita in sconfinato oceano.

E camminando vide di lontano uomini e donne lasciare campi e vigneti e accorrere alle porte della città.
E udì le loro voci pronunciare il suo nome e gridare da campo a campo annunziandosi l'un l'altra l'arrivo della sua nave.
E lui si disse:
Il giorno della separazione sarà forse giorno di convegno?
E questa mia vigilia, in verità, sarà detta la mia aurora?
E cosa offrirò a chi ha lasciato l'aratro a metà solco o ha fermato la ruota del suo torchio?
Sarà il mio cuore l'albero pesante di frutti che donerò loro?
E sgorgheranno come fonte i miei desideri affinché ne siano colme le loro coppe?
Sono forse io quale arpa sfiorata dalla mano del potente, o un flauto che il suo soffio attraversa?
Io sono un esploratore di silenzi, e quali tesori scoperti nei silenzi potrò dispensare con fiducia?
Se questo è il mio giorno delle messi, in quali campi ho sparso il seme e in quali stagioni dimenticate?
Se veramente questo è il giorno in cui leverò alta la mia lanterna, non è mia la fiamma che qui brucerà.
Buia e vuota alzerò la mia lanterna.
E a riempirla d'olio, così come ad accenderla, sarà il guardiano della notte.

Questi pensieri lui tradusse in parole. Ma molto restò nel suo cuore di non detto. Poiché lui stesso era incapace di esprimere il suo segreto più profondo.
E quando entrò nella città tutto il popolo gli venne incontro e lo acclamò con una voce sola.
E gli anziani della città si fecero avanti e dissero:
Non lasciarci ancora.
Sei stato un meriggio nel nostro crepuscolo e la tua giovinezza ci ha donato visioni di sogno.
Non sei ospite tra noi, non straniero, ma il figlio nostro prediletto.
Non tollerare che ai nostri occhi manchi il nutrimento del tuo volto.
E i sacerdoti e le sacerdotesse gli dissero:
Non adesso ci separino le onde del mare e non diventino ricordo gli anni che hai trascorso tra noi.
Come spirito hai camminato in mezzo a noi e la tua ombra è stata luce per i nostri volti.
Molto ti abbiamo amato. Ma senza parole, nascosto, fu il nostro amore.
Ora esso grida e a te vorrebbe rivelarsi.
Poiché sempre l'amore ignora la sua profondità fino all'ora del distacco.

E altri vennero a supplicarlo. Ma lui non rispose. Chinò soltanto la testa, e chi gli era vicino vide le lacrime cadergli sul petto.
E con il popolo avanzò sulla grande piazza, davanti al tempio.
E dal santuario uscì una donna di nome Almitra. Ed era un'indovina.
E lui la fissò con estrema tenerezza perché per prima lo aveva cercato, e aveva creduto in lui dal giorno del suo arrivo in quella città.
E lei lo salutò dicendo:
Profeta di Dio, che cerchi l'assoluto, a lungo hai spiato l'orizzonte per scorgere la tua nave.
E ora la tua nave è giunta e tu devi andare.
Profonda è in te la nostalgia per la terra dei tuoi ricordi e per la dimora delle tue grandi speranze; e neppure il nostro amore potrà trattenerti né la nostra necessità.
Ma prima di lasciarci noi ti chiediamo: parlaci e dona a noi la tua verità.
Noi la doneremo ai nostri figli, questi a loro figli, ed essa non perirà.
In solitudine hai vegliato sui nostri giorni, e vigile hai udito il pianto e il riso del nostro sonno.
E allora dischiudici a noi stessi e a noi rivela ciò che sai su quanto passa tra la nascita e la morte.

E lui rispose:
Popolo di Orfalese, di che cosa posso parlare se non di ciò che anche ora si agita nel vostro cuore?

poesia di Khalil GibranSegnala un problemaCitazioni simili
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