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Citazioni di francesco virgolini meme, pagina 4

Violetta: Conosca il sacrifizio ch'io consumai d'amore - che sarà suo fin l'ultimo sospiro del mio cor.
Germont: Sarete fiera allor. D'un'opra così nobile sarete fiera allor. Premiato il sacrifizio sarà del vostro cor; d'un'opra così nobil sarete fiera allor.

replica da La traviata, Atto secondo, musica di Giuseppe Verdi, scenario di Francesco Maria Piave (6 marzo 1853)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Il delitto non è la sola, ma bensì la dolosa violazione dei dritti altrui. Quindi fa d'uopo, che per l'esistenza del delitto due qualità concorrano insieme, l'anima e l'effetto, vale a dire fa di mestieri che siasi recato un danno, e ciò non per caso o necessita, ma per gravità e dolo. Quindi la gravezza del delitto devesi misurare secondo il doppio aspetto e del danno recato, e del dolo del delinquente.

Francesco Mario Pagano in Principi del Codice Penale e logica dei probabiliSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Saggiamente l'immortale Ugon Grozio chiamò il dritto positivo diritto naturale ipotetico, poiché egli è il dritto medesimo della natura, che viene stabilito dalla medesima, dato un fatto, cioè stabilire la società. Ed elegantemente il dritto civile vien chiamato la ragion civile, poiché è una derivazione di quella eterna ed immutabile ragione, della quale partecipano gli uomini, e sviluppano gli umani legislatori, quando stabiliscono le leggi positive.

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Aggiunto di Simona Enache
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L'errore di fatti è un ignoranza di quello che é, ed una cognizione di ciocché non è, la quale cognizione equivale al niente. Quegli che credono di ammazzare una fiera, dia la morte all'uomo, che capricciosamente vada errando pel bosco coperto di pelle ferina non è per certo reo: perciocché avendo nell'errore operato, può dire con quel poeta latino: "At bene si quaeras fortunae crimen in illo, non scelus invenies: quod enim scelus error habebit?"

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Aggiunto di Simona Enache
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La donna è mobile

La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d’accento – e di pensiero.
Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso, – è menzognero.
La donna è mobil
Qual piuma al vento
Muta d’accento e di pensier!

È sempre misero
Chi a lei s’affida,
Chi le confida – mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno – non liba amore!
La donna è mobil
Qual piuma al vento
Muta d’accento e di pensier!

canzone interpretata di Enrico Caruso, musica di Giuseppe Verdi, versi di Francesco Maria Piave da Rigoletto (11 marzo 1851)Segnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Dan Costinaş
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"Da sempre", ho detto: perché, venuto su in ambiente di cultura e crescendo in età di ragione quando a Napoli il nome di Benedetto Croce si diffondeva occupando ogni anno più spazio nella mente dei suoi coetanei, mi è impossibile di risalire ad un momento in cui a me quel nome fosse ignoto. Anzi posso dire di averlo fin da ragazzo, cogliendolo sulle labbra di altri (forse di Vittorio Spinazzola, forse di Francesco Saverio Nitti), sentito come un bellissimo nome, esprimente già nel suono e nella connessione delle due parole l'alta personalità di chi lo portava.

citazione di Vincenzo Arangio-RuizSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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In questo secolo la face della filosofia incominciò a rischiarare le tenebre del foro. Il primo si fu l'autore dello "Spirito delle leggi", cioè il celebre Presidente di Montesquieu a gittare lo sguardo filosofico sulla giurisprudenza criminale. Il celebre Marchese Beccaria ex proposito nel libro "Dei delitti, e delle pene" molto famoso in Europa, richiamò ad esame molte dottrine ciecamente seguite nel foro. Una folla di scrittori seguirono le orme di questi valentuomini. Ma a dire il vero, benché molte vedute piene di filosofia e di umanità si scorgano nelle opere loro; tuttavolta non mostrano sempre molta cognizione delle leggi, e del foro, e sovente la di loro analisi non è molto esatta né molto profonda.

citazione di Francesco Mario PaganoSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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In questo secolo la face della filosofia incominciò a rischiarare le tenebre del foro. Il primo si fu l'autore dello Spirito delle leggi, cioè il celebre Presidente di Montesquieu a gittare lo sguardo filosofico sulla giurisprudenza criminale. Il celebre Marchese Beccaria ex proposito nel libro Dei delitti, e delle pene molto famoso in Europa, richiamò ad esame molte dottrine ciecamente seguite nel foro. Una folla di scrittori seguirono le orme di questi valentuomini. Ma a dire il vero, benché molte vedute piene di filosofia e di umanità si scorgano nelle opere loro; tuttavolta non mostrano sempre molta cognizione delle leggi, e del foro, e sovente la di loro analisi non è molto esatta né molto profonda.

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Aggiunto di Simona Enache
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Albert Einstein

Il buddismo, specialmente come abbiamo appreso dai meravigliosi scritti di Schopenhauer, ne contiene un elemento molto più forte. Grandi spiriti religiosi di tutti i tempi si sono distinti per questo tipo di sentimento religioso che non conosce né dogmi né un Dio concepito a immagine dell'uomo; così non vi può essere una Chiesa i cui insegnamenti centrali vi siano basati. Perciò è proprio fra gli eretici di ogni epoca che troviamo uomini carichi del più alto sentimento religioso e che erano spesso visti dai loro contemporanei come atei, ma talvolta anche come santi. Osservati sotto questa luce, uomini come Democrito, Francesco d'Assisi e Spinoza sono strettamente simili fra loro. Come può un sentimento religioso cosmico venir comunicato da una persona all'altra, se non può generare nessuna nozione definita di Dio e nessuna teologia? Secondo me, la funzione più importante dell'arte e della scienza è proprio quella di risvegliare questo sentimento e tenerlo vivo in quelli che sono in grado di sentirlo.

Albert Einstein in Come io vedo il mondoSegnala un problemaCitazioni simili
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