Per la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet e ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza. Mi sorprende di poter così vincere la mia impazienza. Ma guardare come un'opera siffatta integri la natura di un uomo. Essa è malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è quella di un individuo, bensì di una razza. Si sono mai uditi sulla scena accenti più tragici, più dolorosi? E come sono ottenuti? Senza smorfie, senza contraffazioni di alcun genere, in piena libertà dalle bugie del "grande stile". Io mi sento diventar migliore quando questo Bizet mi parla. Il mio udito si sprofonda in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti che Bizet stesso ignora. Sopra quest'opera la fatalità sta sospesa; la felicità di essa è corta, fulminea, e non conosce dilazioni. Io invidio a Bizet il coraggio di questa sua sensibilità eccezionale, che prima di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica colta d'Europa; il coraggio di questa sensibilità meridionale, brunita, arsa dal sole... Ah finalmente l'amore, l'amore ricondotto indietro verso la natura!... L'amore come destino, come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore esatto nella sua forma natura. Io non conosco altro esempio dove la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia stata espressa con tale severità, con formula così terribile come nell'ultimo grido di José: "Oui, c'est moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée....".
Friedrich Nietzsche in Il caso Wagner, l problema di un musicista (1888)
Aggiunto di Simona Enache
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Così come tutti gli esseri viventi desiderano essere sempre felici, senza dolori, così avviene per chiunque osservi il supremo amore per il Sé, e poiché solo la felicità è la causa dell'amore, per ottenere questa felicità, che è la propria natura, e che si sperimenta nello stato di sonno profondo, dove non c'è la mente, bisogna conoscere se stessi. Per fare questo - il cammino della conoscenza - il mezzo principale è il chiedersi "Chi sono io?".
citazione di Ramana Maharshi
Aggiunto di Simona Enache
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L'amore
Allora Almitra disse: parlaci dell'Amore.
E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse:
Quando l' amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.
Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
Come covoni di grano vi accoglie in sé.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi staccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina per farvi neve.
Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.
Tutto questo compie in voi l'amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
Ma se per paura cercherete nell'amore unicamente la pace e il piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall'aia dell'amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
L'amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
L'amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l'amore basta all'amore.
Quando amate non dovreste dire: "Ho Dio nel cuore", ma piuttosto, "Io sono nel cuore di Dio".
E non crediate di guidare l'amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.
L'amore non vuole che compiersi.
Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d'amore,
E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
Destarsi all'alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d'amore;
Riposare nell'ora del meriggio e meditare sull'estasi d'amore;
Grati, rincasare la sera;
E addormentarsi con una preghiera in cuore per l'amato e un canto di lode sulle labbra.
poesia di Khalil Gibran
Aggiunto di Simona Enache
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Chopin non mette la sua soddisfazione nel fatto che le sue mani siano applaudite per la loro abile virtuosita da altre mani. Aspira ad un più bel successo. Le sue mani sono le fedeli serve della sua anima. E la sua anima è applaudita da gente che non ascolta solo con le orecchie, ma con l'anima. Perciò è il preferito da quella societa eletta che cerca nella musica le più alte gioie dello spirito. I suoi successi sono di natura aristocratica. La sua gioia è come profumata dalle lodi della buona societa. È la distinzione della sua stessa persona.
Heinrich Heine in Il tormento di Chopin (1943)
Aggiunto di Simona Enache
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No, l'amore non è morto
No, l'amore non è morto nel cuore, negli occhi
e nella bocca che annunciava l'inizio del suo funerale.
Sentite, ne ho abbastanza del pittoresco
e del colore e del fascino.
Amo l'amore, con la sua tenerezza e crudeltà.
Il mio amore non ha che un nome, una sola forma.
Tutto passa. Delle bocche si incollano a questa bocca.
Il mio amore ha soltanto un nome, soltanto una forma.
E se un giorno te ne ricordi,
Oh te, forma e nome del mio amore,
Un giorno sul mare tra l'America e l'Europa,
Nell'ora in cui il raggio morente del sole si riverbera
sullo specchio increspato delle onde, oppure in una
notte di temporale sotto un albero nella campagna,
o in una veloce automobile,
Una mattina di primavera in boulevard Malesherbes,
Un giorno di pioggia
All' alba prima di coricarti,
Di' a te stessa, lo ordino al tuo fantasma familiare, che
io fui l'unico ad amarti di più ed è un peccato che tu
non lo abbia saputo.
