Il maledetto non ha fratelli.
Giuseppe Verdi in Nabucco (9 marzo 1842)
Aggiunto di Simona Enache
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Citazioni simili
Fratelli
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli.
poesia di Giuseppe Ungaretti (15 luglio 1916)
Aggiunto di Simona Enache
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La storia mi fa ammirare il maledetto romanticismo di Napoleone, proprio come i cartoni animati fanno amare i ripugnanti topi.
aforisma di Valeriu Butulescu, traduzione di Giocondina Toigo
Aggiunto di Simona Enache
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Dio, fratelli miei, impiega qualche volta mezzi diabolici.
Henri Lacordaire in Focus, n. 83
Aggiunto di Simona Enache
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In una notte bianca
Ah, non avevo chiuso la porta,
le candele non avevo acceso,
non sai come, stanca,
non mi risolvevo a coricarmi.
Guardare come si spengono le macchie
d'abeti nel buio del crepuscolo,
inebriandomi al suono d'una voce
che somiglia alla tua.
E sapere che tutto è perduto,
che la vita è un maledetto inferno!
Oh, io ero sicura
che saresti tornato.
poesia di Anna Ahmatova
Aggiunto di Simona Enache
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Dobbiamo imparare a vivere insieme come fratelli o periremo insieme come stolti.
citazione di Martin Luther King
Aggiunto di Simona Enache
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Il Cristiano, l'Ebreo, il Mussulmano, il Buddista, il seguace di Confucio e di Zoroastro possono unirsi come fratelli e accomunarsi nella preghiera al solo Dio.
Albert Pike in Morals and Dogma, vol. III
Aggiunto di Simona Enache
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Potrò essere crocifisso, potrò anche morire, ma voglio che i miei fratelli dicano: "è morto perché io sia libero".
Martin Luther King in Uomini come noi (1968)
Aggiunto di Simona Enache
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Fratelli che vivi uomini siete, abbiate verso noi pietoso il cuore; ché se pietà di noi miseri avrete, avrà pietà di voi, meglio, il Signore.
citazione di Francois Villon
Aggiunto di Simona Enache
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Le zie, le madri e le sorelle hanno una giurisprudenza particolare per i loro nipoti, i loro figli e i loro fratelli.
citazione di Balzac
Aggiunto di Dan Costinaş
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Gli italiani non sono parricidi; sono fratricidi... Vogliono darsi al padre, ed avere da lui, in cambio, il permesso di uccidere gli altri fratelli.
Umberto Saba in Scorciatoe e raccontini, Mondadori
Aggiunto di Simona Enache
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Poco tempo dopo, diede alla luce una bimba bianca come la neve, rossa come il sangue e con i capelli neri come l'ebano; e, per questo, la chiamarono Biancaneve.
Fratelli Grimm in Biancaneve (1812)
Aggiunto di Dan Costinaş
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Sessualmente, negli ultimi due decenni, si è parlato troppo di liberazione: a parlarne sembrava che ormai chiunque potesse e dovesse fare all'amore tutto il giorno, con chiunque, a coppie, in gruppo, scambiandosi le mogli, le figlie, le zie, i fratelli, i mariti, passando allegramente da un sesso all'altro. Poi si è scoperto che queste cose sono facili da dire ma difficili da fare, costosissime in termini di tempo, denaro e salute.
Umberto Eco in Sette anni di desiderio (1983)
Aggiunto di Simona Enache
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Avventurati giorni di sempre cara rimembranza pel mio paese, quando tutti uniti in un solo pensiero, in una sola speranza, gli occhi nostri si volgevano mesti alla Lombardia, che alfine salutavamo terra di fratelli! Non un Piemontese che non trasalisse al suono di loro catene, che non sentisse ribollirsi il sangue all'immagine di un Milanese prostrato sotto il bastone di austriaco caporale.
Santorre di Santarosa in Storia della rivoluzione piemontese del 1821 del conte di Santarosa (1850)
Aggiunto di Simona Enache
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Ignorabimus
Certo un mistero altissimo e più forte
dei nostri umani sogni gemebondi
governa il ritmo d'infiniti mondi
gli enimmi della Vita e della Morte.
Ma ohimè, fratelli, giova che s'affondi
lo sguardo nella notte della sorte?
