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Charles Baudelaire

L'Albatro

Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vïaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.

E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.

Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!

Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.

poesia di Charles Baudelaire da I fiori del maleSegnala un problemaCitazioni simili
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Herman Melville

Gli uomini possono sembrare detestabili presi in società commerciali e in nazioni, possono esserci tra loro dei furfanti, degli stupidi e degli assassini, possono avere facce vili e sparute, ma l'uomo, nell'ideale, è così nobile e così splendido, è una creatura così grande e radiosa, che sopra ogni sua macchia d'ignominia tutti i compagni dovrebbero correre a gettare i loro mantelli più preziosi.

Herman Melville in Moby DickSegnala un problemaCitazioni simili
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La Rochefoucauld

Quando i grandi uomini si lasciano abbattere dalla lunghezza dei loro infortuni, mostrano che non li sopportavano che per forza dell'ambizione, e non per la forza dell'animo, e che, tranne la maggior vanità, gli eroi son fatti come gli altri uomini.

citazione di La RochefoucauldSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di Simona Enache
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Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Abbiamo una responsabilità sacra, dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra. Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.

citazione di Shenandoah OnondagaSegnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

I figli

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.

Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farvi simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dellì'Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.

poesia di Khalil Gibran da Il ProfetaSegnala un problemaCitazioni simili
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William Butler Yeats

Leda e il cigno

Un assalto improvviso: le grandi ali palpitanti
Sulla ragazza che barcolla, le cosce accarezzate
Dalle scure membrane, la nuca stretta nel becco,
Preme contro il suo petto un petto inerme, spossato.

Come possono, dita atterrite e incerte allontanare
Il piumato splendore dalle cosce che cedono?
E un corpo non sentire in quel bianco tumulto,
Battere un cuore estraneo, mentre giace riverso?

Un fremito nel ventre vi genera
Le mura abbattute, la torre e il tetto in fiamme,
E il cadavere d'Agamennone.

Così tenuta in alto,
Così dominata dal sangue bruto dell'aria,
Assunse anche il sapere col potere di lui,
Prima che il becco indifferente la lasciasse cadere?

poesia di William Butler Yeats, traduzione di Ariodante MarianniSegnala un problemaCitazioni simili
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Quegli occhi

Uccelli neri
si buttano sopra di noi
sbattendoci contro le rocce,
contro i tronchi degli alberi,
contro il burrone.
Sugli orologi
le ore si muovono in cerchio,
mordendo ogni minuto,
con l'avidità della bestia.
Un occhio si apre
e si muove sull'orbita,
illuminando da altri angoli
il volto della verità.
Gli orologi si fermano sull'Uno:
Creatore dell'Inizio e della Fine.

Quegli occhi
svegliano gli altri sguardi,
le altre voci
gli altri vani
dell'anima.

poesia di Aneta Timplaru Horghidan da In azzurro (novembre 2014), traduzione di Aneta Timplaru HorghidanSegnala un problemaCitazioni simili
Aggiunto di anonimo
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Esso (il regno di Dio) è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra.

Gesù in Vangelo secondo MarcoSegnala un problemaCitazioni simili
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L'Azzurro

Del sempiterno azzurro la serena ironia
Perséguita, indolente e bella come i fiori,
Il poeta impotente di genio e di follia
Attraverso un deserto sterile di Dolori.

Fuggendo, gli occhi chiusi, io lo sento che scruta
Intensamente, come un rimorso atterrante,
L'anima vuota. Dove fuggire? E quale cupa
Notte gettare a brani sul suo spregio straziante?

Nebbie, salite! Ceneri e monotoni veli
Versate, ad annegare questi autunni fangosi,
Lunghi cenci di bruma per i lividi cieli
Ed alzate soffitti immensi e silenziosi!

E tu, esci dai morti stagni letei e porta
Con te la verde melma e i pallidi canneti,
Caro Tedio, per chiudere con una mano accorta
I grandi buchi azzurri degli uccelli crudeli.

Ed ancora! Che senza sosta i tristi camini
Fùmino, e di caligine una prigione errante
Estingua nell'orrore dei suoi neri confini
Il sole ormai morente giallastro all'orizzonte!