Di' a te stessa che non bisogna rimpianger le cose:
prima di me Ronsard e Baudelaire hanno cantato il
rimpianto delle vecchie e delle morte che
disprezzarono il più puro amore.
Tu quando sarai morta
Sarai bella e ancora desiderabile.
Io sarò già morto, tutto chiuso nel tuo corpo
immortale, nella tua immagine splendente per sempre
tra le perpetue immagini della vita e dell' eternità,
ma se io vivo
La tua voce e il suo accento, il tuo sguardo e i suoi raggi,
Il tuo odore e quello dei tuoi capelli e molte altre cose
ancora vivranno in me,
In me che non sono nè Ronsard nè Baudelaire.
Ma che sono Robert Desnos e che per averti
conosciuta e amata,
Li valgo;
Io che sono Robert Desnos, per amarti
E che non voglio alla mia memoria sulla spregevole
terra legare altra reputazione.
poesia di Robert Desnos
Aggiunto di Simona Enache
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Io desidero soltanto te
Io desidero te, soltanto te -
il mio cuore lo ripeta senza fine.
Sono falsi e vuoti i desideri
che continuamente mi distolgono da te.
Come la notte nell'oscurità
cela il desiderio della luce,
così nella profondità
della mia incoscienza risuona questo grido:
"Io desidero te, soltanto te".
Come la tempesta cerca fine
nella pace, anche se lotta
contro la pace con tutta la sua furia,
così la mia ribellione
lotta contro il tuo amore eppure grida:
"Io desidero te, soltanto te".
poesia di Rabindranath Tagore
Aggiunto di Simona Enache
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LA NATURA
La natura è un enorme dipinto
Dal Creatore con un amorevole pensiero,
Sembra un Tempio con animate statue ,
Diverse dai colori dell'arcobaleno...
Tu sei il figlio di Dio
Con l'anima pura ed il caldo cuore.
In te vedo la luce divina che sprofonda nel mio cuore
Che con l'amore mi ravivo,,mi nutrisco,sentendo bagliori d'eternità...
Nel sereno sguardo dei tuoi occhi belli,blu
Si rispecchia il Cielo, la divinità
Che ci unisce rivelando l'esenza della vita,dell'umanita:il legame vero ,con la vibrazione alta dell'amore tra l'uomo,la natura e l'Èternita....
citazione di Floarea Carbune (22 novembre 1948)
Aggiunto di Adina M. Neghirla
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L’uomo si trova davanti all’abisso di essere o non essere. Ed egli non può dominare questo abisso con le sue sole forze: ha bisogno di un aiuto dall’alto. Questa è una faccenda divino-umana. E se nel nostro tempo è l’esistenza stessa dell’uomo ad essere minacciata, se l’uomo è dilaniato, è proprio perché egli si è affidato solo a se stesso e alle sue forze. L’umanità sta attraversando quello che è forse il periodo più pericoloso di tutta la sua esistenza. Ma io non penso che il destino dell’uomo sia del tutto senza speranza. Questa disperazione è solo qui, non nell’aldilà. Perché noi crediamo che la storia del mondo non andrà avanti all’infinito, che il mondo e la storia finiranno. Ma questo significa che noi non crediamo nella possibilità di una soluzione finale in questo mondo, su questa terra, in questo nostro tempo... Tuttavia, questo non deve ostacolare l’azione creativa dell’uomo, e la sua realizzazione della giustizia qui ed ora, perché gli atti creativi dell’uomo influenzeranno la fine stessa. La fine è una faccenda divino-umana. E la parola finale, che appartiene a Dio, comprenderà necessariamente anche una parola dell’uomo.
Nikolai Berdiaev in Christian Existentialism
Aggiunto di Simona Enache
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Prima che bruci Parigi
Finchè ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore
finchè il mio cuore è sul suo ramo
vorrei una notte di maggio
una di queste notti
sul lungosenna Voltaire
baciarti sulla bocca
e andando poi a Notre-Dame
contempleremmo il suo rosone
e a un tratto serrandoti a me
di gioia paura stupore
piangeresti silenziosamente
e le stelle piangerebbero
mischiate alla pioggia fine.