Volere un Dio? Irrompere alle porte
siccome prigionieri furibondi?
Amare giova! Sulle nostre teste
par che la falce sibilando avverta
d'una legge di pace e di perdono:
"Non fate agli altri ciò che non vorreste
fosse a voi fatto!". Nella notte incerta
ben questo è certo: che l'amarsi è buono!
poesia di Guido Gozzano
Aggiunto di Simona Enache
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Un chierico o un monaco che molesta gli adolescenti o i giovani, o chi è stato sorpreso a baciare o in un altro turpe atteggiamento, venga sferzato pubblicamente e perda la sua tonsura. Dopo essere stato rasato, venga ricoperto di sputi e stretto con catene di ferro, venga lasciato marcire nell'angustia del carcere per sei mesi. Al vespro, per tre giorni la settimana mangi pane d'orzo. Dopo, per altri sei mesi, sotto la custodia di un padre spirituale, vivendo segregato in un piccolo cortile, venga occupato con lavori manuali e con la preghiera. Sia sottoposto a digiuni, e cammini sempre sotto la custodia di due fratelli spirituali, senza alcuna frase perversa, o venga unito in concilio con i più giovani.
citazione di Pier Damiani
Aggiunto di Simona Enache
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Bastardo
C’è una ragione di più
l’hai detto
ma che bravo,
ma questa parte di te
davvero, la ignoravo,
non me l’aspettavo davvero
è come bere il più potente veleno
è amaro,
non recuperare ti prego
tanto più parli e ancora meno ti credo
peccato,
lascia al silenzio la sua verità
aspetta...
Voglio dirti quello che sento
farti morire nello stesso momento, bastardo
voglio affrontarti senza fare un lamento
voglio bruciarti con il fuoco che ho dentro
per poi vederti cenere, bastardo
far soffiare su di te il vento.
Io spezzata in due dal dolore
mentre ti amavo tu facevi l’amore
per gioco,
lasciami sognare la vita
l’hai detto tu quando è finita è finita
io vado
chissà se un giorno poi mi passerà
la rabbia che porto nel cuore.
Voglio dirti quello che sento
farti morire nello stesso momento, bastardo
vedere gli occhi tuoi in un mare profondo
farti affogare nei singhiozzi del pianto
e spingerti sempre più giù, bastardo
ma purtroppo tocca a me
soffrire, gridare, morire
tu, hai preso senza dare mai,
noi la cosa che non vuoi
maledetto sporco amore…
Voglio dirti quello che sento
farti morire nello stesso momento, bastardo
e poi vederti cenere, bastardo
ma purtroppo tocca a me
soffrire,
gridare,
ti amo, bastardo.
canzone interpretata di Anna Tatangelo
Aggiunto di Simona Enache
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Bertinotti abita in una casa ordinatissima, tranquillissima, dolcissima, normalissima. I soprammobili al loro posto, le foto di famiglia in vista. I tormenti della politica deve lasciarli fuori perché qui non ce n'è traccia. Lo si sapeva monogamo e innamorato della moglie. Basta uno sguardo per averne conferma. "Vuoi un caffè?" mi chiese. Risposi di no per non disturbare. Ma era tutto pronto. Il bricco col caffè caldo, il bricco del tè, i biscotti del Mulino Bianco. La moglie Lella, una bella donna col sorriso solare e innamorato (ma politicamente, se possibile, più radicale di lui), aveva lasciato tutto pronto prima di andarsene in ufficio. E fu bevendo quel caffè che evocammo i fantasmi della preistoria. Basso, Lombardi, Foa, Vecchietti, Libertini. Stava con loro, allora, il lombardiano Bertinotti e i comunisti doc avvertono ancora la diversità d'origine, il fatto che con lui al massimo si è stati cugini, mai fratelli.
citazione di Bruno Vespa
Aggiunto di Simona Enache
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Bastardo
C'è una ragione di più
l'hai detto... ma che bravo
ma questa parte di te
davvero la ignoravo.
Non me l'aspettavo davvero
è come bere il più potente veleno
è amaro
non recuperare ti prego.
Tanto più parli e ancora meno ti credo, peccato!
Lascia al silenzio la sua verità
aspetta...
Voglio dirti quello che sento.
farti morire nello stesso momento!
