Citazioni di angelina verdi step mom, pagina 6
Semplicemente Tua
Ho sbagliato continuamente
con il corpo e con la mente,
ho cercato inutilmente
i tuoi gesti, le parole
che mi fan morire il cuore.
Ho dato a te
gli anni più belli
quelli veri, quelli verdi,
oggi lo so
ho sbagliato
ho cercato, provocato
e poi
preso un pò di niente
sono qui.
Semplicemente tua
meravigliosamente tua
fra le tue braccia
ancora tua.
Nella mia gioia
nel mio dolore
[...] Read more
canzone interpretata di Mina Mazzini
Aggiunto di Simona Enache
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Germont: Piangi, piangi, o misera, supremo, il veggo, è il sacrifizio che ora ti chieggo. Sento nell'anima già le tue pene; coraggio e il nobile tuo cor vincerà!
Violetta: Dite alla giovine sì bella e pura ch'avvi una vittima della sventura, cui resta un unico raggio di bene che a lei il sacrifica e che morrà!
replica da La traviata, Atto secondo, musica di Giuseppe Verdi, scenario di Francesco Maria Piave (6 marzo 1853)
Aggiunto di Simona Enache
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Nella cappella di Vence, che rappresenta il compimento delle mie ricerche precedenti, ho tentato di realizzare questo equilibrio di forze; i blu, i verdi, i gialli delle vetrate creano all'interno una luce che non è, propriamente parlando, alcuno dei colori impiegati, ma il prodotto vivo della loro armonia, del rapporto fra essi.
Henri Matisse in Tracce: Occorre guardare tutta la vita con gli occhi di un bambino (febbraio 2011)
Aggiunto di Simona Enache
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Metamorfosi nell'urna del santo
I morti maturano,
il mio cuore con essi.
Pietà di sé
nell'ultimo umore ha la terra.
Muove nei vetri dell'urna
una luce d'alberi lacustri;
mi devasta oscura mutazione,
santo ignoto: gemono al seme sparso
larve verdi:
il mio volto è loro primavera.
Nasce una memoria di buio
in fondo a pozzi murati,
un'eco di timpani sepolti:
sono la tua reliquia
patita.
poesia di Salvatore Quasimodo
Aggiunto di Simona Enache
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Giuramento per la mamma
Giuro, che fra anni, chi sa quando,
io sarò la tua luce
e asciugherò la tua lacrima.
Prego il buon Dio,
che faccia dondolare sulla mia faccia,
la luce del tuo viso.
E tu mamma, guarda alla mattina,
nello specchio gli occhi verdi,
i tuoi o i miei,
dalle lontananze vedi?
Lacrima di felicità la tua,
di dolore e sofferenza la mia.
poesia di Gabriela Ana Balan (2014), traduzione di Denisa Balan
Aggiunto di Gabriela Ana Balan
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Per lei
Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era cosí schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
poesia di Giorgio Caproni
Aggiunto di Simona Enache
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Violetta: Conosca il sacrifizio ch'io consumai d'amore - che sarà suo fin l'ultimo sospiro del mio cor.
Germont: Sarete fiera allor. D'un'opra così nobile sarete fiera allor. Premiato il sacrifizio sarà del vostro cor; d'un'opra così nobil sarete fiera allor.
replica da La traviata, Atto secondo, musica di Giuseppe Verdi, scenario di Francesco Maria Piave (6 marzo 1853)
Aggiunto di Simona Enache
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Io… verrei che il giovane quando si mette a scrivere, non pensasse mai ad essere né melodista, né realista, né idealista, né avvenirista, né tutti i diavoli che si portion queste pedanterie. La melodia e l'armonia non devono essere che mezzi nella mano dell'artista per fare della Musica, e se verrà un giorno in cui non si parlerà più né di melodia né di armonia né di scuole tedesche, italiane, né di passato né di avvenire ecc. ecc. ecc. allora forse comincierà il regno dell'arte.
Giuseppe Verdi in lettera a Opprandino Arrivabene (14 luglio 1875)
Aggiunto di Simona Enache
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La Vegetazione ha strisciato per chilometri verso le città. Attende. Quando la città sarà morta essa l'invaderà, s'arrampicherà sulle pietre, le imprigionerà, le rovisterà, le farà scoppiare con le sue lunghe pinze nere, ne accecherà i buchi e lascerà pendere dappertutto delle zampe verdi. Bisogna restare nelle città fintanto che son vive, non bisogna penetrare da soli in questa grande chioma che è alle loro porte: bisogna lasciarla ondeggiare e crollare senza testimoni.
Jean-Paul Sartre in La nausea (2003)
Aggiunto di Simona Enache
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Colloqui con gli alberi
Te che solinghe balze e mèsti piani
Ombri, o quercia pensosa, io piú non amo,
Poi che cedesti al capo de gl’insani
Eversor di cittadi il mite ramo.
Né te, lauro infecondo, ammiro o bramo,
Che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani
Orgogli accampi in mezzo al verno gramo
O in fronte a calvi imperador romani.
Amo te, vite, che tra bruni sassi
Pampinea ridi, ed a me pia maturi
Il sapïente de la vita oblio.
Ma piú onoro l’abete: ei fra quattr’assi,
Nitida bara, chiuda al fin li oscuri
Del mio pensier tumulti e il van desio.
poesia di Giosuè Carducci da Rime nuove (1873)
Aggiunto di Dan Costinaş
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