Finchè ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore
finchè il mio cuore è sul suo ramo
in questa notte di maggio sul lungosenna
sotto i salici, mia rosa, con te
sotto i salici piangenti molli di pioggia
ti direi due parole le più ripetute a Parigi
le più ripetute, le più sincere
scoppierei di felicità
fischietterei una canzone
e crederemmo negli uomini.
In alto, le case di pietra
senza incavi nè gobbe
appiccicate
coi loro muri al chiar di luna
e le loro finestre diritte che dormono in piedi
e sulla riva di fronte il Louvre
illuminato dai proiettori
illuminato da noi due
il nostro splendido palazzo
di cristallo.
Finchè ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore
finchè il mio cuore è sul suo ramo
in questa notte di maggio, lungo la Senna, nei depositi
ci siederemmo sui barili rossi
di fronte al fiume scuro nella notte
per salutare la chiatta dalla cabina gialla che passa
- verso il Belgio o verso l'Olanda? -
davanti alla cabina una donna
con un grembiule bianco
sorride dolcemente.
Finchè ancora tempo, mio amore
e prima che bruci Parigi
finchè ancora tempo, mio amore.
poesia di Nazim Hikmet (1958)
Aggiunto di Simona Enache
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Quest'Amore
Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.
poesia di Jacques Prevert
Aggiunto di Simona Enache
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L'arrivo della nave
Almustafa, l'eletto e l'amato, come un'alba verso il suo giorno, aveva atteso dodici anni nella città di Orfalese il ritorno della nave che doveva riportarlo all'isola nativa.
E nel dodicesimo anno, il giorno settimo di Iellol mese della mietitura, salì sopra la collina fuori le mura della città e guardò verso il mare, e nella foschia vide la sua nave venire.
Allora le porte del suo cuore si spalancarono e la sua gioia volò lontano, al di sopra del mare. E Almustafa chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.
Ma discendendo dalla collina, una grande tristezza calò su di lui, e così ragionò nel suo cuore:
Come andarsene in pace e senza dolore? No, non senza ferita nell'anima lascerò questa città.
lunghi sono stati i giorni di sofferenza consumati tra le sue mura, lunghe le noti di solitudine; e chi può senza rimpianto lasciare il suo dolore e la sua solitudine?
Troppi frammenti dello spirito ho disseminato in queste strade, troppi figli del mio desiderio vanno nudi tra queste colline, e io non posso allontanarmi da loro senza peso e dolore.
Non è una veste che oggi io respingo, ma una pelle che strappo con le mie stesse mani.
Non è un pensiero che io lascio dietro a me, ma un cuore reso dolce da fame e sete.
Tuttavia più a lungo non posso indugiare.
Il mare che pretende ogni cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi.
Poiché se resto, nonostante brucino le ore della notte, io sarò ghiaccio e fossile, costretto in una forma.
Vorrei portare con me ogni cosa che è qui. Ma come potrò?
Una voce non può portare con sé la lingua e le labbra che le hanno dato le ali. Sola dovrà approdare al cielo.
E sola e senza nido l'aquila volerà attraverso il sole.
Giunto ai piedi della collina, nuovamente guardò verso il mare e vide la sua nave avvicinarsi al porto e sulla prua i marinai, gli uomini della sua terra.
E la sua anima gridò loro:
Figli della mia antica madre, cavalieri delle onde,
quante volte avete veleggiato nei miei sogni. E adesso approdate al mio risveglio, che è il mio sogno più profondo.
Sono pronto a partire, e a vele spiegate il mo desiderio aspetta il vento.
Ancora una volta respirerò quest'aria calma e ancora una volta volgerò indietro il mio sguardo d'amore.
E allora sarò tra voi, navigante tra i naviganti.
E tu, vasto mare, materno e insonne,
Unica pace e libertà per il torrente e il fiume,
In questa piana la corrente traccerà solo un'altra svolta, avrà solo un altro mormorio.
E allora io verrò a te, goccia infinita in sconfinato oceano.
E camminando vide di lontano uomini e donne lasciare campi e vigneti e accorrere alle porte della città.
E udì le loro voci pronunciare il suo nome e gridare da campo a campo annunziandosi l'un l'altra l'arrivo della sua nave.
E lui si disse:
Il giorno della separazione sarà forse giorno di convegno?
E questa mia vigilia, in verità, sarà detta la mia aurora?
E cosa offrirò a chi ha lasciato l'aratro a metà solco o ha fermato la ruota del suo torchio?
Sarà il mio cuore l'albero pesante di frutti che donerò loro?