- Il cielo è morto. - A te, materia, accorro! Dammi
L'oblio dell'Ideale crudele e del Peccato:
Questo martire viene a divider lo strame
Dove il gregge degli uomini felice è coricato.

Io voglio, poiché infine il mio cervello, vuoto
Come il vaso d'unguento gettato lungo il muro,
Più non sa agghindare il pensiero stentato,
Lugubre sbadigliare verso un trapasso oscuro…

Invano! Ecco trionfa l'Azzurro nella gloria
Delle campane. Anima, ecco, voce diventa
Per più farci paura con malvagia vittoria,
Ed esce azzurro angelus dal metallo vivente!

Si espande tra la nebbia, antico ed attraversa
La tua agonia nativa, come un gladio sicuro:
Dove andare, in rivolta inutile e perversa?
Mia ossessione. Azzurro! Azzurro! Azzurro! Azzurro!

poesia di Stephane MallarmeSegnala un problemaCitazioni simili
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Friedrich Engels

Ogni giorno esistono centinaia di esseri umani che, abbindolati dai mezzi di comunicazione, darebbero persino la vita per gli stessi uomini che li sfruttano da generazioni. Io dico: è giusto così. Che questi cagnolini fedeli privi di alcun senso critico, braccio inconsapevole della classe dominante siano in prima fila nella crociata contro l'evoluzione dell'uomo! Saranno i primi a lasciare la faccia della terra (siano benedette le loro anime) al momento della resa dei conti, nessuno ne sentirà la mancanza. Amen.

Friedrich Engels in AntiduhringSegnala un problemaCitazioni simili
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Joseph de Maistre

In ogni grande divisione della specie umana, la morte ha scelto un certo numero d'animali a cui essa commise di divorare gli altri; così vi sono degl'insetti da preda, dei rettili da preda, dei pesci da preda, degli uccelli da preda, e dei quadrupedi da preda. Non vi ha un istante della di lui durata, in cui l'essere vivente non venga divorato da un altro. Superiormente alle numerose razze d'animali è collocato l'uomo, la cui mano struggitrice nulla risparmia di ciò che vive; esso uccide per nudrirsi, uccide per vestirsi, uccide per ornarsi, uccide per difendersi, uccide per solazzarsi, uccide per uccidere.

Joseph de Maistre in Le serate di San PietroburgoSegnala un problemaCitazioni simili
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I Bambini dagli Occhi di Sole

Ho visto i luminosi pionieri dell'Onnipotente al confine dove il cielo si volge verso la vita, scendere le scale d'ambra della nascita; precursori di una Divina moltitudine.

Essi venivano sul Sentiero della Stella del Mattino, nella piccola stanza della vita mortale.

Li ho visti attraversare la penombra di una età bambini dagli occhi solari portatori di una meravigliosa Aurora, i grandi creatori dal calmo aspetto.

Li ho visti gli abbattitori delle barriere del mondo i lottatori contro il destino nato dalla paura.

Li ho visti i lavoratori della Casa degli Dei, i messaggeri di ciò che non può essere comunicato, gli architetti dell'immortalità.

Li ho visti cadere nella sfera umana, con i volti ancora luminosi della gloria immortale, con voci che ancora parlavano con i pensieri di Dio, con corpi resi splendenti dalla Luce dello spirito.

Portavano la Magica Parola, il Mistico Fuoco, la dionisiaca Coppa della Gioia.

Li ho visti, i bambini che rendono l'uomo migliore, coloro che cantano uno sconosciuto inno dell'Anima. Ho sentito l'eco dei loro passi nei corridoi del tempo.

Ho visto gli alti sacerdoti della Saggezza, della dolcezza, della Potenza e della Felicità Celeste, i rivelatori delle vie solari della Bellezza, i nuotatori delle acque tempestose dell'Amore, i danzatori che aprono le porte d'oro del Nuovo Tempo.

Sono qui.