Bastardo!
Voglio affrontarti senza fare un lamento
Voglio bruciarti con il fuoco che ho dentro
Per poi vederti cenere, bastardo!
Farti soffiare su di te, il vento!
Io spezzata in due dal dolore!
Mentre ti amavo tu facevi l'amore, per gioco!
Lasciami sognare la vita
l'hai detto tu quando è finita è finita
io vado.
Chissà se un giorno poi mi passerà,
la rabbia che porto nel cuore.
Voglio dirti quello che sento!
fatti morire nello stesso momento!
Bastardo!!!
Vederi gli occhi tuoi in un mare profondo!
Farti affogare nei singhiozzi del pianto!
E spingerti sempre più giù!
Bastardo!
Ma purtoppo tocca a me.
Soffrire, gridare, morire...
Tu, hai preso senza dare mai
noi
la cosa che non vuoi.
Maledetto sporco amore!
Voglio dirti quello che sento.
fatti morire nello stesso momento!
Bastardo!
E poi vederti cenere, bastardo!
Ma purtroppo tocca a me
soffrire, gridare, ti amo,
bastardo!
canzone interpretata di Anna Tatangelo, musica di Gigi D'Alessio, versi di Anna Tatangelo da Progetto B (16 febbraio 2011)
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Il Piacere
Allora un eremita, che visitava la città una volta l'anno, si fece avanti e disse: Parlaci del Piacere.
E lui rispose dicendo:
Il piacere è un canto di libertà,
Ma non è libertà.
E' la fioritura dei vostri desideri,
Ma non il loro frutto.
E' un abisso che esorta alla scesa,
Ma non è profondo né alto.
E' un uccello in gabbia che si alza in volo,
Ma non è lo spazio conquistato.
Sì, francamente, il piacere è un canto di libertà.
E io vorrei che lo intonaste in tutta pienezza, ma temo che a cantarlo perdereste il cuore.
Alcuni giovani tra voi ricercano il piacere come se fosse tutto, e vengono giudicati e biasimati.
Non vorrei né giudicarli né biasimarli. Vorrei che cercassero.
E troveranno non solo il piacere,
Poiché il piacere ha sette fratelli, e il minore è più bello dello stesso piacere.
Non avete udito di quell'uomo che, scavando la terra in cerca di radici, scoprì un tesoro?
E alcuni anziani tra voi ricordano con rimpianto i piaceri, come errori compiuti nell'ebbrezza.
Ma il rimpianto è l'oscurità della mente, e non il suo castigo.
Essi dovrebbero ricordare i loro piaceri riconoscenti come per il raccolto di un'estate.
Ma se il rimpianto li conforta, si confortino pure.
E tra voi vi sono quelli non così giovani per cercare, né così vecchi per ricordare.
E nella paura di cercare e ricordare, essi fuggono ogni piacer temendo di umiliare e offendere l'anima.
Ma proprio in questo è il loro piacere.
E in tal modo scoprono tesori, sebbene scavino radici con mano tremante.
Ma ditemi, chi può offendere lo spirito?
L'usignolo offende il silenzio della notte, o la lucciola le stelle?
E la vostra fiamma o il vostro fumo mortificano il vento?
Pensate forse di poter turbare lo spirito come con un bastone uno stagno tranquillo?
Spesso, negandovi al piacere, non fate altro che respingere il desiderio nei recessi del vostro essere.
Chissà che non vi attenda domani ciò che oggi avete negato.
Anche il vostro corpo conosce la sua ricchezza e il suo legittimo bisogno, e non permette inganno.
Il corpo è l'arpa della vostra anima,
E sta a voi trarne musica armoniosa o confusi suoni.
E ora domandatevi in cuore: "Come potremo distinguere il buono dal cattivo nel piacere?".
Andate nei vostri campi e giardini, e imparerete che il piacere dell'ape è raccogliere il nettare del fiore,
E che il piacere del fiore è conceder all'ape il suo nettare.
Poiché il fiore per l'ape è una fonte di vita,
E l'ape per il fiore è una messaggera d'amore.
E per l'ape e per il fiore donarsi e ricevere piacere è a un tempo necessita ed estasi.