E sgorgheranno come fonte i miei desideri affinché ne siano colme le loro coppe?
Sono forse io quale arpa sfiorata dalla mano del potente, o un flauto che il suo soffio attraversa?
Io sono un esploratore di silenzi, e quali tesori scoperti nei silenzi potrò dispensare con fiducia?
Se questo è il mio giorno delle messi, in quali campi ho sparso il seme e in quali stagioni dimenticate?
Se veramente questo è il giorno in cui leverò alta la mia lanterna, non è mia la fiamma che qui brucerà.
Buia e vuota alzerò la mia lanterna.
E a riempirla d'olio, così come ad accenderla, sarà il guardiano della notte.
Questi pensieri lui tradusse in parole. Ma molto restò nel suo cuore di non detto. Poiché lui stesso era incapace di esprimere il suo segreto più profondo.
E quando entrò nella città tutto il popolo gli venne incontro e lo acclamò con una voce sola.
E gli anziani della città si fecero avanti e dissero:
Non lasciarci ancora.
Sei stato un meriggio nel nostro crepuscolo e la tua giovinezza ci ha donato visioni di sogno.
Non sei ospite tra noi, non straniero, ma il figlio nostro prediletto.
Non tollerare che ai nostri occhi manchi il nutrimento del tuo volto.
E i sacerdoti e le sacerdotesse gli dissero:
Non adesso ci separino le onde del mare e non diventino ricordo gli anni che hai trascorso tra noi.
Come spirito hai camminato in mezzo a noi e la tua ombra è stata luce per i nostri volti.
Molto ti abbiamo amato. Ma senza parole, nascosto, fu il nostro amore.
Ora esso grida e a te vorrebbe rivelarsi.
Poiché sempre l'amore ignora la sua profondità fino all'ora del distacco.
E altri vennero a supplicarlo. Ma lui non rispose. Chinò soltanto la testa, e chi gli era vicino vide le lacrime cadergli sul petto.
E con il popolo avanzò sulla grande piazza, davanti al tempio.
E dal santuario uscì una donna di nome Almitra. Ed era un'indovina.
E lui la fissò con estrema tenerezza perché per prima lo aveva cercato, e aveva creduto in lui dal giorno del suo arrivo in quella città.
E lei lo salutò dicendo:
Profeta di Dio, che cerchi l'assoluto, a lungo hai spiato l'orizzonte per scorgere la tua nave.
E ora la tua nave è giunta e tu devi andare.
Profonda è in te la nostalgia per la terra dei tuoi ricordi e per la dimora delle tue grandi speranze; e neppure il nostro amore potrà trattenerti né la nostra necessità.
Ma prima di lasciarci noi ti chiediamo: parlaci e dona a noi la tua verità.
Noi la doneremo ai nostri figli, questi a loro figli, ed essa non perirà.
In solitudine hai vegliato sui nostri giorni, e vigile hai udito il pianto e il riso del nostro sonno.
E allora dischiudici a noi stessi e a noi rivela ciò che sai su quanto passa tra la nascita e la morte.
E lui rispose:
Popolo di Orfalese, di che cosa posso parlare se non di ciò che anche ora si agita nel vostro cuore?
poesia di Khalil Gibran
Aggiunto di Simona Enache
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L'albero -Cuore,
Sono l'albero -cuore
Che si nutre dalle profondità nascoste.
Con l'arrivo della primavera
Sui miei rami fiorisce ,in tutti colori
La mia essenza...
Perchè dentro di me è l'amore
Che regna,cantando
Una canzone divina che si trova
Nei semi unici dei miei frutti.
L'amore che mi avvolge,
da colore ai fiori e frutti miei,
Attirando le farffale
In una danza eterna,fantastica
Che porta l'amore da fiore in fiore
Fino al blu dell'arcobaleno.
Dal sacro cuore del mio tronco
Nascono foglie e fiori,
Che si rispecchiano nel Cielo.
Con uno sguardo attento nel mio profondo,
Nel tempio della mia anima
Arrivo meravigliata a sentire una
Canzone di arpa,picchietata dalle mani invisibile,nell'amore di Dio.
Il profumo amaro e verde
Sale sulla Colonna dell'Infinito,
Verso il blu del Cielo...
Dove le mie radici prendono fiato
Prolungandosi verso l'Immensità
Toccando le Stele,
Da dove crescono rami che sbocciano verso la luce del Sole.