Camminano fra noi per mutare la sofferenza in gioia, per giustificare la Luce sul volto della Natura.

poesia di Sri AurobindoSegnala un problemaCitazioni simili
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Stalin

Indicatemi un paese dove il governo non appoggi i capitalisti, i grandi proprietari fondiari, i kulak e gli altri ricchi, ma i contadini lavoratori. Un governo simile non c'è e non c'è mai stato al mondo. Solo da noi, nel paese dei Soviet, esiste un governo che difende a spada tratta gli operai e i contadini colcosiani, che difende tutti i lavoratori della città e della campagna contro tutti i ricchi e gli sfruttatori.

Stalin in Questioni del leninismo: Discorso al primo Congresso dei colcosiani-udarniki dell'U.R.S.S (1946)Segnala un problemaCitazioni simili
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Silvana Baroni

La formica è nuda sulla sedia

La formica è nuda sulla sedia
ho la lente funeraria e la vedo piatta liscia disidratata
scopro che le formiche invecchiano e muoiono di notte
inumate nel vaso delle bianche azalee,
penso e scommetto su quello interrato
quindi torno agli inutili esercizi da camera
seguita a vista da un metronomo.
Con le braccia sulla traiettoria degli stinchi respiro
così che la polvere va giù e divarica dentro
guardo in alto, il decoro delle nuvole è sempre più in alto
e al centro un isterico baratto impedisce da sotto l’impalo.
La miglior fuga è camminare camminare camminare…
sorpassare le formiche che muoiono.

poesia di Silvana Baroni da Nel circo delle stanze (2006)Segnala un problemaCitazioni simili
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Khalil Gibran

Madre

La parola più bella
sulle labbra del genere umano è "Madre",
e la più bella invocazione è "Madre mia".
E' la fonte dell'amore, della misericordia,
della comprensione, del perdono.
Ogni cosa in natura parla della madre.
La stella Sole è madre della terra
e le dà il suo nutrimento di calore;
non lascia mai l'universo nella sera
finchè non abbia coricato la terra
al suolo del mare e al canto melodioso
di uccelli e acque correnti.
E questa terra è madre degli alberi e dei fiori.
Li produce, li alleva, e li svezza.
Alberi e fiori diventano
madri tenere dei loro grandi frutti e semi.
La parola "madre" è nascosta nel cuore
e sale alle labbra
nei momenti di dolore e di felicità,
come il profumo sale dal cuore della rosa
e si mescola
all'aria chiara e nell'aria nuvolosa.

poesia di Khalil GibranSegnala un problemaCitazioni simili
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Valeriu Butulescu

La marginalizzazione dell’aforisma ha molteplici cause. Esiste l’idea preconcetta che l’autore di aforismi si considera filosofo, senza essere un filosofo, nel senso professionale della parola. Alcuni sostengono che la formula sacra dell’aforisma sia stata esaurita dai grandi predecessori, ma credo che questo sia falso. I grandi pensatori, da Pitagora a Nietzsche non hanno esaurito l’aforisma, come i grandi drammaturghi, da Euripide a Pirandello, non hanno esaurito il teatro. Bisogna dire che, obiettivamente, c’è anche un motivo abbastanza importante che porta verso la diffamazione dell’aforisma contemporaneo: il grande numero dei calembouristi di occasione, che riempiono le pagine delle riviste di divertimento con giochi di parole senza fine e fastidiosi…

Valeriu Butulescu in intervista (6 maggio 2010), traduzione di Simona EnacheSegnala un problemaCitazioni simili
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Gogol

Da tempo avevo il sospetto che i cani fossero più intelligenti degli uomini; ed ero perfino convinto che potessero parlare, ma che, soltanto, ci fosse in loro una specie di cocciutaggine. Sono dei grandi politiconi: osservano ogni cosa, non perdono una sola mossa di una persona.