Popolo di Orfalese, nel piacere siate come le api e come i fiori.
poesia di Khalil Gibran da Il Profeta
Aggiunto di Simona Enache
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All'aurora
Tu sali e baci, o dea, col roseo fiato le nubi,
baci de' marmorei templi le fosche cime.
Ti sente e con gelido fremito destasi il bosco,
spiccasi il falco a volo su con rapace gioia;
mentre ne l'umida foglia pispigliano garruli i nidi,
e grigio urla il gabbiano sul vìolaceo mare.
Primi nel pian faticoso di te s'allegrano i fiumi
tremuli luccicando tra 'l mormorar de' pioppi:
corre da i paschi baldo vèr' l'alte fluenti il poledro
sauro, dritto il chiomante capo, nitrendo a' venti:
vigile da i tuguri risponde la forza de i cani
e di gagliardi mugghi tutta la valle suona.
Ma l'uom che tu svegli a oprar consumando la vita,
te giovinetta antica, te giovinetta eterna
ancor pensoso ammira, come già t'adoravan sul monte
ritti fra i bianchi armenti i nobili Aria padri.
Ancor sovra l'ali del fresco mattino rivola
l'inno che a te su l'aste disser poggiati i padri.
- Pastorella del cielo, tu, frante a la suora gelosa
le stalle, riadduci le rosse vacche in cielo.
Guidi le rosse vacche, guidi tu il candido armento
e le bionde cavalle care a i fratelli Asvini.
Come giovine donna che va da i lavacri a lo sposo
riflettendo ne gli occhi il desiato amore,
tu sorridendo lasci caderti i veli leggiadri
e le virginee forme scuopri serena a i cieli.
Affocata le guance, ansante dal candido petto,
corri al sovran de i mondi, al bel fiammante Suria,
e il giungi, e in arco distendi le rosee braccia al gagliardo
collo; ma tosto fuggi di quel tremendo i rai.
Allora gli Asvini gemelli, cavalieri del cielo,
rosea tremante accolgon te nel bel carro d'oro;
e volgi verso dove, misurato il cammino di gloria,
stanco ti cerchi il nume ne i mister de la sera.
Deh propizia trasvola - cosí t'invocavano i padri -
nel rosseggiante carro sopra le nostre case.
Arriva da le plaghe d'oriente con la fortuna,
con le fiorenti biade, con lo spumante latte;
ed in mezzo a' vitelli danzando con floride chiome
molta prole t'adori, pastorella del cielo. -
Cosí cantavano gli Aria. Ma piàcqueti meglio l'Imetto
fresco di vénti rivi, che al ciel di timi odora:
piàcquerti su l'Imetto i lesti cacciatori mortali
prementi le rugiade col coturnato piede.
Inchinaronsi i cieli, un dolce chiarore vermiglio
ombrò la selva e il colle, quando scendesti, o dea.
Non tu scendesti, o dea: ma Cefalo attratto al tuo bacio
salía per l'aure lieve, bello come un bel dio.
Su gli amorosi venti salía, tra soavi fragranze,
tra le nozze de i fiori, tra gl'imenei de' rivi.
La chioma d'oro lenta irriga il collo, a l'omero bianco
con un cinto vermiglio sta la faretra d'oro.
Cadde l'arco su l'erbe; e Lèlapo immobil con erto
il fido arguto muso mira salire il sire.
Oh baci d'una dea fragranti tra la rugiada!
oh ambrosia de l'amore nel giovinetto mondo!
Ami tu anche, o dea? Ma il nostro genere è stanco;
mesto il tuo viso, o bella, su le cittadi appare.
Languon fiocchi i fanali; rincase, e né meno ti guarda,
una pallida torma che si credé gioire.
Sbatte l'operaio rabbioso le stridule impòste,
e maledice al giorno che rimena il servaggio.
Solo un amante forse che placida al sonno commise
la dolce donna, caldo de' baci suoi le vene,
alacre affronta e lieto l'aure tue gelide e il viso:
- Portami -, dice, - Aurora, sul tuo corsier di fiamma!
ne i campi de le stelle mi porta, ond'io vegga la terra
tutta risorridente nel roseo lume tuo,
e vegga la mia donna davanti al sole che leva
sparsa le nere trecce giú pe 'l rorido seno.
poesia di Giosuè Carducci
Aggiunto di Simona Enache
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