Sono diventata
l'albero cuore
Con le radici nel Cielo
Ed i rami sulla Terra,
Che sente il pulso costante della vita.
Con l'amorevolezza sono diventata
Un arcobaleno tra Cielo e Terra,
Un ponte meraviglioso da dove và e viene sempre
La vita,l'amore,la speranza...
citazione di Floarea Carbune
Aggiunto di Adina M. Neghirla
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Averti Qui
E' nato come un gioco
questo amore tra di noi
non c'era una ragione
per avere tutto e poi…
se poi… voliamo dentro noi…
sembrava inafferrabile
come la nebbia che sta qui…
a farci compagnia
su strade di periferia…
e tu… mi dai sempre di più
lo sai… se amore è amore dai…
E adesso averti qui…
mi sembra quasi un sogno sai...
e stringerti così tra le mie braccia
e poi guardarti in faccia
mentre dici si… (mentre dici si)
E adesso averti qui…
ormai senza nasconderci…
baciarti tra la gente
che ci guarda indifferente…
come non ha fatto mai…
Tu sei l'emozione
che si ferma e non va via…
dentro le mie notti di passione
e di follia…
per te… farei anche di più
se dai… amore è amore avrai…
E adesso averti qui…
ormai senza nasconderci…
baciarti tra la gente
che ci guarda indifferente…
come non ha fatto mai…
Sei la chiave del mio cuore
non so più cos' è il dolore…
quando stringi le mie mani
cedo tutto il mio domani
che cammina su di noi…
E un sogno averti qui
ti prego non svegliarmi mai…
perché tu sei l'amore
che m'ha fatto innamorare
per amare solo te…
canzone interpretata di Anna Tatangelo
Aggiunto di Simona Enache
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Cercami
Cercami
come quando e dove vuoi
cercami
è più facile che mai
cercami
non soltanto nel bisogno
tu cercami
con la volontà e l’impegno... rinventami!
Se mi vuoi
allora cercami di più
tornerò
solo se ritorni tu
sono stata invadente
eccessivo lo so
il pagliaccio di sempre
anche quello era amore però...
Questa vita ci ha puniti già
troppe quelle verità
che ci son rimaste dentro...
Oggi che fatica che si fa
come è finta l’allegria
quanto amaro disincanto...
Io sono qui
insultami, feriscimi
sono così
tu prendimi o cancellami...
Adesso si
tu mi dirai che torna mai... ti aspetti.
Io mi berrò
l’insicurezza che mi dai
l’anima mia
farò tacere pure lei
se mai vivrò
di questa clandestinità per sempre...
Fidati
che hanno un peso gli anni miei
fidati
e sorprese non avrai
sono quello che vedi
io pretese non ho
se davvero mi credi
di cercarmi non smettere no...
Questa vita ci ha puniti già
l’insoddisfazione è qua
ci ha raggiunti facilmente...
Così poco abili anche noi
a non dubitare mai
di una libertà indecente
Io sono qui
ti servirò, ti basterò
non resterò
una riserva, questo no...
Dopo di che
quale altra alternativa può... salvarci!
Io resto qui
mettendo a rischio i giorni miei
scomodo si
perché non so tacere mai...
Adesso sai
senza un momente non vivrei... comunque.
canzone interpretata di Mina Mazzini
Aggiunto di Simona Enache
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Canto della Terra
Si lo so
Amore che io e te
Forse stiamo insieme
Solo qualche instante
Zitti stiamo
Ad ascoltare
Il cielo
Alla Finestra
Questo mondo che
Si Sveglia e la notte e
Gia cosi lontana
Gia lontana
Guarda questa terra che
Che gira insieme a noi
Anche quando e buio
Guarda questa terra che
Che gira anche per noi
A darci un po' di
Sole, sole, sole
My love che sei l'amore mio
Sento la tua voce
E ascolto il mare
Sembra davvero il tuo respiro
L'amore che mi dai
Questo amore che
Sta li nascosto
In mezzo alle sue onde
A tutte le sue onde
Come una barca che
Guarda questa terra che
Che gira insieme a noi
Anche quando e buio
Guarda questa terra che
Che gira anche per noi
A darci un po' di
Sole, sole, sole
Sole, sole, sole
Guarda questa terra che
Che gira insieme a noi
A darci un po' di sole
Mighty sun
Mighty sun
Mighty sun.
canzone interpretata di Andrea Bocelli & Sarah Brightman
Aggiunto di Simona Enache
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Qui
Qui
una è la parola
E' dimenticare
dimenticare con Te.