Gogol in I racconti degli "Arabescchi": Il diario di un pazzoSegnala un problemaCitazioni simili
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Viaggio a Montevideo

Io vidi dal ponte della nave
I colli di Spagna
Svanire, nel verde
Dentro il crepuscolo d'oro la bruna terra celando
Come una melodia:
D'ignota scena fanciulla sola
Come una melodia
Blu, su la riva dei colli ancora tremare una viola...
Illanguidiva la sera celeste sul mare:
Pure i dorati silenzii ad ora ad ora dell'ale
Varcaron lentamente in un azzurreggiare: ...
Lontani tinti dei varii colori
Dai più lontani silenzii
Ne la ceste sera varcaron gli uccelli d'oro: la nave
Già cieca varcando battendo la tenebra
Coi nostri naufraghi cuori
Battendo la tenebra l'ale celeste sul mare.
Ma un giorno
Salirono sopra la nave le gravi matrone di Spagna
Da gli occhi torbidi e angelici
Dai seni gravidi di vertigine. Quando
In una baia profonda di un'isola equatoriale
In una baia tranquilla e profonda assai più del cielo notturno
Noi vedemmo sorgere nella luce incantata
Una bianca città addormentata
Ai piedi dei picchi altissimi dei vulcani spenti
Nel soffio torbido dell'equatore: finché
Dopo molte grida e molte ombre di un paese ignoto,
Dopo molto cigolìo di catene e molto acceso fervore
Noi lasciammo la città equatoriale
Verso l'inquieto mare notturno.
Andavamo andavamo, per giorni e per giorni: le navi
gravi di vele molli di caldi soffi incontro passavano lente:
Sì presso di sul cassero a noi ne appariva bronzina
Una fanciulla della razza nuova,
Occhi lucenti e le vesti al vento! ed ecco: selvaggia a la fine di un giorno che apparve
La riva selvaggia là giù sopra la sconfinata marina:
E vidi come cavalle
Vertiginose che si scioglievano le dune
Verso la prateria senza fine
Deserta senza le case umane
E noi volgemmo fuggendo le dune che apparve
Su un mare giallo de la portentosa dovizia del fiume,
Del continente nuovo la capitale marina.
Limpido fresco ed elettrico era il lume
Della sera e là le alte case parevan deserte
Laggiù sul mar del pirata
De la città abbandonata
Tra il mare giallo e le dune...

poesia di Dino CampanaSegnala un problemaCitazioni simili
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I.A. Goncearov

Sulla natura dell'Inghilterra non dico nulla! Pare che essa non esista e che sia coltivata in modo che tutto cresca e viva secondo un programma. Gli uomini l'hanno dominata e hanno livellato le sue caratteristiche. I campi sono come parquets dipinti: con gli alberi e con l'erba è stato fatto lo stesso lavoro che con i cavalli e con i buoi. L'erba ha l'aspetto, il colore e la morbidezza del velluto. Nei campi non trovi un pugno di terra incolta, nei parchi non c'è un cespuglio nato spontaneamente. E gli animali subiscono la stessa sorte. Sono tutti di razza: pecore, cavalli, buoi e cani. Altrettanto dicasi degli uomini e delle donne. Tutto è solido, bello, audace: negli animali l'aspirazione a compiere la propria missione è portata sino a una consapevolezza intelligente, e negli uomini, al contrario, è abbassata al livello di istinto animale. Agli animali si insegnano le regole di come comportarsi, cosicché si direbbe che un bue capisca perché ingrassa, mentre l'uomo si sforza di dimenticare per quale ragione tutto il giorno, tutto l'anno, tutta la vita non faccia altro che metter carbone nella stufa o chiudere e aprire qualche valvola.

I.A. Goncearov in La fregata Pallada (1970)Segnala un problemaCitazioni simili
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Albero da frutto

Con le radici
inchiodate nel Tempo
e i rami nel cielo,
solo gli uccelli
possono raccontare
i fiori
nel battito del vento.
Benedetta,
sulla terra, la vita
c'è il frutto
che finisce
nella boca dell'Univeso.

poesia di Aneta Timplaru Horghidan da In azzurro (novembre 2014), traduzione di Aneta Timplaru HorghidanSegnala un problemaCitazioni simili
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Henry David Thoreau

La massa degli uomini serve lo Stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l'esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus ecc. Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio.

Henry David Thoreau in Disobbedienza civileSegnala un problemaCitazioni simili
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