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Citazioni di piazza fontana milano, pagina 2

Laura Pausini

Io sono orgogliosa di rappresentare le mie colleghe italiane che verranno su questo palcoscenico, perché questa sera io sono la prima ma non sarò l'ultima. Questo concerto è dedicato a mia nonna, alla mia amica Antonella e alle donne che hanno due palle così.

Laura Pausini in durante il concerto allo Stadio San Siro di Milano (2 giugno 2007)Segnala un problemaCitazioni simili
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Sono andato da Ponchielli e mi sono trattenuto quattro giorni. Parlai col Fontana, poeta, che trovasi a villeggiare lì vicino a Ponchielli, e si fissò, quasi, per un libretto. Anzi mi disse che gli piaceva la mia musica. Ponchielli, poi, entrò anche lui di mezzo, e mi raccomandò caldamente.

Giacomo Puccini in lettera a mammaSegnala un problemaCitazioni simili
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Vincenzo Cardarelli

Se oggi chiedi a uno di Tarquinia come le ragazze vengon su così colorite, al contrario di quel che accadeva una volta, ti risponderà additandoti la fontana. È l'acqua, è il miracolo dell'acqua che ha moltiplicato la popolazione e fatto rifiorire le guance di quelle giovinette che a tempo mio, in primavera, apparivano tutte un po' estenuate ed anemiche, e andavano a farsi le iniezioni in farmacia, quando non si limitassero, per pudore, a bere qualche ovetto, a mangiare qualche bistecchina e a trangugiare con disgusto un mezzo bicchiere di vino rosso.

Vincenzo Cardarelli in Villa TarantolaSegnala un problemaCitazioni simili
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Dario Fo

Il movimento che vuole creare è di coscienza, non vuole fare un partito. Per questo ho sentito Beppe al telefono per esprimergli la mia solidarietà. Con Grillo tante volte ho recitato in situazioni di lotta, salendo sul palco davanti a 8 o 10 mila persone. Condivido tutto quello che dice. Ho toccato con mano cos'è la politica quando ero in corsa a sindaco di Milano e ho visto furbestreria, corruzione, inciuci. Quello che fa paura è che i politici non hanno nessun programma, per questo sono incapaci di andare incontro ai bisogni della gente. Non dobbiamo permettere ai politici di agire senza controllo, e visto che non ci danno gli spazi per esercitare questo controllo, dobbiamo prenderceli, come ha fatto Beppe.

Dario Fo in Dario Fo: Sto con Grillo! (8 ottobre 2007)Segnala un problemaCitazioni simili
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Quando io considero questo misterioso e miracoloso moto di popolo, questo volontario accorrere di gente umile, fino a quel giorno inerme e pacifica, che in una improvvisa illuminazione sentì che era giunto il momento di darsi alla macchia, di prendere il fucile, di ritrovarsi in montagna per combattere contro il terrore, mi vien fatto di pensare a certi inesplicabili ritmi della vita cosmica, ai segreti comandi celesti che regolano i fenomeni collettivi, come le gemme degli alberi che spuntano lo stesso giorno, come certe piante subacquee che in tutti i laghi di una regione alpina affiorano nello stesso giorno alla superficie per guardare il cielo primaverile, come le rondini di un continente che lo stesso giorno s'accorgono che è giunta l'ora di mettersi in viaggio. Era giunta l'ora di resistere; era giunta l'ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.

Piero Calamandrei in discorso tenuto al Teatro Lirico di Milano (28 febbraio 1954)Segnala un problemaCitazioni simili
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Occidentali

Un odor soave e forte
Ansa, a tratti, dà giardini:
Trema, in fondo a qualche corte
Un ronzio di mandolini.

Oggi ho il core tanto lieto
Che non sembra più quel core:
Brilla e ride in suo segreto
E si chiede: amore? è amore?

Io ti giuro ch' è questa, è questa, è questa
La sola mèta ch' al mio corso io bramo:
Nelle tue bracia reclinar la testa
E mormorar su la tua bocca: t'amo.

Il tè di Russia ancor fumante odora
In tazza di cinese porcellana;
Ma voi site lontana,
E il tè mi di raffredda, o mia signora.

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poesia di Giovanni Alfredo CesareoSegnala un problemaCitazioni simili
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Maurice Blanchot

Cos'è questa fuga? La parola è mal scelta per piacere. Il coraggio consiste tuttavia nell'accettare di fuggire piuttosto che vivere quietamente e ipocritamente in falsi rifugi. I valori, le morali, le patrie, le religioni e le certezze private che la nostra vanità e la nostra propria compiacenza ci concedono generosamente, sono altrettanti soggetti ingannevoli che il mondo appresta per quelli che credono di tenersi cosí in piedi e in riposo, tra le cose stabili. Non sanno nulla dell'immensa disfatta verso cui vanno, ignari di se stessi, nel brusio monotono dei loro passi sempre più rapidi che li portano impersonalmente con un grande movimento immobile. (Prendiamo uno di quegli uomini) che, avuta la rivelazione della misteriosa disfatta, non sopportano più di vivere nei falsi sembianti del soggiorno. Innanzitutto cercano di assumere su di sé questo movimento. Vorrebbero allontanarsi personalmente. Vivono ai margini... Ma la caduta è forse questo, il non poter più essere un destino personale, ma la sorte di ciascuno in tutti.

Maurice Blanchot in L'amitié, traduzione di Alessandro Fontana (2002)Segnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

L'arrivo della nave

Almustafa, l'eletto e l'amato, come un'alba verso il suo giorno, aveva atteso dodici anni nella città di Orfalese il ritorno della nave che doveva riportarlo all'isola nativa.
E nel dodicesimo anno, il giorno settimo di Iellol mese della mietitura, salì sopra la collina fuori le mura della città e guardò verso il mare, e nella foschia vide la sua nave venire.
Allora le porte del suo cuore si spalancarono e la sua gioia volò lontano, al di sopra del mare. E Almustafa chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.

Ma discendendo dalla collina, una grande tristezza calò su di lui, e così ragionò nel suo cuore:
Come andarsene in pace e senza dolore? No, non senza ferita nell'anima lascerò questa città.
lunghi sono stati i giorni di sofferenza consumati tra le sue mura, lunghe le noti di solitudine; e chi può senza rimpianto lasciare il suo dolore e la sua solitudine?
Troppi frammenti dello spirito ho disseminato in queste strade, troppi figli del mio desiderio vanno nudi tra queste colline, e io non posso allontanarmi da loro senza peso e dolore.
Non è una veste che oggi io respingo, ma una pelle che strappo con le mie stesse mani.
Non è un pensiero che io lascio dietro a me, ma un cuore reso dolce da fame e sete.

Tuttavia più a lungo non posso indugiare.
Il mare che pretende ogni cosa mi chiama, e io devo imbarcarmi.
Poiché se resto, nonostante brucino le ore della notte, io sarò ghiaccio e fossile, costretto in una forma.
Vorrei portare con me ogni cosa che è qui. Ma come potrò?
Una voce non può portare con sé la lingua e le labbra che le hanno dato le ali. Sola dovrà approdare al cielo.
E sola e senza nido l'aquila volerà attraverso il sole.

Giunto ai piedi della collina, nuovamente guardò verso il mare e vide la sua nave avvicinarsi al porto e sulla prua i marinai, gli uomini della sua terra.

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poesia di Khalil GibranSegnala un problemaCitazioni simili
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