Non ho fiato per altro perchè
l'Amore è pieno di sè
fa dimenticare
dimenticare con Te.
Qui
La parola Amore
non mi fa parlare
la posso fare con Te
e se la voglio strappare da me
è per sentire com'è
Che mi fa eccitare
la voglio dire per me
Qui
Sembra di dolore
l'urlo dell'Amore
e in attesa del mio
ci amiamo come godendo un addio
Mi lascio andare e anche Tu
Noi ci abbandoniamo
l'amore è fatto così.
E' la vita che vola
Come le canzoni
lo sappiamo com'è
cantare è come godere per un addio
Ci abbandoniamo perchè
ci lasciamo andare
l'Amore è fare così
Qui
canzone interpretata di Amedeo Minghi da Su di me (2005)
Aggiunto di Simona Enache
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Più di così
Tu con la faccia dura e senza sogni
sulla mia pelle sai lasciare i segni,
sulle ferite poi ci metti il sale
io non capisco questo strano amore,
ma dovrei fare esattamente come
fa un cane buono con il suo padrone,
contro di te che sai tenere banco,
coprire con gli stracci un cuore stanco.
Più di così
non so più cosa dare
più di così
che cosa fa più male,
perderti adesso e non vederti più,
ricominciare come lo vuoi tu,
più di così
mi chiedi e mi pretendi,
più di così
mi stringi e poi mi stendi,
e a denti stretti io ti dico sì
perchè ti amo.
Perchè non trovo mai una via di uscita
perchè mi dico sempre che è finita,
e poi mi trovo chiusa in un bicchiere,
dove tu puoi tranquillamente bere.
Più di così
che cosa vuoi che faccia
più di così
non apro le mie braccia
ma dove vuoi che vada senza te
tutto daccapo e il resto va da sé
più di così,
mi chiedi e mi pretendi
più di così
mi stringi e poi mi stendi,
e a denti stretti io ti dico sì
perché ti amo.
canzone interpretata di Mina Mazzini da Catene (1984)
Aggiunto di Simona Enache
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Senza di te
Senza di te che cosa sarei stato?
Senza di te che cosa non sarei?
Destinato a paure e smarrimenti,
solo mi sentirei nel vasto mondo.
Non amerei più nulla con certezza,
sarebbe un cupo baratro il futuro;
se nel profondo il cuore si turbasse,
a chi potrei svelare la mia pena?
Solo, da amore e nostalgia consunto,
non dissimile il giorno dalla notte
mi sembrerebbe; e seguirei con caldo
pianto il corso selvaggio della vita.
Troverei nel tumulto inquietudine,
dentro la casa angoscia disperata.
Chi reggerà senza un amico in cielo,
chi reggere potrà qui sulla terra?
Ora che Cristo a me si è rivelato,
io con certezza tutto gli appartengo,
come consuma rapida una chiara
vita la tenebra senza confine.
Sono con Cristo divenuto un uomo;
il destino è da lui trasfigurato,
e l'India deve fiorire gioiosa
perfino nel Nord intorno all'amato.
La vita diventa un'ora d'amore,
d'amore e gioia tutto il mondo parla.
Cresce un'erba che sana ogni ferita,
palpita colmo e libero ogni cuore.
Io rimango, per tutti i suoi mille
regali, pieno d'umiltà, suo figlio;
so che sarà presente in mezzo a noi
anche se solo due fossimo insieme.
Oh, andate per tutte le strade
e riportate dentro chi è smarrito,
stendete a ognuno la mano, invitatelo
lietamente a venire in mezzo a noi.
Il cielo è qui con noi sulla terra,
lo contempliamo uniti nella fede;
e a quelli che con noi sono congiunti
in un'unica fede, si apre il cielo.
Un senso antico, grave del peccato
ci stava in cuore saldamente impresso;
come ciechi erravamo nella notte,
da rimorso e passione insieme accesi.
Che l'uomo degli dei fosse nemico
ci sembrava, ogni azione delittuosa;
anche se il cielo sembrava parlarci,
parlava soltanto di morte e di pena.
Nel cuore, ricca fonte della vita,
stava annidato un essere malvagio;
e se si illuminava il nostro spirito,
era solo inquietudine il suo frutto.
Saldamente inchiodava i prigionieri
tremanti a terra una catena ferrea;
la spada giustiziera della morte
ci atterrì, soffocando ogni speranza.
Venne un figlio dell'uomo a riscattarci,
pieno d'amore e forza, un Salvatore;
nel nostro intimo un fuoco ha suscitato
che infonde nuova vita ad ogni cosa.
Vedemmo finalmente aperto il cielo
su di noi, come nostra antica patria;
provammo l'esultanza di sentirci
congiunti a Dio, di credere e sperare.
E da allora per noi sparve il peccato,
fu gioioso ogni passo sulla terra;
si regalò, sul nascere, ai fanciulli
come il dono più bello questa fede;
da lei santificata, come un sogno
felice trascorreva ormai la vita;
e, votati ad amore e gioia eterna,
si avvertì appena l'ora del distacco.
Sta ancora qui nel suo splendore
meraviglioso, il Santo, l'Amato;
per la sua fedeltà, la sua corona
di spine, siamo in lacrime, commossi.
Sia benvenuto ogni uomo che passa
e che afferra con noi la sua mano
per divenire maturando, accolto
nel suo cuore, un frutto del paradiso.
poesia di Novalis
Aggiunto di Simona Enache
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Inno alla vita
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila.
La peggiore malattia oggi
è il non sentirsi desiderati
nè amati, il sentirsi abbandonati.
Vi sono molte persone al mondo
che muoiono di fame,
ma un numero ancora maggiore
muore per mancanza d’amore.
Ognuno ha bisogno di amore.
Ognuno deve sapere
di essere desiderato, di essere amato,
e di essere importante per Dio.
Vi è fame d’amore,
e vi è fame di Dio.
Ama la vita così com'è
Amala pienamente,senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un pò.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!
Il giorno più bello? Oggi.
L’ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L’errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L’egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L’accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L’ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L’amore.
Le opere dell’amore
sono sempre opere di pace.
Ogni volta che dividerai
il tuo amore con gli altri,
ti accorgerai della pace
che giunge a te e a loro.
Dove c’e’ pace c’e’ Dio,
e’ cosi’ che Dio riversa pace
e gioia nei nostri cuori.
Siamo solo sassolini buttati nel mare
che fanno increspare l’acqua.
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare,
trova un minuto per ridere.
poesia di Madre Teresa di Calcutta
Aggiunto di Simona Enache
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Canto della terra
Si lo so
Amore che io e te
Forse stiamo insieme
Solo qualche instante
Zitti stiamo
Ad ascoltare
Il cielo
Alla finestra
Questo mondo che
Si sveglia e la notte è
Già cosi lontana
Già lontana
Guarda questa terra che
Che gira insieme a noi
Anche quando è buio
Guarda questa terra che
Che gira anche per noi
A darci un pò di
Sole, sole, sole
My love che sei l’amore mio
Sento la tua voce
E ascolto il mare
Sembra davvero il tuo respiro
L’amore che mi dai
Questo amore che
Sta li nascosto
In mezzo alle sue onde
A tutte le sue onde
Come una barca che
Guarda questa terra che
Che gira insieme a noi
Anche quando è buio
Guarda questa terra che
Che gira anche per noi
A darci un pò di
Sole, sole
Guarda questa terra che
Che gira insieme a noi
Anche quando è buio
Guarda questa terra che
Che gira insieme a noi
A darci un pò di sole
Mighty sun
Mighty sun.
canzone interpretata di Alessandro Safina & Sarah Brightman
Aggiunto di Simona Enache
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Aspro amore
Aspro amore, viola coronata di spine,
cespuglio tra tante passioni irto,
lancia dei dolori, corolla della collera,
per che strade e come ti dirigesti alla mia anima?
Perché precipitasti il tuo fuoco doloroso,
d'improvviso, tra le foglie fredde della mia strada?
Chi t'insegnò i passi che fino a me ti portarono?
Quale fiore, pietra, fumo ti mostrarono la mia dimora?
Certo è che tremò la notte paurosa,
l'alba empì tutte le coppe del suo vino
e il sole stabilì la sua presenza celeste,
mentre il crudele amore m'assediava senza tregua
finché lacerandomi con spade e con spine
aprì nel mio cuore una strada bruciante.
poesia di Pablo Neruda
Aggiunto di Simona Enache
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